LA STRAGE SILENZIOSA NELLE NOSTRE FORZE DELL'ORDINE: OLTRE 250 SUICIDI IN SEI ANNI da lanotiziagiornale.it

venerdì 05 ottobre 2018

LA STRAGE SILENZIOSA NELLE NOSTRE FORZE DELL'ORDINE: OLTRE 250 SUICIDI IN SEI ANNI da lanotiziagiornale.it di Giorgio Velardi

L’ultimo caso è di appena una settimana fa. A Cosenza, un agente di Polizia di 50 anni che prestava servizio nella stradale si è tolto la vita sparandosi un colpo al cuore con la pistola d’ordinanza mentre era in caserma. Inutile il trasporto in ospedale dopo il soccorso dei colleghi: l’uomo è morto poco dopo il ricovero. Ignote le cause del gesto. Il 30 maggio, ad Ardore (Reggio Calabria), si era suicidato, sempre usando l’arma di servizio, un altro agente di 58 anni, che sarebbe dovuto andare in pensione a breve. Da qualche mese, era in pausa dal servizio perché affetto da una grave patologia. Nomi, cognomi. Carriere. Vite. Spezzate premendo un grilletto, nell’80% dei casi quello della pistola d’ordinanza. Quello dei suicidi tra le nostre Forze dell’Ordine – dalla Polizia ai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza alla Penitenziaria fino alla Polizia locale – è e resta un fenomeno silenzioso, ma che di anno in anno continua a mietere vittime.

Il report pubblicato sul sito dell’associazione Cerchio Blu, fondatrice dell’Osservatorio dei suicidi all’interno delle Forze dell’Ordine (ONSFO), parla chiaro. Tra il 2010 e il 2016, ultimo anno di cui sono disponibili i dati, sono stati 255 i militari che hanno deciso di togliersi la vita. Con un picco nel 2012, quando i casi sono stati 42 in totale. Un numero preoccupante, anche perché, come spiega il segretario generale della FSP-già Ugl Polizia di Stato di Milano, Giuseppe Camardi, “la media dei suicidi della popolazione generale si aggira intorno a 5 casi ogni centomila abitanti” mentre “per le Forze dell’Ordine il dato è praticamente raddoppiato: 9,8 casi ogni centomila appartenenti”. Proprio così.

Silenzio di tomba – Ma non solo. Infatti, ad eccezione dell’Arma dei Carabinieri, sul fenomeno aleggia un silenzio pressoché totale. “Il nostro Osservatorio non raggiunge i dati ufficiali – fa infatti notare Cerchio Blu –. Nonostante l’esigenza ai fini statistici e di ricerca, in Italia questo non è ancora possibile. Per questo motivo, anche su forte impulso da parte di Cerchio Blu operato in questi anni, sono state presentate alcune interrogazioni parlamentari per riuscire ad avere i dati ufficiali da parte delle organizzazioni di polizia”. Interrogazioni che qualche risultato lo hanno prodotto, anche se insufficiente a fare bene luce sul fenomeno. Sta di fatto, comunque, che il 15 settembre 2016, rispondendo a quella presentata dal senatore del M5s, Vito Crimi, l’allora sottosegretario all’Interno Domenico Manzione ha fornito per la prima volta i dati ufficiali “aggregati” (cioè non suddivisi per anno) dei suicidi nei 5 corpi di polizia nazionali, riferiti al quinquennio 2009-2014.

Ebbene: 62 sono stati quelli tra gli agenti di Polizia (una media di 12 all’anno), 92 tra i Carabinieri (18), 45 nella Guardia di Finanza (9), 47 tra i poliziotti penitenziari (9) e 8 tra i militari del Corpo forestale.

Soffia il vento – Nel biennio successivo, secondo i dati di Cerchio Blu, i suicidi sono stati in tutto 66: 34 nel 2015 (in testa i poliziotti con 14) e 32 nel 2016, un quarto solo quelli della penitenziaria. “Troppo spesso – ragiona ancora Camardi – si tende a sminuire il motivo del suicidio come problema personale/famigliare”. Perciò, detta la linea il sindacalista, “occorre, a nostro parere, monitorare costantemente lo stato psicologico dell’appartenente alle Forze dell’Ordine, mediante una più incisiva azione del Servizio Sanitario, e della figura dello psicologo, che a tutt’oggi, trova ancora scarso accreditamento nei confronti del personale”. Un messaggio indirizzato prima di tutto al neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e a quello della Difesa, Elisabetta Trenta. Anche su questo si misurerà quanto è forte il vento del Cambiamento.

 


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