L'ATTACCO DEL FATTO QUOTIDIANO AL GENERALE TOSCHI. OVVERO: QUANDO UN ARTICOLO STAMPA NON MERITA DI ESSERE PUBBLICATO - di Giuseppe Fortuna

martedì 03 maggio 2016

L’associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà ha tra le sue linee guida, da molti anni, quella di pubblicare sul sito ficiesse.it le notizie della principale stampa nazionale su procedimenti penali eventualmente avviati nei confronti di vertici massimi della Guardia di finanza.

Non pubblicheremo, invece, l'articolo apparso oggi sul Fatto Quotidiano contro il neodesignato comandante generale Giorgio Toschi. 

Il pezzo è stato ritenuto dalla redazione del Fatto meritevole della prima pagina ed è firmato dal giornalista Ferruccio Sansa, appositamente “inviato a Pisa”, la città dove vent’anni fa è stato comandante del Corpo l’allora tenente colonnello Toschi.

Inviato per far cosa esattamente? Per un’indagine sul passato del numero uno delle Fiamme Gialle nominato soltanto due giorni fa dal Governo.

Fin qui, tutto ok, perché la Stampa - quella con la esse maiuscola - proprio questo deve fare: le pulci al potere. Scavando, indagando, chiedendo e, se notizie ci sono, pubblicando senza far sconti a nessuno.

Ma il punto è che qui le notizie semplicemente non ci sono. L’unica, che però è del tutto favorevole al prossimo comandante delle Fiamme Gialle, si trova nell’occhiello di pagina 3: Toschi fu, sì, indagato per concussione con altri militari, ma la sua posizione venne archiviata, da indagato e - attenzione - non da imputato, nel 2002. Una notizia sola, quindi, ma soffocata da un profluvio di titoli giganteschi e variopinti, tutti di segno opposto e con dietro il nulla.

Che si contesta, infatti, di concreto, al generale? Leggendo l’articolo, soltanto due cose, scovate con attenzione certosina da Sansa tra migliaia e migliaia di carte di un procedimento penale che ha visto imputati altri finanzieri ma di certo non Toschi.

La prima sarebbe l’acquisto nel tempo di tre autovetture con prezzi scontati rispetto a quelli pieni di listino: prezzi pieni che nessun concessionario fa pagare ad alcun suo cliente che acquisti il nuovo. La seconda, la passione per le banconote nuove di zecca che l’allora ten.col. avrebbe avuto il vezzo di farsi cambiare dalla dipendente brigata amministrativa. Esattamente il contrario di quello che cerca di fare un corrotto o un concussore con le mazzette ricevute.

Il resto sono parole di due imputati che hanno cercato, in tutti i modi, di attenuare le loro responsabilità affermando, come sempre avviene in questi casi, che “così fan tutti”.

Ma questo è stato sufficiente per il Fatto Quotidiano, e francamente ce ne dispiace, per scriverci su una pagina intera di suggestioni maligne. Che rischiano purtroppo di risultare convincenti ai lettori che si fermano ai titoli di prima pagina, ai molti "prevenuti a prescindere" e alla gran massa che non possono conoscere dinamiche e strategie processuali penali.

Questo ci sembra decisamente un caso di stampa con la esse minuscola.

 

GIUSEPPE FORTUNA


Tua email:   Invia a: