IMPRESSIONI DA ELEZIONI COBAR. LO SCARSO COINVOLGIMENTO DELLA BASE - di Vincenzo Vacca
Come candidato, non eletto, ho preso parte alle elezioni del COBAR della regione dove presto servizio.
Questa esperienza mi ha dato la possibilità di vedere da vicino la campagna elettorale che, di fatto, non è stata tale, in quanto l’odierna normativa che disciplina la elezione della rappresentanza militare è tale che non permette il confronto partecipato dei candidati.
Pertanto, i candidati possono farsi conoscere dalla loro potenziale base elettorale solo su contatti fondati su conoscenze personali.
Infatti, i momenti di confronto diretto tra candidati e tra quest’ultimi, nonchè il resto dei colleghi sono molto esigui e questo non permette una sana dialettica che non solo garantirebbe di conoscere meglio i candidati, ma diventerebbe fonte di arricchimento per tutti.
Una vera campagna elettorale consentirebbe, innanzitutto, di chiarire i compiti Istituzionali delle rappresentanze, la cui conoscenza, diversamente da come si potrebbe pensare, non è molto diffusa, ma innescherebbe anche una positiva e pacata discussione di tutte le categorie coinvolte nelle elezioni.
In questo modo, l’approccio di chi vuole ricoprire la carica di rappresentante non avrebbe una mera natura finalizzata a evidenziare solo le proprie capacità personali, ma si concretizzerebbe anche e soprattutto sulle idee che si vorrebbero portare a conoscenza delle Gerarchie centrali e periferiche.
Pur con i limiti giuridici, in attesa della annunciata Sentenza della Corte Costituzionale che dichiarerà parzialmente incostituzionale il divieto da parte dei militari di associarsi tra loro a scopo sindacale, le attuali rappresentanze dei lavoratori non smilitarizzati del comparto Sicurezza e Difesa possono intervenire su questioni non di poco conto e, quindi, la campagna elettorale per provare a farsi eleggere risulta essere completamente anacronistica, se essa si basa quasi esclusivamente sulle conoscenze personali del candidato. A quest’ultimo dovrebbe essere consentito di illustrare quanto più diffusamente possibile cosa ha in animo di promuovere nei confronti delle Gerarchie. Il tutto garantirebbe maggiormente l’elezione di persone con idee chiare e coerenti circa il loro mandato di rappresentante, innescando, quindi, una selezione di chi tende a informarsi e a studiare meglio le problematiche che saranno oggetto degli incontri Istituzionali. Credo che questo comporterebbe anche una migliore innovazione dei Corpi militari di appartenenza. Ormai, da diversi anni, i rapporti tra Gerarchie e rappresentanze si caratterizzano per un clima di reciproco ascolto, perché, anche se non in modo sufficiente, l’idea che, per raggiungere meglio gli obiettivi Istituzionali, è necessario recepire le istanze migliorative che provengono dal personale, occorra una gestione non autoritaria, ma autorevole, sta diventando sempre più egemone. Ecco, perché, penso che è interesse anche delle Gerarchie fare in modo che i candidati possano indicare meglio il taglio che daranno al loro mandato, in quanto la selezione dei candidati avverrebbe sulla elaborazione di questioni complesse con un minimo di respiro strategico e non, come spesso accade, su generici slogan tanto accattivanti, quanto fuorvianti.
Questa auspicata modalità elettiva fornirebbe alle varie Amministrazioni controparti preparate e il confronto dialettico migliorerebbe sia il benessere del personale, sia il raggiungimento degli scopi d’Istituto.
Inoltre, la campagna elettorale diventerebbe una importante occasione per tutti di “alzare lo sguardo”, di avere una visione complessiva delle cose e non di osservare solo il proprio ombelico.
La cennata Sentenza della Suprema Corte cambierà radicalmente gli scenari di cui stiamo scrivendo e sarà foriera, in considerazione che avrà effetti su lavoratori che non hanno una tradizione sindacale, di una serie di effetti che, se non ben gestiti, potrebbero contenere anche elementi negativi, tra cui forme di corporativismo.
Quindi, anche le future associazioni di militari dovranno promuovere un confronto tale, sia al proprio interno che all’esterno, capace di essere rappresentate da persone che abbiano una visione profonda e complessiva delle varie tematiche.
Vincenzo Vacca
(Segr. Naz.le Ficiesse)