TISSONE SILP CGIL: UN CHECK UP ALLA NUOVA LEGGE SUL CYBERBULLISMO

sabato 14 ottobre 2017

La nuova legge sul cyberbullismo, in vigore dallo scorso giugno, costituisce un fondamentale passo avanti per contrastare un fenomeno che in Italia colpisce 2 ragazzi su 3 in vario modo, che è in aumento soprattutto al Nord (con un trend di crescita in tutta Italia dell'8%) e che interessa molto le ragazze. In un recente convegno svoltosi a Sarzana, alla presenza tra gli altri della senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della legge, del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri e dei vertici della Polizia Postale e delle Comunicazioni, è stato fatto un primo check up sulla nuova normativa che punta a salvaguardare i minori, che per la prima volta introduce nel nostro ordinamento una definizione certa del fenomeno e che investe sul ruolo della scuola. Inoltre, concretamente, sono stati introdotti 2 strumenti per salvaguardare i ragazzi: la possibilità di far oscurare e rimuovere i contenuti che danneggiano il minore, scrivendo direttamente al gestore del sito internet o del social media che deve provvedere entro 48 ore, altrimenti è previsto l'intervento del Garante della Privacy.

Inoltre, è stato introdotto l'ammonimento da parte del questore, estendo al cyberbullismo la procedura prevista in materia di stalking dall'art. 612 bis del codice penale. In Parlamento la discussione per approvare questa normativa è stata lunga, anche perché alcuni emendamenti, poi respinti, puntavano ad estendere le nuove disposizioni anche al fenomeno del bullismo "classico" e agli adulti. Ritengo che queste modifiche sarebbero state un errore, soprattutto perché avrebbero impedito di focalizzare l'attenzione sulla salvaguardia dei minori. La legge, probabilmente, doveva invece contenere norme più cogenti per quel che riguarda la rimozione dei contenuti: il meccanismo che prevede 48 ore di tempo per oscurare post, foto e video e le ulteriori 48 ore concesse al Garante della Privacy sono obiettivamente un tempo enorme nell'era della comunicazione social che è velocissima. Tecnicamente, poi, bisognerà studiare un metodo per rimuovere contenuti anche non riferiti ad Url (a esempio foto e video trasmessi tramite Whatsapp) che la legge non considera. Sullo sfondo, poi, c'è un problema di natura politica che deve essere chiaro al legislatore. Le nuove norme sul cyberbullismo sono complessivamente buone, ma non bisogna dimenticare che il contrasto a questo fenomeno come alla pedopornografia e ai reati informatici, per altro in crescita secondo le ultime statistiche, viene portato avanti dagli Uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni che, purtroppo, sono costantemente a rischio chiusura nell'ottica dei tagli e delle razionalizzazioni che hanno caratterizzato quasi tutti i Governi degli ultimi 15 anni. Da qui, credo, bisogna ripartire. I presidi della Proposta vanno rafforzati, piuttosto, investendo ulteriormente in uomini, mezzi e formazione. Ben vengano le nuove assunzioni di personale in divisa, annunciate dal governo e da tempo richieste dal sindacato. Se realmente vogliamo contrastare un fenomeno che ogni giorno sconvolge la vita di migliaia di ragazzi, dobbiamo davvero fare sistema con la scuola e con le famiglie, mettendo le istituzioni preposte al contrasto del cyberbullismo nelle condizioni migliori per operare. Non c'è altra via.

 
Daniele Tissone
Segretario generale sindacato di polizia Silp Cgil

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