SUICIDI NELLE FORZE DELL’ORDINE. E’ ORA DI ACCETTARE (ED AFFRONTARE) LE DEBOLEZZE da ProgettoSILF

mercoledì 03 ottobre 2018

 

 

SUICIDI NELLE FORZE DELL’ORDINE. E’ ORA DI ACCETTARE (ED AFFRONTARE) LE DEBOLEZZE tratto dalla pagina Facebook ProgettoSILF

Ancora una volta siamo qui a piangere un finanziere che si è tolto la vita, l'ennesimo del 2018. Alla famiglia ed agli amici vanno le nostre condoglianze, nella consapevolezza che in questo momento il silenzio dovrebbe sovrastare ogni parola e con ogni probabilità anche queste nostre riflessioni.

Il problema suicidi nelle forze dell’ordine esiste, lo dicono i numeri. E’ sbagliato accusare genericamente amministrazioni e colleghi di insensibilità o menefreghismo, ma è altrettanto sbagliato fare finta di nulla sostenendo che va tutto bene e che le cause sono sempre extra lavorative.

C’è qualcosa che espone gli appartenenti alle forze dell’ordine al rischio suicidio in misura maggiore rispetto alla media. Alcune cause sono sin troppo note ed evidenti, prima fra tutte la disponibilità di un’arma, ma da sole non riescono a giustificare la drammatica dimensione del fenomeno.

Evidentemente c’è qualcosa in più. Ci sono ragioni che non si vedono o peggio non vengono adeguatamente indagate. Tra queste ce n’è una, tanto rilevante quanto sottovalutata, che origina dalla funzione stessa delle Forze di polizia. Per trasmettere sicurezza, le Forze di polizia tendono ad apparire invulnerabili e senza punti deboli. Una situazione che indice al culto della personalità forte da un lato ed alla disapprovazione della personalità debole dall’altro. In un clima di questo tipo si tende inevitabilmente a considerare inadeguato e ad emarginare chiunque mostri debolezza e/o fragilità. Situazione esasperata dalla ultra individualista società contemporanea, dove apparire e più importante che essere.

E cosi, come le amministrazioni tendono a non accettare (e non affrontare) le proprie debolezze nascondendole dietro ridondanti risultati autoreferenziali, gli appartenenti alle forze dell’ordine tendono a non accettare (e non affrontare) le proprie debolezze nascondendole a colleghi e familiari.

Cosa fare?

Primo: ammettere che esistono i problemi ed accettare che anche gli appartenenti alle forze dell’ordine possono avere momenti di debolezza o fragilità. Solo così chi è in difficoltà sarà libero di chiedere conforto e aiuto senza paura di sentirsi emarginato.

Secondo: analizzare a fondo e senza paura ogni aspetto dell’organizzazione per fare emergere tutte le criticità. Se non vedi i problemi non li puoi risolvere. In questo contesto è opportuno adottare serie e profonde analisi sul c.d. benessere organizzativo ed avviare adeguati e reali screening per la valutazione dello stress da lavoro correlato.

Terzo: affrontare concretamente i problemi senza far finta di nulla e vivere nella finzione che tutto vada bene.

In questo senso crediamo che anche l’avvento del sindacato possa essere di stimolo e di aiuto per affrontare tematiche sensibili e delicate come queste.

 

 


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