ANSA: CORRUZIONE: ARRESTI A CATANIA,C'E' PRESIDENTE TRIBUTARIA; FRODE IVA FINGENDO ACQUISTI DESTINATI IN RUSSIA, 17 INDAGATI; FISCO: ROBERTI, SEGRETO BANCARIO DI FATTO ESISTE ANCORA

mercoledì 10 febbraio 2016

Corruzione: arresti a Catania,c'e' presidente Tributaria Provvedimento eseguito da Gdf per 5, anche imprenditore Virlinzi (di Mimmo Trovato)

CATANIA, 8 FEB

L'uso in comodato gratuito di un'automobile in cambio di una sentenza favorevole, con l'annullamento di un accertamento da oltre 80mila euro della Agenzia delle Entrate, e altre due con tempi veloci: 4 mesi per rimborsi da 800mila euro per il sisma del 1990. E' il 'regalo' che, secondo la Procura di Catania, avrebbe ricevuto il presidente di sezione della Commissione Tributaria provinciale, Filippo Impallomeni, 71 anni, dall'imprenditore Giuseppe Virlinzi, 77 anni, fratello del noto costruttore e finanziere Ennio che e' straneo all'inchiesta. I due sono stati arrestatidalla Guardia di Finanza per corruzione in atti giudiziari.    Lo stesso provvedimento, emesso dal Gip Marina Rizza, e' stato eseguito da militari delle Fiamme gialle nei confronti di Giovanni Antonio La Rocca, di 76 anni, e Agostino Micalizio, 47 anni, rispettivamente, storico commercialista e direttore commerciale della 'Virauto Spa', societa' che avrebbe usufruito di un''accelerazione' nella sentenza. Un quinto indagato, un cancelliere di 62 anni, Antonino Toscano, e' stato posto agli arresti domiciliari per favoreggiamento aggravato.

L'inchiesta, spiega il procuratore Michelangelo Patane', che coordina le indagini con il sostituto Tiziana Laudani, "non e' finita, ed e' una costola di un fascicolo piu' ampio". L'accusa ritiene "decisivo il ruolo del Giudice Impallomeni" che con "contatti con il commercialista La Rocca e rivestendo sempre il ruolo di Presidente - relatore ed estensore delle relative sentenze - provvedeva ad accogliere i ricorsi presentati dalle societa', garantendo in tal modo l'annullamento di accertamenti fiscali". Fari della Procura accesi sulla liquidazione della Golden Car, azienda del gruppo, con un sentenza che, nel merito, l'accusa ritiene fosse "del tutto illegittima in quanto basata su presupposti falsi", e i "tempi ristrettissimi su due sentenze di accoglimento dei ricorsi riconducibili al gruppo Virlinzi". A fronte di tale "disponibilita'", sottolineano dalla Guardia di Finanza, "il Giudice aveva disposizione gratuita diverse autovetture, per le quali la concessionaria della famiglia Virlinzi si faceva carico dei costi di manutenzione, assicurazione e di riparazione in caso di guasti e incidenti".

Per almeno 5 anni, esponendo sul cruscotto mentre la usava il tagliando della Commissione Tributaria.     Quando le Fiamme gialle, con il comando provinciale e il Gico, avviano controlli aperti sulla Virauto e sulle sentenze del giudice, anche in maniera 'scoperta', scattano le intercettazioni ambientali. Dagli ascolti emergerebbe un tentativo di Impallomeni di cambiarne una pro Virlinzi. "C'e' un'ultima sentenza - dice il giudice al cancelliere - che io avevo depositato favorevolmente. Quando arrivi, se non l'hai ancora caricata, ci dici 'blocca questa, mettigliela da parte,tornagliela...'". Quando il cancelliere gli risponde che "gia' era caricata", Impallomeni gli impartisce altre indicazioni: "Ci dici - afferma intercettato dalla Guardia di Finanza - 'ce n'era una sbagliata, il dottor Impallomeni mi ha detto di tenerla ferma perche' la deve sistemare.. Sono stato indeciso fino all'ultimo di depositarla... io gliela facevo di condanna, che mi interessava, alla fine se li possono pagare quattro lire...".  (ANSA).

 

Frode Iva fingendo acquisti destinati in Russia, 17 indagati Fine indagini per due funzionari dogane, camorristi, gioielliere

RIMINI, 8 FEB

Sono partiti i primi avvisi di conclusione indagini ad alcuni tra i diciassette indagati, italiani e russi, che secondo gli accertamenti della Guardia di finanza di Rimini (avviati nel 2011) avevano messo in piedi un sistema che sfruttava il regime di "tax free" per acquistare articoli di lusso senza Iva e poi rivenderli in Italia, in nero, o spedirli all'estero attraverso canali non regolari.    Da quanto emerso, tutto ruotava attorno a un giro di avvenenti donne di nazionalita' russa che avevano trovato la compiacenza di due funzionari delle dogane, un avvocato riminese, uno spedizioniere e due uomini vicini al clan dei Casalesi per portare avanti una frode quantificabile in alcune centinaia di migliaia di euro di Iva evasa. Tra gli indagati c'e' anche un noto gioielliere.    Il "tax free" permette di acquistare oggetti senza Iva (in questo caso al 22%) a cittadini residenti fuori dalla Comunita' europea. Per effettuare questa operazione si deve pero' dimostrare che il bene esce dall'Italia con la persona che l'ha comprato. In questo passaggio decisivo, le "fiamme gialle" hanno scoperto che entravano in gioco i due funzionari dell'Ufficio delle dogane in servizio all'aeroporto Federico Fellini di Rimini: il loro "ruolo" era quello di apporre il timbro per dimostrare che il bene era effettivamente uscito dal nostro paese. In realta', orologi e altri oggetti di lusso, rimanevano  in Italia e seguivano due rotte: una parte veniva rivenduta in nero e una parte veniva trasportata all'estero, soprattutto in Russia, attraverso uno spedizioniere complice, violando fra l'altro il pagamento dei dazi doganali applicati dai paesi extracee.    Il Nucleo tributario della Guardia di finanza, che ha condotto l'indagine, ha motivo di ritenere che una parte fosse destinata a cittadini privati, mentre una parte veniva probabilmente rivenduta in attivita' commerciali. Le accuse nei confronti dei diciassette indagati vanno a vario titolo da falso in atto pubblico, corruzione, violenza privata, estorsione, ricettazione. (ANSA).

 

Roberti, segreto bancario di fatto esiste ancora Cooperazione internazionale su evasione funziona cosi' cosi'.

ROMA, 08 FEB

"Non credo proprio che il segreto bancario sia venuto meno". A dirlo e' il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, durante un convegno alla Sapienza sulla lotta all'evasione internazionale, spiegando che "fino a quando esistera' la previsione per cui lo Stato richiesto debba valutare la rilevanza della richiesta prima di dare il benestare, il segreto bancario di fatto continuera' a esistere, bisognerebbe prevedere un automatismo totale fra richieste e risposte, cosa che non c"e' ancora".    La cooperazione internazionale sull'evasione fiscale "e' fondamentale sia per le richieste di accertamenti dell'Agenzia delle Entrate con la Guardia di Finanza, sia per la cooperazione giudiziaria in materia  penale. Siamo sicuri pero' che questa cooperazione internazionale funzioni bene? Cosi' e cosi', dipende dai casi, dai paesi e dalle autorita'", ha concluso Roberti.(ANSA).

 

 


Tua email:   Invia a: