IL GENERALE, IL DECADIMENTO ETICO, I NUMERI ..... E LA PAURA DEL DIRITTO tratto dalla pagina FB di Vittorio Berti

lunedì 23 aprile 2018

L GENERALE, IL DECADIMENTO ETICO, I NUMERI ..... E LA PAURA DEL DIRITTO tratto dalla pagina FB di Vittorio Berti

Pochi giorni fa il Generale di Corpo d'Armata Salvo, in una intervista, ha affermato, commentando la sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto il diritto di associazione sindacale ai militari (seppur con alcuni limiti) di prevedere un "decadimento etico dell'organizzazione militare attuale".
Ha poi proseguito, sempre secondo quanto riportato dal giornalista Francesco Bozzetti, che "manca solo che il sindacato decida chi e se si va in addestramento, se le missioni debbano avere una durata temporale o funzionare a singhiozzo come avviene per le stazioni dei Carabinieri".
Probabilmente per nostra memoria, il Generale, poi, ricorda come fino al 1981 le oltre 4500 stazioni dei Carabinieri erano presidiate 24 ore su 24, arrivando a definire irrazionale il turno unico di 6 ore di servizio.
Ritengo, da cittadino, gravissima la previsione di un "decadimento etico dell'organizzazione militare attuale" causata dalle conseguenze del riconoscimento del diritto sindacale; vorrebbe forse dire il Generale che il riconoscimento di un diritto costituzionale, sancito dal supremo organo costituzionale, sia in antitesi rispetto i principi fondamentali dello Stato?
Se i principi costituzionali fossero in contrasto con l'etica dell'organizzazione militare attuale (perlomeno quella ipotizzata dal Generale), chi sarebbe "fuori posto"? Errore dei padri costituzionali o del Generale?
Una cosa è sicura: il Generale dimostra di non conoscere la Costituzione, le leggi che ne conseguono ..... e il sistema sicurezza in cui vive.
Altrimenti il Generale saprebbe che, ad esempio, nella Polizia di Stato i sindacati (presenti da oltre 37 anni) si battono perché l'addestramento sia sempre più presente, costante, concreto e qualificato, che gli orari di apertura dei presidi di Polizia non dipendono da "ripicche sindacali" bensì da politiche di mancato turn over che ha comportato una diminuzione di organici di cui tutti (tranne appunto il Generale) hanno notizia.
È curioso, però, che il Generale nella sua analisi non allarghi gli orizzonti alle forze militari che potrebbero essere prese a modello (magari perché prive di riconoscimenti sindacali)
Oppure non è dimenticanza bensì, in quel caso, conoscenza che fa preferire parlare di altro?
E' il caso del numero di generali ed ufficiali presenti in Italia rispetto il totale della forza rispetto l'eguale dato USA:
In Italia 1 generale ogni 400 militari ed 1 colonnello ogni 80 ....negli USA 1 generale ogni 1400 militari.......1 colonnello ogni 116 militari.
Gli USA hanno il doppio dei nostri generali ...ma l'esercito è otto volte più numeroso del nostro.
Come chiamiamo questa cosa: scarsa etica organizzativa (nostra) o pressapochismo (USA)?
E come vogliamo chiamare lo champagne e le mandorle a bordo preparate per la visita di un Ammiraglio ......quando poi un maresciallo è chiamato a rispondere della denuncia dallo stesso fatta perché da anni non si effettuavano i previsti controlli sulla potabilità dell'acqua sulle navi?
Primazia dell'Etica dell'accoglienza sul rispetto delle norme di tutela della salute (guarda caso anche il diritto alla tutela della salute e ricompreso tra i principi costituzionali)?
Il Generale ricorda, a proposito di etica dell'organizzazione militare, che il Ministero della Difesa fu condannato nel processo per la strage di Ustica perché il cielo non era controllato a sufficienza dai radar?.....e non c'erano i sindacati a governare gli orari e le coperture dei servizi..
Il Generale ricorda le condanne subite da vertici militari per l'esposizione di alcuni militari al gas radon?
Il Generale ricorda le conclusioni della Commissione parlamentare sulle responsabilità dei vertici militari circa l'esposizione dei militari all'uranio?
A questo punto il dubbio sorge spontaneo: il Generale ha paura degli effetti della piena attuazione dei principi Costituzionali o di quelli della legge?
Pietro Calamandrei, nel noto Discorso sulla Costituzione agli studenti di Milano, affermò: "la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere".
Lei, Generale, è la dimostrazione di quanto a distanza di 63 anni da quel Discorso c'è ancora da lavorare.


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