NUOVA MOBILITA’ DEL PERSONALE. UN PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE. di Gianluca Taccalozzi e Arcangelo Caso

martedì 17 gennaio 2017

NUOVA MOBILITA’ DEL PERSONALE. UN PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE. di Gianluca Taccalozzi e Arcangelo Caso

La mobilità rappresenta da sempre uno degli argomenti più dibattuti e complicati nell’ambito della Guardia di Finanza e non potrebbe essere altrimenti, vista la provenienza della stragrande maggioranza del personale (sud e isole) e la particolare funzione di polizia economico finanziaria che, al contrario, comporta l’esigenza di personale nelle regioni del Nord, cosa non riscontrabile (almeno nella stessa misura) nelle altre Forze di Polizia.

A questa cronica (e non risolvibile) problematica, negli ultimi anni, se ne sono aggiunte delle ulteriori che hanno reso la questione mobilità ancor più delicata:

  • l’allungamento della vita lavorativa ed il blocco del turn-over che hanno determinato un sensibile perdita di efficacia della una procedura di mobilità, in quanto la stessa (qualsiasi forma assuma) ha necessariamente bisogno di pensionamenti e reclutamenti per essere efficace;

  • il progressivo invecchiamento del personale in servizio presso i reparti del sud e delle isole determinato (oltre che dall’allungamento della vita lavorativa) dal fatto che le procedure di mobilità volontaria del personale ISAF sono impostate per ruoli (il Maresciallo può coprire un posto da Lgt e viceversa, per fare un esempio) e si basano, al pari delle carriere interne, quasi esclusivamente sull’anzianità di servizio;

  • la permanenza alla sede del personale promosso tramite concorsi interni, che se da un lato ha agevolato una parte di personale, dall’altro ha inevitabilmente “inquinato” la regolare mobilità dei ruoli Sovrintendenti e Ispettori, soprattutto nel momento in cui anche il ruolo Sovrintendenti si è avvicinato alla saturazione;

  • la progressiva perdita del potere di acquisto delle retribuzioni pubbliche (blocco stipendiale e contrattuale) e la crisi (perdita dei posti di lavoro o mancanza di opportunità di lavoro per i coniugi) che hanno reso più complicato vivere nelle regioni più ricche con lo stipendio di un finanziere e spinto (ancor di più) il personale a fare domanda di trasferimento per regioni d’origine per questioni puramente economiche (casa di proprietà, aiuto delle famiglie, ecc.).

In questo complesso contesto vi era comunque l’esigenza, peraltro più volte rappresentata da questo Co.Ce.R. e dai precedenti, di modificare il sistema della mobilità interna al fine di migliorarne l’efficacia, l’efficienza e la trasparenza.

Con la circolare n. 8555 del 12 gennaio 2017 è stato profondamente innovato il sistema di mobilità interna della Guardia di Finanza e si è passati, mantenendo ed ampliando le migliorie già introdotte negli ultimi anni (scorrimento graduatorie in primis), ad un modello c.d. per bandi che consente di operare più movimenti, dare più certezze e trasparenza e risolvere alcune croniche criticità.   

Il precedente sistema, pur prevedendo il vantaggio di chiedere più destinazioni e di conteggiare immediatamente i movimenti derivati dalla procedura (c.d. effetto “catenaria”), scontava alcune evidenti criticità:

  • l’inaffidabilità delle vacanze organiche individuate a titolo indicativo ad inizio procedura e la possibilità di richiedere tutti le sedi che creava grandi aspettative e false illusioni;

  • l’impossibilità di coprire croniche vacanze organiche in alcuni comandi provinciali o in taluni Reparti (in particolare quelli a più spiccata connotazione operativa), per effetto del c.d. “doppio filtro” regione/provincia;

  • il gran numero di rinunce post trasferimento;

  • l’incapacità di armonizzare il piano centrale con il piano periferico e le assegnazioni post corsi di formazione, che spesso ha provocato la totale inaffidabilità delle indicazioni sulle vacanze organiche previste ad inizio procedura, atteso che tali vacanze venivano di fatto coperte da assegnazioni post corsi o da movimenti periferici intervenuti dopo l’apertura e prima della definizione del piano centralizzato.

Le nuove modalità consentono di superare, almeno in parte, tali criticità, atteso che:

  • i posti messi a bando sono quelli che effettivamente saranno coperti, rendendo contemporaneamente sempre efficacie lo scorrimento delle graduatorie ed affidabili i numeri indicati ad inizio procedura;

  • si supera il c.d. doppio filtro consente di accordare istanze di trasferimento per reparti o province in cronica vacanza organica ed agevolare la mobilità tra sedi meno ambite (nord-nord, centro-centro, centro-nord);

  • i posti messi a bando sono definiti sulla base delle effettive carenze organiche, sulle indicazioni dei Comandi Regionali, sulle dinamiche storiche dei numeri in entrata ed in uscita e sulla consistenza del numeri degli allievi in uscita dai corsi di formazione, il che consente di “armonizzare” (a livello centrale) il piano centralizzato con i movimenti periferici (che scompaiono) e con le assegnazioni post corsi di formazione, prima della procedura di mobilità e non durante, come avveniva con il precedente sistema. In questo senso è normale che, in una situazione dove le vacanze sono concentrate in determinate aree geografiche (nord e/o province disagiate in termini di infrastrutture, collegamenti o qualità della vita) e/o di impiego (reparti operativi), i posti messi a bando non possono corrispondere esattamente alle vacanze organiche, in quanto nella e per la determinazione degli stessi, bisogna considerare e prevedere ogni possibile “effetto domino” (per esempio: svuotamento di aree già in cronica carenza organica).

Ciò premesso, aldilà delle modalità con cui si organizza il piano di impieghi, è del tutto evidente che la mobilità interna potrà tornare a livelli apprezzabili soltanto con il riavvio del regolare turn-over, ovvero tra due/tre anni, quando (a legislazione vigente) i pensionamenti e gli arruolamenti torneranno ai livelli ordinari di qualche anno fa.  

Si tratta comunque di un primo passo nella giusta direzione che andrebbe però seguito da altri e coerenti interventi in materia di gestione delle risorse umane (alloggi di servizio, asili nido e/o meccanismi di premialità di ordine economico e non solo morale) in grado di rendere più agevole la vita dei finanzieri in servizio in quelle zone e/o in quei reparti dove, per motivi economici o di “pressione” lavorativa, si registrano tante domande di trasferimento in uscita e poche in entrata.

Gianluca Taccalozzi e Arcangelo Caso - Delegati Co.Ce.R. - Guardia di Finanza     


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