CORRIERE.IT. MISTER FISCO, I DUBBI DELLA FINANZA E DELLE ENTRATE

venerdì 10 agosto 2018

CORRIERE.IT. MISTER FISCO, I DUBBI DELLA FINANZA E DELLE ENTRATE di Antonella Baccaro

Il Generale Maggiore nuovo responsabile dell’Agenzia: le politiche fiscali le fa il governo, noi eseguiamo.

ROMA «Contento». «Gratificato». E anche un po’ sorpreso. Il nuovo direttore dell’Agenzie dell’Entrate, il Generale di Divisione Antonino Maggiore, è il primo uomo con le stellette a ricoprire tale incarico. E il particolare pare non essere passato inosservato sia nella Guardia di Finanza che (soprattutto) nell’Agenzia stessa, dove ieri si registravano malumori da parte dei dirigenti. Suggerisce uno di loro: «Il dubbio che serpeggia è che in questo modo sia stata lesa l’autonomia di un ente delicato che si è sempre tenuto distante da una parte dal mondo militare dall’altra da quello politico».

Da parte sua, Maggiore, goriziano, classe 1960, tre lauree (Giurisprudenza, Scienze Politiche e Scienze della Sicurezza Economica-Finanziaria, più un master in diritto tributario) dal 2015 Comandante Regionale in Veneto della Guardia di Finanza, appare cauto. Negando commenti fino a quando la procedura di nomina non sarà completata, il generale alle persone più vicine avrebbe confidato che «se la mia esperienza nel campo investigativo c’è ed è quarantennale, tuttavia, pur avendone viste di tutti i colori nel corpo della Guardia di Finanza, quella alle Entrate è un’esperienza diversa, di tipo amministrativo».

Di Maio invece è sembrato avere le idee chiare circa il ruolo anche «simbolico» affidato del neodirettore: «Maggiore è un nome di garanzia, di grande esperienza e di onestà» ha detto. Quanto alla sua missione, ha precisato di essere certo che Maggiore «sarà nemico dei grandi evasori». Aspetto sul quale il Generale non avrebbe fatto commenti, salvo fare osservare, con estrema prudenza, ai suoi di non sentirsi un «cacciatore di evasori» e che «le politiche fiscali le deve fare il governo, l’Agenzia delle Entrate le esegue e basta». Ma se l’attivismo di Di Maio sull’Agenzia delle Entrate per alcuni sarebbe una mossa per distogliere il proprio elettorato dalla prossima «pace fiscale», il silenzio della Lega non è una presa di distanza. Il Carroccio non ha rilasciato commenti su Maggiore, ma c’è chi giura che a conoscerlo meglio sia proprio il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Ieri d’altronde il primo a salutare Maggiore portandogli i saluti di Salvini e Giorgetti è stato il sottesegretario leghista all’Economia, Massimo Bitonci.

Intanto ieri nei corridoi dell’Agenzia delle Entrate si discuteva anche di altro: ad esempio del siluramento dell’ex direttore Ernesto Ruffini, cui avrebbe fatto velo la frequentazione renziana. Peccato non perdonato agli altri due direttori revocati, Giovanni Kessler e Roberto Reggi (che ha twittato di aver appreso delle nomine via social network), dei quali Di Maio ha sottolineato il passato rispettivamente di ex parlamentare e ex sindaco del Pd.

Al loro posto ci sono Benedetto Mineo e Riccardo Carpino. Anche il primo è legato alle Entrate. Benedetto Mineo è stato dal 2012 al 2015 amministratore delegato di quella Equitalia criticatissima da protogrillini e leghisti. Il primo a essere stupito del «ripescaggio» è stato lo stesso Mineo cui Di Maio ha già affidato «la lotta al gioco d’azzardo».


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