IL PIANO DEGLI IMPIEGHI DEL PERSONALE DELLA GUARDIA DI FINANZA. LUCI E OMBRE DEL NUOVO “SISTEMA PER BANDI” E I MOVIMENTI IRRAGIONEVOLI DEI TRASFERIMENTI D’AUTORITÀ DEL PERSONALE UFFICIALE. Di Rosario Leonardo

lunedì 10 luglio 2017

“Gentile Collega,

la Sua istanza di trasferimento ha trovato accoglimento nell'ambito del Piano degli impieghi appena concluso.

La manovra, per la prima volta, è stata strutturata su un modello "per bandi", introdotto all'esito di una serie di approfondimenti e sperimentazioni volti a concepire una procedura che consentisse di contemperare il più possibile le legittime e meritevoli aspirazioni di impiego del personale con le esigenze organizzative del Corpo. Di qui, in un quadro di assoluta trasparenza, piena meritocrazia e valorizzazione del rapporto fiduciario e di collaborazione tra il Corpo e i Suoi Militari, la scelta di comunicare sin da subito le sedi da ripianare e il numero di posti disponibili, così da eliminare qualsivoglia aspetto o fattore di incertezza che favorisse l'insorgere di aspettative concretamente non riscontrabili.

L’obiettivo e auspicio primario di incrementare il numero delle istanze accolte ed elevare il livello di soddisfazione del personale è stato raggiunto, atteso che il nuovo modello ha consentito di pervenire all’accoglimento di 792 istanze su un totale di 3614, con un sensibile aumento, in termini percentuali, dei trasferimenti disposti, sia rispetto alla precedente pianificazione (+ 23,10%), che alla media dei movimenti accordati nell’ultimo quinquennio (+ 66,36%).

Il Comando Generale auspica che l’accoglimento della Sua istanza possa davvero consentirLe di conciliare i Suoi desiderata e le Sue esigenze personali e familiari con quelle dell’Amministrazione, nei nuovi incarichi professionali che Le saranno demandati.

I più cordiali saluti e un sincero augurio di “buon lavoro” nella nuova sede di servizio”.

Questa è la mail che hanno ricevuto i militari del ruolo I.S.A.F. che sono stati trasferiti, con la nuova procedura per bandi, nelle sedi desiderate.

Cosa si può osservare da questa comunicazione? Intanto i termini, nella realtà, sono invertiti. La procedura non è stata progettata per soddisfare le legittime e meritevoli aspirazioni di impiego del personale con le esigenze organizzative del Corpo, né per incrementare il numero delle istanze accolte ed elevare il livello di soddisfazione del personale, ma precisamente il contrario.

Il motivo è semplice e, addirittura, sinteticamente illustrabile. Il piano è congeniato, quasi esclusivamente, sulla base delle vacanze organiche delle sedi poste a bando, ammettendo, quindi, un numero limitato di accessi alla procedura e, di conseguenza, un numero maggiore di istanze che potranno essere soddisfatte all’esito delle valutazioni - effettivamente su base oggettive - operate dal Comando Generale.

La nuova procedura per bandi non soddisfa per niente le aspettative del personale ma serve all’amministrazione a ripianare le vacanze organiche che ha in alcune sedi e, contestualmente, prospettare di aver reso efficiente il piano degli impieghi. In sostanza, tutto il contrario della comunicazione che è stata inviata ai militari che hanno trovato soddisfazione nell’accoglimento della propria istanza

Si noti in merito che solo il 22% delle istanze presentate ha trovato favorevole accoglimento contro circa l’78% che è rimasto fermo al palo.

Altra considerazione che non va sottovalutata, legata al presupposto per poter accedere al piano degli impieghi per bandi, è la logica utilizzata per la preventiva individuazione delle sedi da alimentare che, solo in presenza di particolari e contingenze esigenze di servizio, potrà essere prevista anche a prescindere dall’eventuale sussistenza di un deficit a livello regionale e/o provinciale. In altri termini solo in casi eccezionali saranno bandite vacanze in soprannumero.

Tale circostanza non è assolutamente da sottovalutare perché, se le vacanze organiche dei reparti sono solo ripianate, quindi azzerate, con il piano per gli impieghi, i reparti non avranno esuberi in organico. Capita allora che, se un militare ha la necessità di accedere alle cc.dd. “situazioni straordinarie” o richiede un trasferimento temporaneo, quindi si trova in presenza di situazioni del tutto eccezionali connotate da estrema delicatezza e gravità per le quali chiede un tramutamento di sede, l’Amministrazione, come sovente capita, non accoglie l’istanza al fine di non “depauperare le risorse disponibili presso la sede i provenienza”, in pratica addivenire ad un deficit in organico.

Sia chiaro, la procedura per bandi, rispetto al passato, non ha modificato termini e condizioni per i trasferimenti straordinari o temporanei ma, di fatto, ha posto le condizioni affinché quando vengono valutate tali situazioni, la forza dei reparti – in uscita ed in ingresso – risulteranno, a seguito dell’eventuale trasferimento dell’istante, quasi sempre deficitari/eccedentari. In tal senso sarebbe auspicabile che in presenza di dette situazioni, del tutto eccezionali, il vincolo della forza – del reparto di provenienza e di destinazione – venisse espunto dai criteri oggetto di valutazione e venissero rese prevalenti le oggettive situazioni di difficoltà in cui versa il militare istante. In alternativa, potrebbe essere valutato il ripianamento della forza del reparto cedente attingendo, a scalare, dall’elenco della graduatoria redatta per la sede del reparto interessato al movimento.

Diverso è il caso del trasferimento degli ufficiali. Intanto nel piano degli impieghi degli ufficiali vi è la possibilità, in sede di compilazione della scheda di pianificazione, di indicare tre sedi gradite presso cui essere trasferiti. In gran misura, l’ufficiale viene trasferito, per motivi di servizio, in una delle tre sedi indicate, con la corresponsione di tutte le spettanze economiche previste per i trasferimenti d’autorità. Anche in questo caso siamo in presenza di una contraddizione in termini: se le sedi sono indicate quali desiderate, com’è che poi i trasferimenti disposti sono per esigenze di servizio? Se uno desidera Aosta e viene trasferito a Trapani, siamo in presenza di un trasferimento d’autorità per motivi di servizio, ma, se uno desidera essere trasferito a Terni e va a Terni non credo si possa definire propriamente un trasferimento per motivi di servizio e quindi d’autorità!

Discorso a parte è da fare per quegli ufficiali che, non rientrando nel circuito virtuoso dell’accoglimento delle desiderate per motivi di servizio, vengono avvicendati comunque nell’incarico.

Giusto per dare l’idea dell’importanza della manovra, va osservato che l’ultimo piano degli impieghi ha comportato circa 675 movimenti (136 dirigenti e 539 direttivi). Di questi 590 d’autorità e 85 a domanda (di quest’ultimi 84 direttivi e 1 dirigente)[1].

Si verifica allora, come nell’ultima edizione dei trasferimenti, che si rende necessaria una e più manovre di assestamento per tentare, disperatamente, di spostare tutti quegli ufficiali che, umanamente, tentano di non recarsi presso le sedi assegnate perché magari non gradite o, ancora più comprensibilmente, cercano di evitare il trasferimento del nucleo familiare. Il risultato è che tanti reparti non conoscono il nome del nuovo comandante.

Al netto della valutazione sulla vera utilità ed economicità ad effettuare tutti questi spostamenti, ci si chiede allora: se i trasferimenti sono d’autorità, di fatto, quindi, ordini, perché ci sono tutte queste difficoltà?

Diceva il premio Nobel per la letteratura del 1981 Elias Canetti: che ci siano lingue diverse è il fatto più misterioso del mondo. Vuol dire che per le stesse cose ci sono nomi diversi; e questo dovrebbe far dubitare che non siano le stesse cose.

Noi, però, tentiamo di usare solo l’italiano.

 

Rosario A. Leonardo

 


[1] Veggasi in merito: http://www.ficiesse.it/home-page/9943/ballando-sotto-le-stellette_-una-vita-con-la-valigia-in-mano-con-poche-opportunita-di-carriera_-di-rosario-leonardo


Tua email:   Invia a: