GREENREPORT.IT: FOIA, IGNORANZA DI STATO: NEL 73% DEI CASI LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON RISPONDE AI CITTADINI

martedì 25 aprile 2017

GREENREPORT.IT: FOIA, IGNORANZA DI STATO: NEL 73% DEI CASI LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON RISPONDE AI CITTADINI

Poco meno di un anno fa il “Decreto Trasparenza” veniva approvato dal Consiglio dei ministri, celebrato   come passe-partout per l’accesso alle informazioni della pubblica amministrazione: grazie a questo decreto, elaborato all’interno della riforma Pa, i cittadini avrebbero infatti visto riconoscersi un diritto già in vigore in oltre 90 Paesi al mondo.

Il Freedom of Information Act (Foia) all’italiana non sembra però aver raggiunto i risultati sperati. Come documenta oggi l’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) analizzando il rapporto prodotto dall’ong Diritto Di Sapere – che ha coinvolto 56 volontari tra giornalisti, cittadini e attivisti di associazioni come Greenpeace, Legambiente, Transparency International – nel «73% dei casi i richiedenti non hanno ricevuto alcuna risposta Secondo gli organizzatori, poi, uno su tre dei rifiuti che sono stati opposti alle richieste sono illegittimi, perché l’accesso è stato negato per mancanza di motivazione o utilizzando eccezioni non previste dal decreto trasparenza, a riprova che la nuova norma è ancora poco conosciuta e rispettata dalle Pubbliche amministrazioni (PA)».

Il rapporto, a cui è stato dato il significativo titolo “Ignoranza di Stato“, è stato realizzato inviando 800 richieste di accesso generalizzato a numerose amministrazioni pubbliche in tutta Italia, e nel 4% dei casi le domande avevano come oggetto temi ambientali.

In questo caso «i dati richiesti  hanno riguardato incidenti sulle piattaforme petrolifere, uso di fitosanitari in agricoltura, presenza nell’acqua di composti chimici potenzialmente dannosi per la salute umana, rispetto dell’obbligo di installare impianti rinnovabili su edifici di nuova costruzione o sottoposti ad ingenti ristrutturazioni. Le richieste inoltrate come Greenpeace Italia hanno quasi tutte ricevuto risposta, mentre l’unica istanza a nome di un privato cittadino (riguardante il rispetto dei vincoli di legge relativi a impianti di energia a fonti rinnovabili sui nuovi edifici) non ha ricevuto alcun riscontro. In generale, secondo l’organizzazione ambientalista, le risposte sono state spesso vaghe e incomplete e rimandavano ad altri enti competenti, dai quali però non hanno ricevuto alcuna risposta».

 


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