IL SALTO IN AVANTI CHE CHIEDIAMO AL CORPO COMANDATO DAL GENERALE TOSCHI – di Giuseppe Fortuna

venerdì 22 luglio 2016

Dopo Travaglio e il Fatto Quotidiano, ecco Bonini attaccare su La Repubblica di oggi il comandante della Guardia di finanza Toschi.

Stavolta non ci sono i titoli e gli occhielli (offensivi) pubblicati dal Fatto del 3 maggio scorso, ma anche Bonini va giù duro, indirizzando contro il generale aggettivazioni e suggestioni  malevole, alcune delle quali francamente anche un po’ ridicole, come quando insiste sui "lettoni" (intesi come grandi letti), sulle mezze minerali, sui pacchetti di patatine e su un cestino di frutta.

Ci piacerebbe incontrare Bonini per rivolgergli domande su quanto ha scritto e sulle gravi contraddizioni ed omissioni della sua inchiesta, ma in questa sede ci interessa evidenziare altre due cose.

La prima riguarda la richiesta con cui si chiude il pezzo del giornalista: la scatola B14 merita risposte.

Ebbene, su questo anche noi pensiamo che stavolta il generale Toschi debba intervenire. L’articolo di Repubblica, infatti, è molto più insidioso di quello del giornale di Travaglio, perché è incentrato non tanto su procedimenti penali conclusi e archiviati quanto su presunti rapporti che il generale avrebbe intrattenuto con persone successivamente condannate per corruzione in grandi appalti.  E su questo tipo di relazioni non ci possono essere sospetti di alcun genere e il silenzio danneggerebbe in modo grave la credibilità dell’istituzione.

Quindi, si incrocino le armi con il giornalista e si chiarisca.

La seconda cosa da evidenziare è di sistema e si riferisce alla necessità che il Corpo comandato dal generale Toschi faccia un serissimo, deciso ed immediato SALTO IN AVANTI sul campo della deontologia professionale.

Il codice varato nello scorso mese di aprile è, in  questo senso, del tutto insufficiente, per non dire vecchio e ambiguo.

La Guardia di finanza ha il dovere, nell'attuale momento storico, di essere molto più ambiziosa di tutte le altre pubbliche amministrazioni sul fronte del cambiamento dei comportamenti proprio perché è l’istituzione alla quale l’ordinamento maggiormente si affida per contrastare la dilagante, dirompente e distruttiva controcultura della corruzione, del malaffare e della raccomandazione che sta uccidendo il nostro paese.

Noi crediamo che il Corpo debba essere il primo a introdurre, di sua iniziativa, regole di comportamento molto più stringenti, specialmente per i Finanzieri investiti di funzioni di comando. Chi ha la responsabilità di un reparto, così, non deve assolutamente accettare doni di alcun genere e importo, neppure di pochi euro, non deve partecipare a cene e pranzi, con mogli e senza, che non siano ufficiali, non deve fare acquisti di valore nella sua circoscrizione di servizio.

E deve essere scritto a caratteri cubitali che con l’aumentare del grado aumentano le responsabilità e aumentano le sanzioni disciplinari.

La Gdf è ancora un’istituzione militare. Dimostri di meritare le sue Stellette. Dia l’esempio.

 

GIUSEPPE FORTUNA


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