ILFATTO QUOTIDIANO.IT: STEFANO CUCCHI, “LO PESTARONO: OMICIDIO PRETERINTENZIONALE PER TRE CARABINIERI” PROCURA DI ROMA CHIUDE INCHIESTA BIS

martedì 17 gennaio 2017

ILFATTOQUOTIDIANO.IT: STEFANO CUCCHI, “LO PESTARONO: OMICIDIO PRETERINTENZIONALE PER TRE CARABINIERI” PROCURA DI ROMA CHIUDE INCHIESTA BIS

I pm della procura capitolina chiudono la seconda indagine sulla morte del geometra romano, avvenuta il 22 ottobre del 2009. Per altri due militari sono ipotizzati i reati di calunnia e di falso

di F. Q. | 17 gennaio 2017

Arrestato, pestato a sangue dagli stessi carabinieri che lo fermarono e quindi deceduto in un letto d’ospedale. Otto anni dopo ecco che la procura di Roma contesta a quei militari l’omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi. Il procuratore capitolino Giuseppe Pignatone e il sostituto Giovanni Musarò hanno infatti chiuso l’inchiesta bis sulla morte del geometra romano, avvenuta in un reparto protetto dell’ospedale Pertini, il 22 ottobre 2009, sette giorni dopo il suo arresto nel parco degli Acquedotti.

I tre carabinieri sono ritenuti responsabili del pestaggio del giovane geometra. Per altri due militari, invece, vengono ipotizzati i reati di calunnia e di falso: in pratica avrebbero coperto i colleghi. Il pm Musarò ha ritenuto infondata l’ipotesi della morte per epilessia di Cucchi, emersa dalla perizia d’ufficio disposta dal giudice in sede di incidente probatorio. Da qui il cambio di imputazione: i carabinieri a cui viene ora contestato l’omicidio, infatti, sono stati a lungo indagati per lesioni personali aggravate, mentre i militari accusati di calunnia erano sospettati solo di falsa testimonianza. Uno di questi – Roberto Mandolini – era stato di recente promosso nonostante l’indagine in corso.

Cucchi – come si legge nell’avviso di chiusura delle indagini – fu colpito a “schiaffi, pugni e calci”. Le botte, per l’accusa, provocarono “una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale” che “unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell’ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte“. Arriva a una svolta quindi l’inchiesta sulla morte del giovane arrestato il 15 ottobre del 2009. Fino ad ora ben quattro giudizi avevano portato soltanto ad assoluzioni: confermate due volte in appello quelle per i sanitari dell’ospedale Pertini, diventate definitive, invece, quelle per gli agenti penitenziari che lavoravano nelle celle del tribunale di Roma.

I carabinieri ai quali viene ora contestato l’omicidio Il passaggio fondamentale della nuova inchiesta – aperta nel 2014 – è legato senza dubbio all’esistenza di un nesso causa – effetto tra le percosse subite dopo l’arresto da Cucchi – che aveva due vertebre lesionate – e la morte avvenuta in ospedale, sei giorni dopo. Il giovane fu picchiato all’interno della caserma Casilina, dove era stato condotto dopo l’arresto.

“I carabinieri sono accusati di omicidio, calunnia e falso. Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia”, commenta Ilaria Cucchi, sorella del giovane assassinato. La donna, poi, ringrazia l’avvocato Fabio Anselmo che sta combattendo con lei la battaglia per cercare la verità sulla morte del fratello.

 


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