LE VEDETTE INSONNI DEI DIRITTI SINDACALI AI MILITARI – di Michele Fornicola

giovedì 19 aprile 2018

Di seguito e con titolo della redazione del sito, un articolo di Michele Fornicola, anch’egli vedetta insonne (e instancabile) dello storico riconoscimento del diritto di associazione sindacale ai cittadini con le stellette.

 

E’ doveroso da parte mia, in premessa, citare l’articolo di Grnet curato da un impegnatissimo Giuseppe Paradiso il quale, riassumendo, sottolinea che le prime esigenze di una sindacalizzazione del personale militare, si manifestarono, in Italia come nel resto d’Europa, all’inizio degli anni ’50. “Nacquero così le prime associazioni professionali di categoria dei militari in congedo, con l’obiettivo precipuo di tutelare gli interessi del personale. Gli stessi, nel 1969, si unirono dando origine all’Anam (Associazione Nazionale Autonoma Militari)”. Da questa associazione, che aveva nel “Giornale dei Militari” diretto da Giorgio Castellano, il suo organo di stampa, nacque, nel dicembre 1972, il SINAM (Sindacato Nazionale Autonomo dei Militari)

Passano gli anni ed il “Movimento dei Sottufficiali democratici” composto principalmente da militari dell’Aeronautica continua a lavorare con i medesimo obiettivo ma, sul confine del diritto sindacale ci sono anche le “Vedette insonni” che certamente non stanno a guardare.

Grazie all’iniziativa di una “vedetta insonne” la Corte Costituzionale è stata nuovamente chiamata ad esprimersi con decisioni che prevedano, per i cittadini in divisa, minori limitazioni a quei diritti fondamentali che sono individualmente garantiti dalla Costituzione. Nei giorni scorsi la Corte ha sostanzialmente ammesso che il sindacato è compatibile con i caratteri di coesione interna e neutralità dell’ordinamento militare che deve assicurare forme di salvaguardia. L’istituto delle rappresentanza militari non è sufficiente a ricomprenderle e garantire la tutela di interessi collettivi.

Il sito “Ficiesse”, in data 12 aprile, pubblica un articolo a firma di Francesco Zavattolo, Segretario Generale Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà, dal titolo “ I militari avranno un sindacato”. Nell’articolo, giustamente, si sottolinea l’importanza di un evento di rilevanza storica: la Corte Costituzionale ha rimosso il limite, imposto ai soli militari, di non potersi costituire in libere associazioni a carattere sindacale. Francesco Zavattolo apprezza il fatto che tale risultato è stato ottenuto grazie all’impegno ed alla determinazione di “Ficiesse”, del “Nuovo Giornale dei Militari” e di “Assodipro”, che non hanno mai smesso di operare e credere in questo risultato.

Sono certo che anche Francesco Zavattolo ha svolto un ruolo fondamentale per la realizzazione di questo obiettivo e, per questo motivo, anche io desidero unirmi, e ringraziare personalmente Francesco Solinas che ha sottoscritto il ricorso esaminato dalla Corte Costituzionale. Un uomo, Francesco, che per il suo coraggio è destinato ad essere ricordato per molti anni a venire dalla cronaca specializzata che avrà il compito di ricostruire e commentare i passaggi fondamentali di questo lungo tortuoso cammino.

Il tempo, certamente è galantuomo e sono certo che la storia regalerà il meritato spazio anche a Emilio Ammiraglia, compianto presidente di Assodipro artefice e storico sostenitore del diritto di costituire associazioni a carattere sindacale per i militari. Un Presidente che ho avuto il privilegio di conoscere e la cui stima era ricambiata. Un Presidente la cui indiscussa autorevolezza era nota ed apprezzata in Italia ed in Europa. Un Presidente che ha lasciato la sua eredita in buone mani quando il “testimone” è stato raccolto  da Salvatore Rullo che ha assunto la carica di Presidente di Assodipro continuando la “battaglia” con altrettanta determinazione ed autorevolezza.

Ma consentitemi di ringraziare Salvatore Trinx, Giuseppe Fortuna, Daniele Tisci, Eliseo Taverna e, non da ultimo, anche Cleto Iafrate (Ficiesse) autore di numerosissimi “saggi” sul diritto e sui diritti dei militari. Un’altra “pietra angolare”, Cleto, molto conosciuto e stimato per la capacità “unica nel suo genere” di descrivere le contraddizioni che spesso accompagnano l’esistenza di chi vive nelle caserme. Un “saggio influente” che a mio avviso è stato illuminante anche per i colleghi più riottosi nel comprendere le innumerevoli sfaccettature  dietro cui si cela il “diritto”. La  storia certamente racconterà le sue battaglie  ma anche gli interventi “in punto di diritto” fondamentali per comprendere la dimensione del problema ed i punti “deboli/contrastanti” da correggere per il raggiungimento di questo grande traguardo.

Solo per motivi anagrafici non sono in grado di citare protagonisti altrettanto importanti, ma la mia fonte di ispirazione, molti anni fa, lasciatemelo dire, è stata Antonella Manotti, divenuta direttore di uno storico (all’epoca settimanale)  “Il giornale dei Militari” . Anche grazie a Lei ho cominciato a guardare il mondo militare con occhi diversi, più disincantati.

Sono moltissimi gli amici ed i colleghi che si sono impegnati personalmente in questa “battaglia”. Amici che ringrazio (Maurizio Turco, Luca Marco Comellini), e colleghi/delegati che mi hanno affiancato (CoBaR confluenti al CoIR Pastrengo) . Senza di loro non saremmo mai riusciti a realizzare questa “diffusa consapevolezza” della necessità di rivendicare dignità nell’impiego, non pienamente riconosciuta, ma che appartiene a ciascun cittadino-militare.

 Molti colleghi ricordano le mie battaglie per la “riforma della Rappresentanza Militare” da ultimo anche in seno alla “Commissione difesa della Camera dei Deputati” . Una di queste numerose “battaglie”, condotta in seno al CoCeR Carabinieri (con l’amico Castrese Longobardi sempre vicino) , ha suscitato l’interesse ed è stata raccontata, incastonata da Cleto Iafrate nel suo articolo dal titolo “diritti dei militari: sillogismi entimematici e inaccettabili separatezze”. Un articolo ove sono descritte, fra l’altro, anche le contraddizioni interne alla “Rappresentanza Militare” che ho cercato di “enunciare”. Non potete immaginare con quanta emozione, in questi giorni, ho appreso che l’articolo di Cleto Iafrate, fra gli altri,  è stato letto da Francesco Solinas e, quindi, sembra che in piccolissima parte, rispetto il grande lavoro di Cleto, anche io ho contribuito alla formazione della sua decisione di sottoscrivere il ricorso ora valutato positivamente dalla Corte Costituzionale.

 Per molti anni, fiumi di inchiostro sono stati versati per rivendicare questo diritto e fiumi di inchiostro si consumeranno ancora per molto tempo nel raccontare la genesi di questa Sentenza che non può, e non deve essere considerata un traguardo, un punto di arrivo. Da qui si parte.

Grazie a tutti

 

MICHELE FORNICOLA


Tua email:   Invia a: