RITORNO AL PASSATO (di Palearia)
“““La Guardia di Finanza ha nel personale l’elemento fondante da cui attinge la gran parte delle potenzialità e professionalità necessarie all’assolvimento dei molteplici compiti istituzionali.
L’arma vincente è costituita dalla capacità di provocare in ogni finanziere, una partecipazione motivata, consapevole e collaborativa. Uomini motivati però non si improvvisano, ma si costruiscono con la cura attenta e continua di leaders capaci e convinti, in grado di gestire i cambiamenti e di innescare un circolo virtuoso che, attraverso la soddisfazione dei singoli, produca ub generale miglioramento, in termini di efficacia ed efficienza, dell’intera organizzazione. La pubblicazione si propone di fornire ai Comandanti ad ogni livello linee giuda affinché si realizzino le migliori condizioni di lavoro – si da valorizzare i valori motivazionali e professionali di ciascuno, nel rispetto della dignità della persona – e si prevengano situazioni di criticità nelle relazioni interpersonali.”””
Questa, signori, è la prefazione della pubblicazione 1/2005 “Progetti e azioni” del Comando Generale della Guardia di Finanza a firma del Comandante generale Gen. CA Roberto Speciale.
Il passaggio essenziale della pubblicazione in argomento, più volte citato nelle 50 pagine circa che la compongono, è il continuo richiamo alla “costruzione” di uomini motivati demandando l’assolvimento di tale compito a leaders capaci e convinti.
Orbene, io penso che uomini motivati non si costruiscono con l’aspettarli alle 8 del mattino fuori dall’uscio dell’ufficio, penso non si costruiscono con l’aspettarli alle 16,50 allorché questi bussano all’uscio per essere autorizzati all’ora di straordinario e ancora penso che non si costruiscono con l’aspettarli alle 17.55 allorché ribussano a quell’uscio per l’avallo dell’attività esperita e dell’ora di straordinario richiesta la cui quota cd. pro-capite mensile per un Reparto che opera in determinati settori è poco più di 10 ore. E’ vietato il ricorso all’istituto del riposo compensativo in considerazione del fatto che non è ammesso avere ore in eccedenza al termine del mese e soprattutto cercare di non imbarcarsi in attività/indagini difficoltose che potrebbero, verosimilmente, comportare uno sforamento del monte ore assegnato al reparto. Vi è di più, quel personale, per dedizione, lavora anche oltre il turno giornaliero senza segnare ore in eccedenza.
Però un dilemma li assilla; sapete quale è? E’ quello che non riescono a spiegarsi del perché, in assenza di ore , con conseguente invito a non intraprendere attività d’indagine che comporterebbero “sforamento” , c’è qualcuno che raggiunge l’obiettivo del monte ore assegnato, nel caso in specie 42 ore mensili, è come dire lavoro di meno e guadagno di più.
A tal proposito mi chiedo allora a cosa è servita la circolare nr. 307000 del 28 settembre 2005 che recita, tra l’altro: “““La gestione del compenso dello straordinario risulta influenzata da molteplici variabili- sia interne che esterne al Corpo – e costituisce uno degli incarichi più delicati assegnati a tutti i comandanti. Nella considerazione dell’assoluta necessità di improntare la suddetta gestione a criteri uniformi di efficienza ed economicità (prediligendo i comparti operativi rispetto a quelli di funzionamento, ovvero compensando – qualora possibile – la carenza della risorsa finanziaria con l’utilizzo del riposo compensativo) si ritiene che possano esservi realistiche possibilità di miglioramento…”””
Vi è di più , basta dare una sguardo all’art. 1 comma 198 della Legge Finanziaria 2006 e accorgersi che : “““- interventi in materia di risorse destinate alla contrattazione integrativa e di lavoro straordinario -….taglia i fondi per lo straordinario nel triennio 2006/2008 del 10% rispetto agli stanziamenti dell’anno 2004 a tutte le amministrazioni con esclusione ……nonché per la trattazione di procedimenti penali relativi a fatti di criminalità organizzata.”””
A questo punto sorge un dubbio. Ma per quale categoria è intervenuto il taglio?
Questo comunque, signori, è quello che accade in un Reparto Operativo del Nord-Est, da alcuni mesi.
Non penso sia questo lo sprono, ma soprattutto lo spirito di quella pubblicazione edita dal Comando Generale, affinché si verifichi quella provocazione che inneschi in ogni finanziere la partecipazione motivata, consapevole e collaborativa.
Questa azione è improvvisazione e non certo la realizzazione di quella decantata e voluta prospettiva di ambienti di lavoro fecondi, di benessere per il personale e di efficienza per l’istituzione.
Non penso che in quel Reparto sia in fase di realizzazione quanto auspicato nella citata pubblicazione e né tanto meno il suo fine può essere raggiunto attraverso sistematiche azioni tendenti ad ostacolare l’attesa innovazione.
Qualcuno forse pensa che quei cambiamenti devono essere interpretati come un ritorno al passato.
Eppure molti di noi hanno applaudito alla concretizzazione della innovazione anche perché si è ritenuto che questa sia l’elemento essenziale per assolvere ai molteplici compiti istituzionali, assegnati alla Guardia di Finanza, dall’ordinamento giuridico.
Non c’è nessuna intenzione di tornare indietro anche se occorre dire che, paradossalmente, nel passato ci sono stati leaders capaci di suscitare nel personale quella motivazione, quello spirito, quell’orgoglio di appartenenza che hanno elevato il prestigio e il decoro delle Fiamme Gialle.
Io penso che in quel Reparto l’innovazione, il cambiamento la voglia di proseguire in tal senso era in atto da anni ma purtroppo adesso ha subito un inaspettato arresto.
“““La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla sua dimensione precedente””” (A. Einstein),
Mi preme evidenziare che quel personale non si schiera tra coloro che vogliono fuggire dalla realtà per chiudersi nel sogno di quello che è stato, di cosa non sarebbe potuto essere e che mai sarà, e né tanto meno è assillato dal bisogno di scoprire un'immagine obiettiva di sé, anche perché penso che l'unica immagine possibile consiste nelle cose, nella natura, nell'aria che riflettono e rendono eterna la parte veramente viva di ogni creatura.
La volontà è comunque quella di cercare uno spirito collaborativo che può essere ripristinato solo attraverso il dialogo ovvero il lavorare insieme, con serenità e passione perché tutti vorremmo che alla sera, quando si ritorna a casa, si varcasse quella soglia con un sorriso sulle labbra, vorremmo che la moglie e i figli gioissero nel vedere un papà sereno, tranquillo e non essere anche loro destinatari e/o vettori di quella infelicità che da qualche tempo attanaglia il vivere quotidiano in quel Gruppo.
Non si può evocare sempre e unicamente le leggi, i regolamenti, che comunque rispettiamo, le riservate personali etc., questa non penso sia collaborazione ma è l’elevarsi al di sopra degli altri e quindi infondere un messaggio di essere il più forte.
“““Concentrarsi esclusivamente sull’esteriorità dell’essere è un segno di profonda lacerazione interiore, e proclamare ostentatamente la superiorità della forma rispetto al contenuto, in arte, letteratura e vita lascia supporre un enorme vuoto della persona.”””
Questo è decadentismo.
Il personale vuole vivere sereno all’interno dell’Istituzione di appartenenza, perché non è alla ricerca dell’altra metà (come diceva Platone), e perché è convinto che solo con la serenità si può contribuire ad accrescere il prestigio del Corpo. A ciò però si addiviene attraverso il lavoro, la voglia di misurarsi e di confrontarsi e penso sia questo lo spirito che anima quelle persone rendendoli orgogliosi di appartenere alla Guardia di Finanza.
Quel Gruppo pur avendo tra le sue peculiari prerogative, sia per la specialità che per la professionalità acquisita in determinati settori, quella di lotta al crimine organizzato, ben si colloca tra i reparti che maggiormente devono anche espletare la loro attività con la presenza sistematica sul territorio. Purtroppo i dati tendenti a suffragare tale assunto sono incontrovertibili e vanno nella direzione opposta. Sapete quale? Lavoro d’ufficio.
Questi sono i dati significativi riconducibili a quel Gruppo operativo che si commentano da soli e non penso inorgogliscono il personale e i cittadini di questo nostro bel Paese e per favore non rifugiamoci dietro la maschera dei tagli alla P.A. perché nel caso in esame nulla hanno a che vedere i tagli.
PALEARIA