CORSERA.IT: IL BOOM DELLA "BUROCRAZIA DIFENSIVA", "TROPPE RIFOMRE, MEGLIO STAR FERMI" di Lorenzo Salvia

venerdì 19 maggio 2017

CORSERA.IT: IL BOOM DELLA "BUROCRAZIA DIFENSIVA", "TROPPE RIFOMRE, MEGLIO STAR FERMI" di Lorenzo Salvia

Negli ultimi anni regole e procedure sono cambiate tante volte: il 65% dei dipendenti pubblici dice che «l’unica salvezza è quella di stare fermi». I risultati di un sondaggio del Forum della pubblica amministrazione tra i lavoratori del settore

La burocrazia come atto di difesa. Magari non legittima, ma comunque efficace. Il 62% dei dipendenti pubblici dice che negli ultimi anni tra riforme, controriforme e relativi decreti attuativi, le regole da seguire in ufficio sono cambiate troppo spesso. E che il risultato è stato opposto a quello voluto: gli statali d’Italia sono convinti ancora più di prima che solo non facendo possono evitare rischi. Lo sostiene un sondaggio realizzato tra 1.800 lavoratori del settore pubblico dal Forum della pubblica amministrazione, evento che si terrà a Roma dal 23 al 25 maggio.

L’arte della difesa, tra pareri e rinvii

Ma che cos’è, in concreto, la burocrazia difensiva? Pretendere un doppio canale, digitale ma anche cartaceo, per i documenti perché «non si sa mai». Chiedere un’infinità di pareri prima di prendere una decisione e poi rimandare comunque la palla al superiore, senza muovere una carta senza indicazioni esplicite. Non usare le banche dati ma chiedere ai cittadini informazioni che gli uffici hanno già nei propri archivi.E così via, difendendosi tra un timbro e un bollo.

La (lunga) lista delle riforme

La riforma della pubblica amministrazione, del resto, è un grande classico della politica. Non c’è stato governo che non abbia provato a cambiare, in superfice o in profondità, le regole di uno dei settori più resistenti all’innovazione. Da Franco Bassanini a Renato Brunetta, fino a Marianna Madia che proprio oggi porta in consiglio dei ministri altri due decreti attuativi della sua riforma, non c’è stato ministro che non abbia provato a lasciare il segno. «I dipendenti - spiega Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum pubblica amministrazione - ci raccontano che l’unica salvezza percepita è quella di restare fermi, di prendere il minimo delle responsabilità possibili, di aspettare che passi il vento dell’innovazione (che tanto dura al massimo il tempo di un governo) o di pretendere, prima di applicarle, che le novità diventino obbligatorie».

Merito e giovani per rimediare

Come uscirne? Oltre a difendersi, i dipendenti pubblici propongono anche qualche correttivo. Il 50% degli intervistati dice che la principale misura anti burocrazia sta nella «scelta meritocratica dei dirigenti». Il 19% pensa che la soluzione sia l’assunzioni di giovani. Forse hanno ragione. Oggi l’età media dei nostri burocrati è intorno ai 50 anni. Nel 2019, secondo le previsioni della Ragioneria generale dello Stato, dovrebbe arrivare a 53. Il problema, però, è quello di sempre: trovare i soldi

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