IL BUON ESEMPIO AMERICANO CONTRO L’EVASIONE FISCALE. (dal sito corriere.it)

venerdì 04 ottobre 2019

CORRIERE DELLA SERA / LETTERE AL DIRETTORE (risponde Luciano Fontana).

Caro direttore,

nel 1952 il ministro Vanoni convoca mio padre Noè Cinti, apprezzato funzionario del ministero delle Finanze, e lo manda negli Stati Uniti per studiare il sistema tributario americano, convinto che il più urgente problema italiano sia quello dell’evasione fiscale. Mio padre parte, lasciando una moglie incinta e con quattro figli a carico, con grande senso del dovere, e svolge sei mesi di intensa missione visitando tutti i singoli Stati di quella nazione. Al ritorno porge al ministro un voluminoso plico con una dettagliata relazione: «Se vuole, posso riassumere in due frasi:

1) l’evasione fiscale è considerata furto allo Stato e giuridicamente più grave dell’omicidio, e per gli evasori c’è solo il carcere;

2) tutto è deducibile per cui nessuno si fa sfuggire una ricevuta». Il ministro congedò mio padre con una deprimente affermazione (simile a quella che ho sentito oggi alla radio del premier Conte) relativa al fatto che era contrario ai sistemi coercitivi.

Settant’anni dopo siamo ancora alle prese con il problema enorme dell’evasione fiscale, forse è giunto il momento di applicare quanto suggerito allora.

Saverio Cinti

 

Caro signor Cinti,

La sua storia ci ricorda che giriamo sempre intorno allo stesso problema: come rendere semplice ed efficace la lotta all’evasione fiscale. In Italia non solo si pagano tasse alte, se ne pagano anche tante spesso complicate. Ridurre il peso del Fisco sulle imprese e i lavoratori è un’emergenza, combattere quella tassazione occulta dovuta a una burocrazia assurda una priorità. Come nella domanda se è nato prima l’uovo o la gallina, non so se i furbi siano il risultato o la causa di un sistema fiscale così penalizzante per l’economia. Di sicuro non aver varato poche regole semplici e certe favorisce l’esplosione dell’evasione fiscale.

La certezza di una pena severa è sicuramente un disincentivo all’evasione ma io ritengo che il punto fondamentale sia nel secondo suggerimento di suo padre: in ogni occasione i cittadini devono avere un vantaggio a chiedere la ricevuta fiscale, a non farsi ingannare da chi promette uno sconto in cambio della mancata emissione di una fattura. Il conflitto d’interesse tra i soggetti in gioco è una chiave decisiva. In Italia sta prendendo piede e qualcosa di simile è previsto anche nella discussione sulla riduzione del contante. Non ci resta che sperare che arrivino finalmente le mosse giuste. Lo slogan di Conte, «meno tasse e pagate da tutti», per ora è un desiderio.

 

Fonte : https://www.corriere.it/lettere-al-direttore/29-09-2019/index.shtml

 


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