COSA SI ASPETTANO I SOVRINTENDENTI GDF DALLA RIFORMA DELLE CARRIERE: VALORIZZAZIONE DEL MERITO, DELLE COMPETENZE E DELLE CAPACITÀ DEI FINANZIERI DI TUTTI I RUOLI (SENZA PIU' GHETTIZZAZIONI) - di Basilio Barreca e Luciano Maria Scarfò

domenica 26 giugno 2016

Di seguito una libera manifestazione di pensiero di Basilio Barreca e Luciano Maria Scarfò, della Sezione Ficiesse dello Stretto Reggio Calabria - Messina. Il titolo è della redazione del sito.

 

Come era prevedibile, in vista del riordino, si rincorrono le valutazioni e le aspettative che i rappresentanti dei vari ruoli esternano. 

Così, abbiamo letto ultimamente i documenti prodotti dai delegati Cocer della Categoria B (Ispettori) e della Categoria D (Appuntati e Finanzieri), mentre stiamo ancora aspettando l’emissione del documento relativo alla “sfortunata” Categoria C, quella dei Sovrintendenti.

A tal proposito, nell’ordine delle argomentazioni troviamo singolare, per non dire pretestuoso, quanto riportato in alcuni documenti, a cominciare da quello prodotto per gli Ispettori, categoria di fatto da sempre privilegiata sia in termini di partecipazione ai concorsi per l’accesso al ruolo superiore, sia per le offerte formative riservate ai Marescialli quanto a corsi di specializzazione/qualificazione centralizzati e periferici.

Tutti sanno, infatti, che a fronte delle qualifiche di ufficiale di p.t. e di p.g., gli appartenenti al ruolo Sovrintendenti, nonostante i reiterati interventi dei vari Consigli di rappresentanza (Co.I.R. e Co.Ba.R.),  non hanno la possibilità di accedere ai corsi di “investigatore economico finanziario”  o di “comandante di unità navale/direttore di macchina”. E ciò sebbene non siano certamente pochi i Sovrintendenti che svolgono l’incarico di “capo pattuglia” nelle verifiche e di “pilota di elicottero” nel Servizio Aereo, mentre nel Servizio Navale non è addirittura prevista alcuna abilitazione al comando/direzione, nonostante le numerose eccellenze che oggi tali Reparti annoverano. 

Il ruolo Ispettori ha senza dubbio un'importante funzione istituzionale nel comparto d’impiego tipico della Guardia di Finanza, ma gli altri due ruoli, Sovrintendenti e Appuntati e Finanzieri, non possono essere considerati da meno: tutti e tre sono complementari e nessuna attività di rilievo potrebbe essere portata a compimento se non attraverso la loro fattiva quotidiana collaborazione. 

Si ritiene singolare, poi, che ancora oggi si parli di “umiliazione”  del  ruolo  Ispettori. Forse - e ci si rivolge ai Sottufficiali ante-riordino del 1995 - i giovani Ispettori di oggi non possono sapere, e qualcuno non lo ricorderà, che ad essere realmente penalizzati furono i Marescialli di allora, che rivestivano i gradi apicali e intermedi (il Maresciallo maggiore aiutante e il Maresciallo capo per intenderci) della categoria, che oltre a non ricevere la benché minima gratificazione economica, rimasero nella sfera funzionale e nell’incarico del grado rivestito. 

Noi crediamo che sarebbe stato opportuno un documento unico per i ruoli ISAF da parte del Cocer, con una valutazione globale delle esigenze future e strategiche del Corpo e la richiesta di una superamento delle criticità in senso generale per proporre soluzioni che tenessero conto delle peculiarità dei ruoli e dell’impiego di un  Corpo del tutti diverso, quanto a funzioni, rispetto alle esigenze delle altre Forze di Polizia e, ancor di più, delle Forze Armate. 

L’idea non può essere quella di agevolare un ruolo sugli altri ma di rispettare TUTTI i componenti di quella che certamente va considerata "una stessa famiglia”. 

Discutere sulle modalità  e soprattutto  sulla meritocrazia di progressione di carriera a seguito di un ipotetico riordino dei gradi e delle funzioni merita, infatti, una valutazione globale, che tenga conto di tutto e di tutti  e vada oltre la propria condizione di grado rivestito e di funzione esercitata.

 Quello che ci vuole è una vera e propria "rivoluzione culturale" delle valutazioni del personale e degli avanzamenti con un sistema che garantisca in primis la trasparenza, quindi una rendicontazione che si basi contemporaneamente sul merito, sulle capacità acquisite con il lavoro svolto e sulle competenze ed esperienze maturate concretamente sul campo. 

La critica di chi scrive è originata, in particolar modo, dall’appartenere ad un ruolo ormai diventato “ibrido”,  perché oltre a non essere adeguatamente considerato, quello dei Sovrintendenti non è stato mai, fin dalla sua nascita, effettivamente valorizzato negli aspetti funzionali. 

A nulla sono valse le numerose circolari emesse sull’effettivo impiego del relativo personale e basterebbe girare per i reparti del Corpo per accorgersi che i Sovrintendenti vengono impiegati di norma in compiti per lo più esecutivi, senza alcuna considerazione per le qualifiche di ufficiale di p.g. e di p.t. possedute. 

Oggi, così, invece di andare verso la valorizzazione meritocratica di tutti i ruoli, cioè verso l’unica visione che interessa davvero ai cittadini e al paese, si pensa a una riforma del tutto subordinata alle aspettative degli Ispettori e del (solito) ruolo Ufficiali, con conseguente ghettizzazione, sia formale che sostanziale, del ruolo Sovrintendenti e di quello Appuntati e Finanzieri. 

Tentazione, questa, d'altra parte, che non nasce certo ora, come abbiamo segnalato qualche tempo fa in un articolo pubblicato alla pagina http://www.ficiesse.it/home-page/9949/riordino-delle-carriere_-per-i-brigadieri-due-passi-indietro-di-basilio-barreca-e-rinaldo-pompili_.  

Noi riteniamo, invece, che la riforma da realizzare debba riguardare l’intero complesso istituzionale e tenere conto delle aspettative di tutti, Ufficiali compresi, senza creare ulteriori gradi che allungherebbero le attuali e già eccessive distanze tra i ruoli.

A nostro avviso, quindi, bisogna: 

- lasciare aperti i passaggi da un ruolo all’altro, magari con dei concorsi interni a titoli ed esami, alla stregua di  quanto avviene oggi per il ruolo Sovrintendenti, dove gli Appuntati scelti/Assistenti capo (grado apicale del ruolo “Appuntati e Finanzieri/Carabinieri”  o “Assistenti e Agenti” per la Polizia di Stato); 

- garantire comunque un miglioramento economico graduale, anche per coloro i quali non riescano a transitare nel ruolo superiore, cosi’ come avviene oggi nei ruoli degli Ufficiali/dirigenti, ai quali è riconosciuto il passaggio alla semidirigenza, dirigenza e/o scatti al raggiungimento di un determinato numero di anni nel ruolo. 

Una riforma intelligente ed avveniristica deve prevedere due sole categorie di “poliziotti”, gli esecutivi (agenti di p.g. e p.t.) ed i direttivi (ufficiali di p.g. e p.t.), come avviene nelle agenzie americane ed presso la nostra D.I.A. 

Dalle due categorie si partirebbe poi alla ristrutturazione organica di ogni Corpo, prevedendo nella fattispecie gli organigrammi e gli arruolamenti, in relazione alle attivita’  di competenza, secondo le esigenze di ogni Organo di polizia. 

Ad esempio, non si può non riconoscere che mentre per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica sul territorio, demandato in particolare alla Polizia di Stato ed all’Arma dei Carabinieri, c’è bisogno di un numero di “agenti di p.g.” superiore a quello degli “ufficiali di p.g.”, nel Corpo della Guardia di Finanza,  che si occupa in via prioritaria dei controlli di polizia economico finanziaria, c’è l’esigenza esattamente contraria: quella di più ufficiali di p.t./p.g. rispetto agli agenti.

Partendo da tale logica di base si dovrebbero pianificare gli arruolamenti in relazione alle necessità di ripianamento degli organici futuri in modo da consentire la sistemazione e l’alimentazione dei rispettivi ruoli tramite: 

- concorsi interni per titoli ed esami (70%); 

- concorsi pubblici (30%) per diplomati e laureati, in questo modo si garantirebbe un giusto equilibrio tra le giuste aspettative lavorative di tutti, facendo salvi  i compiti specifici di ciascuno. 

Innovazioni, queste, che garantirebbero alla Guardia di Finanza non soltanto il mantenimento dei livelli di professionalità già raggiunti, ma anche il loro continuo accrescimento, unito a impegno e entusiasmo lungo tutto l’arco di ciascuna carriera, fino al congedo, senza appiattimenti e “ristagni motivazionali”. 

In altri termini, "semplicemente" la rivoluzione copernicana della pubblica amministrazione che serve a tutto il paese. 

 

BASILIO BARRECA

LUCIANO MARIA SCARFÒ

Sezione Ficiesse Stretto di Reggio Calabria - Messina

 

 

 

 

 

  

 


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