APPALTI PUBBLICI FUORI CONTROLLO E TRASPARENZA. IL GOVERNO LI PREFERISCE "SENZA GARA". INACCETTABILE SPINTA ALLE IRREGOLARITA' E LAVORI ILLEGALI. RICADUTE LOCALI

venerdì 04 gennaio 2019

Già nei giorni scorsi c'è stato un duro pronunciamento nazionale delle confederazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil. L'oggetto della nostra dura critica è in buona parte compreso nella nebbia ancora fitta della Legge di Bilancio. In "nome del popolo" il Governo, tra l'altro, sta gravemente destrutturando le norme del Codice Appalti pubblici "...compiendo un errore irreparabile, introducendo peggioramenti gravi e pericolosi nelle procedure degli appalti, stravolgendone le parti più avanzate e utili per il contrasto alla corruzione ed alle infiltrazioni mafiose".

Abbiamo già commentato nei giorni scorsi il molto utile Report dell'Osservatorio Regionale sugli appalti pubblici in Emilia Romagna, rilevando in quei dati i punti di miglioramento ed evidenziandone pure le criticità da superare per rafforzarne la trasparenza e regolarità.

La grave irruzione del Governo però sulla struttura portante del Codice nazionale appalti, avvia un terremoto ben più pericoloso. La bozza di legge delega preannunciata - senza alcun confronto con le organizzazioni sociali - purtroppo pare prevedere assurdi passi indietro:

  • Dilatare le già ampie possibilità per i subappalti;
  • Aumentare l'utilizzo del criterio del massimo ribasso ed il ricorso alla trattativa privata senza bando di gara;
  • Eliminare l'obbligo, per le imprese che partecipano alle gare pubbliche, di rispondere sulla regolarità/legalità dei loro eventuali subappalti;
  • Ridurre il ruolo e le competenze di verifiche e controlli da parte di ANAC-Anticorruzione.

Ma l'elemento più pericoloso sarà l'enorme innalzamento della "soglia" per consentire agli Enti Locali, in tutta Italia, di poter fare contratti di appalti diretti e SENZA GARA.

Nel 2015 avevamo ottenuto dal Governo di allora, la fissazione del limite dei 40.000 euro (piccoli lavori) oltre il quale era d'obbligo il bando con procedura pubblica. L'attuale governo pare la moltiplichi per cinque e la sbatte al tetto incredibile dei 200.000 euro. Significa che su una materia così delicata ed esposta ai diffusi rischi di corruzione ed infiltrazioni malavitose, anche nei nostri territori ogni singola "stazione appaltante" potrà assegnare d'ufficio lavori, opere e cantieri - per importi ben più elevati - senza gare, senza regole e controlli faticosamente introdotti nel Codice Appalti.


Totale discrezionalità e perciò abbassamento delle soglie di trasparenza. In nome della "meno burocrazia", ben più rischi ed esposizione reale al malaffare! Migliaia di appalti, dalle province del centro-sud (!?) fino a casa nostra, saranno così "più liberi".


Provare per credere. Grazie al prezioso lavoro dell'Osservatorio sui contratti pubblici della regione Emilia Romagna, basta sfogliare con pazienza quelle centinaia di tabelle e farsene un'idea precisa e concreta per ciascuna delle nostre province.

A titolo esemplificativo, si riportano i dati relativi alla provincia di Modena: nell'elenco delle 542 "gare già svolte in corso d'anno, ben 347 hanno un "importo di aggiudicazione" al di sotto della nuova soglia ipotizzata dei 200.000. Cioè, il 65,7% degli appalti modenesi, realizzati nei mesi scorsi !
Limitando il focus ai soli Enti Locali modenesi, sarebbero stati "liberalizzati" ben 22 Comuni/su 47, le 6 Unioni comunali, l'ente Provincia e l'Azienda sanitaria, e i lavori appaltati dai soli Comuni con assegnazione diretta, avrebbero raggiunto la cifra di 15.805.000 euro.

Una prospettiva inaccettabile e legalmente pericolosa, che favorirà il lavoro corrotto e supersfruttato coi subappalti fasulli. Il sindacato si opporrà in tutti i modi e sedi, nazionali e locali. Servirà però un fronte democratico di opposizione ben più largo e rappresentativo, con le istituzioni ed associazioni economiche, imprenditoriali e professionali.

Franco Zavatti, Cgil Modena-Coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna - Vice presidente Direttivo Nazionale FICIESSE


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