IPTV ILLEGALE, CHI USA IL «PEZZOTTO» RISCHIA 25MILA EURO DI MULTA E 3 ANNI DI RECLUSIONE. (dal sito corriere.it)

venerdì 20 settembre 2019

La chiusura della piattaforma Xtream Codes ha sollevato il velo su un mercato italiano da 5 milioni di utenti per un giro d’affari di 60 milioni di euro l’anno.

Il sequestro di Xtream Codes

«Bisogna rendersi conto che si compie un reato». Non usa mezze parole il colonnello Giovanni Reccia per descrivere chi usa la Iptv pirata, il cosiddetto «pezzotto», un sistema che permette di riceve i canali a pagamenti di Sky e Mediaset Premium e i contenuti di Dazn e Netflix per pochi euro al mese. Nel caso di Xtream Codes, la piattaforma sequestrata oggi dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, si parlava di 12 euro al mese sottoscritti da 700mila utenti. Il sistema infatti è semplice: basta avere una connessione in fibra ottica. Dopo aver sottoscritto un abbonamento, spesso tramite ricariche PostePay, si riceve un codice ed ecco tutti i canali apparire in ogni dispositivo connesso a internet, dal computer alla smart Tv passando per lo smartphone e il tablet su cui avremo installato delle app ad hoc. Secondo la Guardia di Finanza,solo in Italia ci sono «oltre 5 milioni di utenti per un giro d’affari stimato in circa 60 milioni di euro annui». La semplicità però non illuda: l’anonimato non è garantito e si rischia anche la reclusione.

L’Iptv illegale può costare fino a 25mila euro di multa e 3 anni di reclusione

Come fa sapere la Guardia di Finanza, gli utenti che usano questi mezzi per accedere alla pay tv rischiano multe da 2.500 a 25.822 euro ma anche la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Secondo la Cassazione, il reato consiste nella violazione della legge sul diritto d’autore del 1941 — art. 171 octies l.633/1941, che sanziona, «chiunque a fini fraudolenti produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale».

Non c’è anonimato

Non sempre poi l’anonimato della rete protegge l’utente. Il sistema di pagamento tramite ricariche PostePay per esempio permette alla polizia postale di risalire facilmente ai clienti dell’organizzazione criminale. E infatti c’è chi è già stato condannato. Il primo caso italiano è del 2017 quando la sentenza della Corte di Cassazione, la numero 46443/2017, ha inflitto una pena a quattro mesi di reclusione e 2.000 euro di multa per un utente palermitano che vedeva Sky in modo illegale taroccandone i codici.

 

Fonte: https://www.corriere.it/tecnologia/cards/iptv-illegale-chi-usa-pezzotto-rischia-25mila-euro-multa-3-anni-reclusione/sequestro-xtream-codes_principale.shtml

 

 


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