LA TESTA SOTTO LA SABBIA - di Giuseppe Fortuna

lunedì 06 maggio 2002

Stiamo ricevendo lettere dai nostri soci e lettori sulle due circolari del Comando generale GDF che hanno impedito ai finanzieri di iscriversi a Ficiesse. Ne pubblichiamo due che ci sembra sintetizzino i sentimenti di tutti coloro che ci hanno scritto.

LETTERA DEL SIGNOR D.C.

<<Sono un ex socio e vorrei esprimere la più profonda e sincera solidarietà  nei confronti di tutti coloro che si sono dimessi dall'associazione e un sincero "in bocca al lupo" al dr. Germi e al dr. Fortuna. Credo che sarebbe giusto sensibilizzare l'opinione pubblica tramite i media, relativamente all'atto del Comando Generale della GdF nei confronti dei militari appartenenti all'associazione. Penso che queste siano azioni derivanti dalla paura di perdere potere, paura che qualcuno come Ficiesse possa informare. Quante volte si Ã¨ desiderato che esistesse qualcuno con cui potersi confidare e che sapesse ascoltare? Beh penso che Ficiesse Ã¨ stato anche questo; un mezzo di sfogo, di confronto e, perchà© no?, l'illusione di poter risolvere questo o quel problema con una soluzione logica e democratica. La Democrazia Ã¨ una conquista stupenda dell'uomo nel suo vivere sociale, Ã¨ un bene prezioso che va difeso. Ficiesse Ã¨ un'associazione di persone che hanno voglia di democrazia ed Ã¨ giusto che continui ad esistere!>>

LETTERA DEL SIGNOR N.N.

<<E' giunto il momento di gridare "resistere, resistere, resistere". Mi perdonerà  il signor Borrelli per aver preso in prestito la sua famosa affermazione ma questo Ã¨ un attacco alla voglia di democratizzazione e di libera informazione. L'associazione non può essere catalogata come "sindacale" valutando soltanto il parere del Consiglio di Stato. Viene utilizzata l'arma della minaccia delle ritorsioni disciplinari facendo emergere ancora una volta che i militari devono solo agire e non pensare."

Ringraziamo tutti per le parole di solidarietà . In molte lettere, però, troviamo un sentimento di scoramento che, da una parte, comprendiamo ma che, a ben vedere, non ha ragione di esistere. Infatti, l'associazione Ã¨ viva e più vivo che mai Ã¨ il suo progetto. Lo dimostrano le numerosissime iniziative in corso, come le interpellanze parlamentari e le proposte di legge presentate per la modifica dell'art. 8/382; lo dimostrano i parlamentari che si stanno iscrivendo e le azioni giudiziarie da noi intraprese; lo dimostra la rivista n. 2 che Ã¨ in fase di spedizione e il nuovo sito ficiesse.it; eccetera, eccetera, eccetera.

Non c'è dubbio che le circolari ci stanno creando delle grosse difficoltà : saremmo degli ipocriti a non ammetterlo.

Ma ci sono anche molti aspetti positivi, due dei quali di assoluto rilievo.

Il primo. La circolare del Comando generale GDF ha fatto conoscere la nostra associazione a tutti i finanzieri d'Italia e l'ha accreditata di una (meritata) patente di serietà  e di credibilità .

Il secondo. Le forze politiche, le istituzioni e gli organi di informazione dispongono, ora, di elementi precisi in ordine alla inadeguatezza delle norme che impediscono ai militari di esercitare diritti fondamentali come quelli di associazione e, finanche, di manifestazione del pensiero.

Certo, i fatti di questi giorni sono preoccupanti perchà© dimostrano che nel Corpo sta avendo il sopravvento la concezione più antica di militarità , quella che finge di non capire come deve essere gestita un'amministrazione moderna.

Dietro a iniziative come quelle in parola c'è soltanto la paura del confronto e il timore di doversi misurarsi con interlocutori professionalmente più attrezzati del comune cittadino.

Ecco perchà© dobbiamo semplicemente continuare a fare quello che stiamo facendo: dare informazioni, produrre idee, ricercare il dialogo con tutti quelli che ci stanno. Con pacatezza e massima considerazione delle opinioni altrui, anche di quelle dei tradizionalisti.

Insomma, non si tratta, di resistere, resistere, resistere ma, molto più semplicemente, di insistere, insistere, insistere. Quanto tempo si può stare con la testa sotto la sabbia?

GIUSEPPE FORTUNA


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