RIORDINO. PERCHE’ E’ FONDAMENTALE L’EQUIPARAZIONE AL RESTO DEL PUBBLICO IMPIEGO di Gianluca Taccalozzi

lunedì 14 novembre 2016

RIORDINO. PERCHE’ E’ FONDAMENTALE L’EQUIPARAZIONE AL RESTO DEL PUBBLICO IMPIEGO. di Gianluca Taccalozzi.

In questi giorni si sta discutendo di riordino dei ruoli delle Forze di Polizia e delle Forze Armate. Contemporaneamente si stanno predisponendo le Tabelle di equiparazione il personale del pubblico impiego c.d. privatizzato e personale militare delle Forze Armate e del Corpo Forestale dello Stato, per effetto dei ricollocamenti dei militari (in base alla legge n.244/2012) e dei forestali (in base al d.lgs. 177/2016) in esubero presso altre amministrazioni pubbliche.

Le due circostanze, all’apparenza distinte, sono legate a doppio filo. Il riordino dei ruoli del comparto sicurezza e difesa, infatti, dovrebbe servire a riequilibrare il gap (di dignità prima ancora che retributivo) accumulato dal personale del comparto rispetto ai cugini “privatizzati”.

Questi ultimi, infatti, dal 1997 in poi, hanno potuto beneficiare, per effetto della contrattualizzazione delle carriere, di diversi processi di “riqualificazione” che si sono sostanziati in un aggiornamento del titoli di studio collegati alle c.d. aree funzionali e la conseguente “promozione” di fatto del personale che al momento delle riforme rivestiva quelle posizioni, pur in assenza del nuovo titolo di studio. Esempio: per accedere (dall’esterno) alla qualifica di III Area Funzionale è ora necessaria almeno una laurea triennale (prima diploma), ma tutti coloro erano inquadrati in quella area al momento delle riforme, a prescindere dal titolo di studio posseduto, sono rimasti in quell’area (“valorizzata” dal nuovo titolo di studio previsto per l’ingresso) e molti addirittura promossi nell’area vice dirigenziale/dirigenziale

Al contrario il riordino del comparto sicurezza e difesa (1995) si è mosso al contrario. Si è sostanzialmente proceduto a promozioni di massa dal ruolo inferiore a quello superiore, senza però prevedere alcun aggiornamento del titolo di studio per l’accesso dall’esterno (rimasto terza media per il ruolo di base e diploma per il ruolo Ispettori). Con l’effetto di far salire (apparentemente) i singoli e retrocedere l’intero ruolo. Così molti Agenti/Appuntati sono divenuti Sovrintendenti ma il ruolo Sovrintendenti è divenuto di fatto  un ruolo “super Agenti/Appuntati”, molti Sovrintendenti sono divenuti Ispettori, ma il ruolo Ispettori è divenuto di fatto un ruolo Sovrintendenti e così via.

Era quindi inevitabile che un confronto tra i due ordinamenti portasse ad una retrocessione del personale del comparto sicurezza e difesa rispetto al resto del pubblico impiego. Così è stato, nel 2002, all’epoca della predisposizione delle attuali Tabelle di equiparazione e cos’ sta accadendo oggi. Una circostanza che magari nel 1995 e sino a qualche anno fa poteva determinare effetti molto ridotti (poche unità di personale in transito per motivi di saluti), ma oggi determina effetti dirompenti per effetto di una mobilità intercompartimentale sempre più importante (FF.AA. e CFS insegnano).

Quello che colpisce è il fatto che si stia predisponendo queste nuove Tabelle di equiparazione all’alba del riordino dei ruoli del personale del comparto, proprio nel momento in cui si poteva e si doveva aggiornare il modello di carriera del personale del comparto sicurezza e difesa rispetto al resto del pubblico impiego.

Ecco che è fondamentale bloccare la fuga in avanti di quei d.p.c.m. di equiparazione in corso di definizione alla Funzione Pubblica e prevedere nel prossimo riordino l’aggiornamento dei titoli di studio per l’accesso (dall’esterno) ai ruoli del comparto: diploma per Agenti/Appuntati e laurea triennale (o corso triennale per le amministrazioni militari) per Ispettori.

Al contrario, nelle bozze di riordino, si prefigurerebbe l’equiparazione del solo ruolo Funzionari/Ufficiali (attraverso la valorizzazione del titolo di studio laurea triennale + 2 anni di corso anche per l’accesso dall’interno) e la retrocessione di tutti gli altri ruoli. Perché, per questi ultimi, non si prevede alcuna valorizzazione del ruolo.

Una politica che porta inevitabilmente allo svilimento di tutti i ruoli, Funzionari/Ufficiali esclusi, con pesanti ricadute in termini di funzionalità e competitività per le Amministrazioni e di dignità per il personale.

Gianluca Taccalozzi - Delegato Co.Ce.R. – Guardia di Finanza


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