CARABINIERI ACCUSATI DI STUPRO DA STUDENTESSE AMERICANE: UNA CONDANNA A 4 ANNI E 8 MESI da corriere.it
Finisce così il primo capitolo del processo contro Marco Camuffo, processato con rito abbreviato. Pietro Costa è stato rinviato a giudizio: prima udienza 10 maggio 2019.
FIRENZE – Una condanna per stupro, un rinvio a giudizio per lo stesso reato. Finisce così il primo capitolo del processo contro Marco Camuffo, 48 anni, e Pietro Costa, 33 anni, i due ex carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane che accompagnarono con l’auto di servizio a casa. Camuffo, processato con rito abbreviato e che dunque ha beneficiato di un sconto di un terzo della pena, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di carcere. Mentre per Costa, che è stato rinviato a giudizio (prima udienza 10 maggio 2019), si apre un processo ordinario sempre per stupro.
ll processo
Il pm Ornella Galeotti aveva chiesto 5 anni e 8 mesi per Camuffo e il rinvio a giudizio per Costa. Le difese avevano chiesto l’assoluzione e il proscioglimento dei due ex militari. L’avvocato Giorgio Carta, legale di Costa, ha anche annunciato una denuncia per calunnia nei confronti delle due studentesse americane che ieri non erano presenti all’udienza e hanno appreso la notizia della condanna e del rinvio a giudizio dai loro avvocati italiani.
L’ex carabiniere: ragazze consenzienti
Durante l’udienza, Camuffo, l’unico presente dei due imputati, ha fatto una dichiarazione spontanea affermando che non fu sua l’idea di accompagnare le due ragazze a casa (le studentesse erano appena uscite da una discoteca) e si è proclamato innocente sostenendo che la studentessa era consenziente. Durante l’udienza, davanti al giudice Fabio Frangini, i legali dei due imputati si sono battuti per l’innocenza dei loro assistiti, affermando che non vi fu violenza perché le ragazze sarebbero state consenzienti. I due ex militari hanno sempre ammesso di aver avuto rapporti sessuali con le due ragazze, ma hanno sempre negato la violenza. «Loro erano d’accordo», hanno detto. Versione che, davanti al gup, Camuffo ha ribadito rendendo dichiarazioni spontanee, sottolineando però che non fu lui a decidere di accompagnare le ragazze dalla discoteca alla loro casa di Firenze, ma fu iniziativa del collega Costa. Le due studentesse, come confermato dagli esami del sangue, erano in stato di ebbrezza e dunque, secondo le parti civili e l’accusa, incapaci di intendere e volere.
Giustizia militare
Dopo la giustizia ordinaria Camuffo e Costa dovranno anche sottoporsi al giudizio di quella militare.