SE VINCE IL “MA CHE TI IMPEGNI A FARE, TANTO ALLA FINE NON SERVE A NIENTE!”. IL MALESSERE DEI “M.A.-8” E L’ESIGENZA DI CORRETTIVI INTELLIGENTI di Gianluca Taccalozzi

giovedì 22 marzo 2018

SE VINCE IL “MA CHE TI IMPEGNI A FARE, TANTO ALLA FINE NON SERVE A NIENTE!”. IL MALESSERE DEI “M.A.-8” E L’ESIGENZA DI CORRETTIVI INTELLIGENTI di Gianluca Taccalozzi

Si torna a parlare di correttivo al riordino, anche se, vista la situazione politica, nessuno è in grado di immaginare tempi, modi e conclusioni.   

I correttivi per loro stessa natura non possono stravolgere il riordino, ma hanno la funzione di correggere errori formali, sistemare situazioni palesemente illogiche e magari migliorare l’impianto con interventi mirati ed opportuni. Non a caso le risorse a disposizione sono piuttosto limitate (30 milioni per il 2017 e 15 milioni di euro a decorrere dal 2018).

Ecco che accanto a quelle misure che saranno per forza di cose considerate (“una tantum raggiunti” per App. sc. arr. 1994; qualche misura di ristoro per il personale transitato di ruolo non coperto dalla clausola di salvaguardia dello stipendio parametrale, ecc.), nel correttivo possono e devono essere valutate anche questioni di opportunità.

Tra queste la più rilevante è certamente quella relativa ai Marescialli Aiutanti ante riordino con meno di 8 anni di anzianità di grado, anche (ma non solo) perché è stata la prima ad essere oggetto di contenzioso (TAR Aosta ordinanza n. 17/2018) e sarà certamente al vaglio della Corte Costituzionale. 

Per inquadrare compiutamente la vicenda ed per apprezzare il “malessere” da questa particolare categoria di personale, occorre valutare gli effetti del riordino sotto il profilo morale e della motivazione del personale e non solo sotto il profilo strettamente formale e giuridico.

Come noto il legislatore del riordino ha scelto di appiattire (privilegiando il criterio dell’anzianità nelle valutazioni) e di allungare la carriera interna al ruolo Ispettori, accompagnata da un regime transitorio tecnico e coerente con il regime ordinario. Scelta molto discutibile ma, una volta scelto di fare un riordino, inevitabile (vgs. Capitolo 4 Guida al riordino GDF).  

Nel riordino sono stati quindi previsti una serie di interventi:

  • il superamento della precedente ultraselettiva procedura di avanzamento da M.C. a M.A., in favore di una nuova e molto meno selettiva procedura “a scelta per terzi”;

  • la promozione massiva ed immediata a M.A. dei M.C.+8 che non ha prodotto scavalcamenti, ma ha di fatto inflazionato il grado M.A.;

  • la trasformazione in grado della qualifica di Lgt. e la creazione della una nuova qualifica di Lgt C.s. che hanno intaccato il “rango” ed il prestigio del vecchio grado M.A.;

  • la promozione massiva ed immediata dei MA+8 a Lgt prima ed a Lgt. C.s. poi e l’attribuzione massiva ed immediata della qualifica di C.s. ai Lgt.;

  • il requisito di Lgt.+6 per l’acceso al concorso straordinario per Ufficiali e quello di max. 45 anni di età anagrafica per l’accesso al concorso interno per Ufficiali, che di fatto esclude buona parte dei M.A.-8 dalla possibilità di concorrere per il ruolo Ufficiali;

  • l’assegnazione ai M.A. -8 di un incremento parametrale tra i più modesti del riordino;

  • la scelta di consentire ai M.A. delle bande musicali di accedere alla valutazione a Lgt con 4 anni di anzianità nel grado, anziché 8.

Tutte azioni che messe insieme hanno determinato nei confronti dei M.A.-8 una situazione oggettivamente antipatica, per usare un eufemismo, che magari non sarà rilevante dal punto di vista giuridico ma è certamente rilevante dal punto di vista morale e più in generale sotto il profilo della motivazione del personale. Non a caso il TAR Aosta, pur non riconoscendo la sussistenza di sperequazioni a danno dei M.A.-8 sotto il profilo strettamente giuridico, ha ravvisato (segnalandola alla Corte Costituzionale per il possibile contrasto con il criterio di “merito e professionalità” previsto dalla delega) una carenza di considerazione del merito nel regime transitorio da MA a Lgt.. 

Inutile girarci troppo attorno, purtroppo senza correttivi, il messaggio che passa è che a vincere e la logica del “Ma che ti impegni a fare, tanto alla fine non serve a niente!”.

Un messaggio devastante in termini di produttività per qualsiasi azienda o organizzazione ed in particolare per quelle che, come le Forze di Polizia, spendono oltre il 90% del proprio budget nelle risorsa umane.  

Ci sono i margini per trovare nel regime transitorio soluzioni intelligenti ed idonee a far sì che quel deleterio messaggio si trasformi in più positivo o meno negativo “ne è comunque valsa sempre la pena! E quindi ne vale e ne varrà!”.

Gianluca Taccalozzi - Delegato Co.Ce.R. Guardia di Finanza  

 

 


[1] Incarichi e posizioni in precedenza destinati ai M.A. saranno progressivamente ma inevitabilmente destinati  ai soli Luogotenenti.


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