DECRETO SUL FOIA ITALIANO, MADIA RISPONDE A DE BORTOLI: IL DIRITTO A SAPERE È DI TUTTI, LA TRASPARENZA È CULTURA

giovedì 07 aprile 2016

Di seguito, la risposta del ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, pubblicata dal Corriere della Sera del 1° aprile scorso all’editoriale di Ferruccio De Bortoli del giorno precedente (http://www.ficiesse.it/home-page/10232/).

 

Da http://www.corriere.it/opinioni/16_aprile_02/diritto-sapere-tutti-trasparenza-cultura-773d1aa4-f82f-11e5-b848-7bd2f7c41e07.shtml?refresh_ce-cp

 

IL DIRITTO A SAPERE È DI TUTTI, LA TRASPARENZA È CULTURA

Comunicare meglio in maniera non opaca non deve essere un adempimento burocratico o una concessione ai cittadini, ma una grande politica pubblica che serve a combattere la zona grigia che va dall’illecito allo spreco, grazie al controllo sociale

di Marianna Madia

Caro direttore, c’è un rischio che va evitato nella discussione sul Freedom Of Information Act che si è aperta sulla stampa in queste settimane: se si limita il dibattito a specifici aspetti normativi, la trasparenza rimarrà materia di contrapposizione tra una burocrazia che fa resistenza e un populismo che si alimenta nel coglierla in fallo. L’editoriale di ieri di Ferruccio de Bortoli offre lo spunto per affrontare il tema della trasparenza sul terreno culturale che, a mio avviso, gli è proprio. De Bortoli ha ragione quando afferma che «la trasparenza non va vissuta come un intralcio all’attività amministrativa ed economica. Se attuata senza eccessi (e con buon senso) è garanzia di correttezza e incisività degli atti».

Proprio per questo, se non si supera la diffusa concezione antagonistica tra cittadini e istituzioni, neanche la migliore delle leggi produrrà un concreto cambiamento. Con l’introduzione del Foia, fortemente voluto dal Governo, per la prima volta si riconosce a tutti i cittadini il «diritto di sapere»; ciascuno potrà richiedere alla pubblica amministrazione dati e documenti, a prescindere da un interesse diretto: per esempio, potrà accedere agli atti di una gara d’appalto anche senza avervi partecipato. È un’innovazione talmente rilevante nel rapporto tra cittadini e amministrazioni che necessita di un salto culturale, innanzitutto della pubblica amministrazione. La trasparenza non deve essere un adempimento burocratico o una concessione ai cittadini, ma una grande politica pubblica che serve a combattere la zona grigia che va dall’illecito allo spreco, grazie al controllo sociale di 60 milioni di cittadini. La trasparenza può essere, soprattutto, un importante strumento per riavvicinare i cittadini alle istituzioni consentendo alle persone di conoscere, con semplicità, dati, documenti e modalità di gestione delle risorse pubbliche. È in questa prospettiva che devono essere esaminati i singoli aspetti normativi.

Quali sono le principali critiche rivolte al testo preliminare, approvato dal Consiglio dei ministri, ora all’esame delle commissioni parlamentari? Il silenzio-diniego (l’assenza di risposta dell’amministrazione equivale a un no), l’impossibilità per un cittadino di opporsi al rifiuto senza dover necessariamente ricorrere a un giudice e la tipologia di limiti all’accesso. L’obbligo o meno dell’amministrazione di fornire comunque una risposta e la tipologia di rimedi all’eventuale diniego sono aspetti che possono essere perfezionati a patto di trovare il miglior punto di equilibrio possibile. Per quanto riguarda i casi di esclusione, occorre tenere presente che tutti i Paesi con una legislazione Foia prevedono limiti al «diritto di sapere»; avviene, per esempio, negli Usa, nel Regno Unito e in Germania con regole talvolta persino più restrittive, come nel caso della legislazione britannica che, tra le eccezioni al diritto di accesso, include «la formulazione o lo sviluppo delle politiche di governo».

Su questi aspetti, che non mettono in discussione l’impianto complessivo da noi proposto, è giusto discutere, anche ai fini dell’approvazione definitiva, alla quale il Consiglio dei ministri procederà dopo l’acquisizione dei pareri parlamentari. Per questo è utile il confronto, che abbiamo già avviato, con tutti i soggetti interessati, compresa l’Associazione Foia4Italy, purché non ci si concentri sulla meccanica della trasparenza al punto da trascurarne l’essenza.


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