RIORDINO CARRIERE POLIZIA DI STATO, COTIPOL (COMITATO PER LA TUTELA ISPETTORI DI POLIZIA) "A CHI GIOVA?!"

lunedì 06 giugno 2016

RIORDINO CARRIERE POLIZIA DI STATO, COTIPOL: A CHI GIOVA?!

Pubblichiamo un interessante commento alla recente bozza di riordino delle carriere della Polizia di Stato illustrata dal nuovo Capo della Polizia Prefetto Gabrielli elle OO.SS. lo scorso 1 giugno, elaborato dal Comitato per la Tutela degli Ispettori della Polizia di Stato. Lo stesso che ha promosso e vinto (in primo grado) il ricorso contro la mancata attuazione del Ruolo Direttivo Speciale.

 

A chi giovano le vessazioni agli Ispettori di Polizia e la

conseguente agonia della CENERENTOLA tra le forze di

Polizia? ? ?

Nel 1981, dopo lunghi anni di battaglie, finalmente i carbonari della riforma ottengono dal

Parlamento, con larghissima maggioranza, l’approvazione della legge 121/1981, meglio

conosciuta come legge di riforma della Polizia di Stato. La legge, approvata il 1° di aprile

(e questo forse è stato il primo segno premonitore), si prefigge di rinnovare, ammodernare

e soprattutto smilitarizzare l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, dando così anche

agli Italiani, come nel resto d’Europa, una Polizia di Stato al servizio dei Cittadini.Tra le

innovazioni, quella che subito è spiccata agli occhi degli Italiani è stata l'introduzione della

figura dell’Ispettore, nell’immaginario collettivo associata a personaggi mediatici del

cinema o della televisione.Purtroppo, però, siamo in Italia, patria del “Gattopardo”, dove si

fanno le rivoluzioni per non cambiare nulla. E infatti, si smilitarizza la Polizia ma si lascia

che le norme che regolano il personale appartenente al settore, siano vagliate, prima di

essere approvate, dalle Commissioni Difesa di Camera e Senato. Non solo, la vera

contraddizione si annida nel fatto che la Polizia di Stato è a tutt'oggi costretta a convivere

in un comparto formato in prevalenza da forze militari.Questo paradosso rappresenta la

trave che acceca e che alla fine abbatte i ciclopici buoni propositi della legge di riforma,

riportando tutto ad una mera rimilitarizzazione del servizio di Polizia concretizzatasi oggi

con la rimilitarizzazione della Polizia Forestale.Per comprendere la realtà, basti

considerare il declino della Polizia di Stato (dalla sua nascita e fino al 1992 – si

concretizza il periodo di massima ascesa in cui la Polizia di Stato veniva indicata come la

più ambita e la più vicina ai cittadini – da metà anni 90 l’inizio di un declino che arriva ai

giorni nostri in cui da tutti, la Polizia di Stato, viene ritenuta la cenerentola tra tutte le forze

di polizia), un declino che non a caso combacia con il disconoscimento del ruolo e delle

funzioni degli Ispettori, che da figure investigative sono state trasformate in sostituti dei

sostituti, in pratica senza più esistere.

Spieghiamoci meglio.

Con l’avvento della riforma, nasce la figura dell’ispettore, un vero specialista

dell’investigazione, primo collaboratore della magistratura, non un dirigente in quanto non

ha compiti di gestione del personale e nemmeno di gestione dell’ordine pubblico, ma solo

uno specialista in ambito investigativo. L'ispettore rappresenta il vertice del personale

operativo, posto al di sopra di tutti i sottufficiali (tale figura si trova sopra tutti i Marescialli

ma sotto tutti gli Ufficiali, in un corpo ove comunque Marescialli ed Ufficiali non dovrebbero

avere nulla a che spartire). Questo confronto è utile a far comprendere quanti nemici

l'ispettore si sia procurato prima ancora di nascere: infatti, da subito, tutti i Marescialli dei

Carabinieri, coordinati dal Comando Generale, intraprendono una battaglia, poi vinta

dinanzi alla Corte Costituzionale (nel 1992) dove ottengono una sentenza che afferma che

i Marescialli svolgono le stesse funzioni degli ispettori e quindi devono essere equiparati a

questi.Tale decisione viene poi attuata attraverso un riordino delle carriere (1995) che

trasforma i Marescialli in Ispettori. Infatti, da allora, i Marescialli dei Carabinieri e della

Guardia di Finanza (grado che rappresenta l’emblema del sottufficiale dei militari) fanno

parte del ruolo degli Ispettori, che di contro rappresenta l’emblema della smilitarizzazione.

(in puro stile “Gattopardiano”). Contemporaneamente, tutti i Sovrintendenti della Polizia di

Stato, sottordinati degli Ispettori e parigrado dei Marescialli, vengono inquadrati Ispettori:

questa mossa, di fatto, fa retrocedere gli Ispettori a Marescialli. Tale assurda

retrocessione, pur creando imbarazzo al Governo di allora (che tramite il Ministro Frattini,

durante l’audizione alla Camera, riferisce che il riordino veniva approvato con un grave

torto nei confronti degli ispettori per i quali occorreva prevedere la costituzione di un ruolo

direttivo speciale), è stata comunque avallata.

Finalmente dopo 5 lunghi anni di attesa, nel 2000, con il D.Lgs. 334 del 2000, è stato

istituito il Ruolo Direttivo Speciale della Polizia di Stato. Tale ruolo è stato parimenti

istituito, e poi costituito, in tutte le Forze di polizia, tranne che nella Polizia di Stato ove

ancora oggi, l’ organico di tale Ruolo è inesistente con una carenza pari al 100%.Ciò

comporta che oggi la Guardia di Finanza ha in organico circa 690 Ufficiali del Ruolo

Direttivo Speciale, i Carabinieri invece ne hanno circa 1500 e tra questi oltre ad avere

alcuni Colonnelli, sembra facciano parte del ruolo speciale anche 2 o 3 Generali.

Di contro, la Cenerentola Polizia di Stato, che dovrebbe avere un organico di 1300

appartenenti al Ruolo Direttivo Speciale, non ne ha nemmeno uno (addirittura, mentre un

vertice dei Marescialli, qualora dovesse essere promosso per meriti straordinari può

diventare tenente, per un vertice degli Ispettori di Polizia, parigrado del predetto, la

promozione a commissario è una pura chimera, la normativa vigente non prevede

nemmeno tale promozione).Purtroppo, la mancata costituzione del ruolo direttivo speciale

ha creato un “tappo” nel ruolo degli ispettori della Polizia di Stato, le cui qualifiche apicali,

da venti anni a questa parte, non hanno le stesse opportunità dei loro omologhi parigrado

delle altre forze di polizia. Tale situazione ha impedito e continua ad impedire a tutti gli

appartenenti alla Polizia di Stato di crescere e progredire normalmente nell’ambito della

propria Amministrazione.Il “tappo” creato dagli Ispettori più anziani (da oltre 20 anni al

palo) ha impedito in primis a tutti gli altri Ispettori e poi via via anche al personale dei ruoli

inferiori, di avanzare nel ruolo o di transitare in quello superiore, così rallentando tutti i

concorsi. Il risultato è che oggi la “cenerentola” Polizia ha un vuoto negli organici

intermedi, e cioè in quelle qualifiche ove è prevista la figura dell’Ufficiale di P.G., pari al

68%.In pratica mancano il 100% del personale nel Ruolo Direttivo Speciale, il 48% nelle

varie qualifiche del ruolo degli ispettori in particolare in quelle iniziali, il 51% nelle varie

qualifiche del ruolo dei Sovrintendenti, con il risultato che presso gli Uffici Denunce delle

Questure o dei Commissariati, il cittadino è costretto a fare interminabili code tanto che a

volte, è costretto anche a rinunciare a sporgere la denuncia. Tutto ciò a causa di un

inspiegabile atteggiamento dei vertici del Dipartimento della P.S. che a causa di un

inspiegabile immobilismo, ha dimezzato i quadri intermedi della nostra Polizia di Stato.

Ci permettiamo di dire che questo comportamento è stato quantomeno incauto e

disattento.

Oggi, forse, ci troviamo nuovamente di fronte ad una grande opportunità, che vogliamo

sperare non continuerà a favorire la militarizzazione rispetto al modello più snello e

moderno dell'ordinamento civile, ove a differenza di quello militare, non è un sacrilegio

poter affermare che occorre assoggettare il modello stipendiale alle funzioni svolte

accorpando i ruoli Agenti e Assistenti e Sovrintendenti, in un unico ruolo a cui si potrà

accedere solo se in possesso di diploma di scuola superiore, e che quindi, di

conseguenza, non sarà più possibile accedere al servizio di Polizia con la sola licenza

media.

Chi si discosta da queste certezze ha una sicura propensione verso l'ordinamento militare

verso cui, sia chiaro, nutriamo profondo rispetto ma che con altrettanto rispetto, vogliamo

indicare come istituto diverso da quello della sicurezza interna che è e deve rimanere un

istituto di tipo civile.Chi non si riconosce in questi propositi, non ha intenzione di rispettare

quanto sancito dalla legge Madia che vuole premiare il merito la professionalità e non il

cognome.Crediamo sia necessario riconoscere il merito a da oltre 20 anni è stato utilizzato

in compiti previsti per le qualifiche superiori, senza prenderne i benefici stipendiali, così

lasciando spazio a chi vuole entrare in polizia, di farlo partendo dalle funzioni operative di

base con l’assicurazione di una massima apertura ad una totale progressione di carriera

qualora lo meriti e ne abbia i requisiti.

Diciamo no a posizioni di casta che assicurano (in alcuni casi grazie al

cognome) l’accesso diretto ai vertici senza aver assolutamente testato

se in possesso o meno delle qualità da poliziotto di strada.

La riforma che immaginiamo non ha bisogno di nuove risorse

finanziarie.

Per fare un esempio: un Sostituto Commissario, che da oltre un decennio, svolge funzioni

direttive come pure sancito dal Tar Lazio e passato ormai in giudicato, che con concorso

per titoli e merito viene scrutinato per Commissario e dopo la frequenza di un corso tipo

quello per dirigente, potrà essere inquadrato nella nuova qualifica non avrà di certo il costo

dei nove mesi che prevede la bozza dell’amministrazione come pure non vi sarà nessun

costo per il concorso né per lo stipendio in quanto già percepisce il “parametro 139” che è

lo stesso del commissario. Così pure per il Sovrintendente Capo, che inquadrato Ispettore

dopo un concorso per titoli e merito, non otterrà alcun aumento stipendiale, di contro

invece, ci troviamo le proposte di cui si discute e poste sul tavolo dall’amministrazione,

prevedono lauti aumenti (questi si onerosi) per gli anziani purché permangano nelle attuali

qualifiche, è per questo che ci chiediamo:

 

A CHI GIOVA QUESTA LAUTA STAGNAZIONE? ? ?

 

Si pensi che l’assegno di funzione costa molto di più di una

promozione ma, può essere corrisposto, solo a chi si fa comprare

assicurando che non concorrerà!

 

A tutto questo diciamo NO ! ! ! ! con molto meno, anzi a costo zero

si può restituire dignità ed è forse di questo che hanno bisogno gli

uomini e le donne della Polizia di Stato dopo 20 anni di mortificazioni.

 


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