FISCO, L’EVASIONE DELLE GRANDI AZIENDE È 16 VOLTE PIÙ DI PMI E AUTONOMI. (dal sito corriere.it)

venerdì 11 ottobre 2019

Nel 2018 l’entità dell’evasione fiscale delle grandi imprese è stata superiore di 16 volte a quella delle piccole imprese, in ribasso rispetto al 2017, quando si era evidenziato un valore 18 volte superiore tra grandi e piccole aziende. A dirlo è la Cgia di Mestre, che ha pubblicato i dati ottenuti dall’accertamento svolto lo scorso anno sulle attività economiche di piccole, medie e grandi imprese: la maggiore imposta media accertata dall’Agenzia delle Entrate per ogni grande azienda ha di poco superato 1 milione di euro, contro i 365.111 delle medie e dei 63.606 delle piccole e dei lavoratori autonomi.

Ragionando sul fatto che, secondo le stime del Mise (ministero Economia e Finanze) riguardanti le dichiarazioni dei redditi relative al 2018, i piccoli imprenditori e gli autonomi sono circa 5 milioni, le medie imprese quasi 56 mila e le grandi aziende superano le 5300 unità, è evidente come per il Fisco l’evasione delle grandi aziende in termini economici sia di gran lunga più nutrita.

I numeri dei controlli.

Nel 2018 i controlli eseguiti sulle piccole imprese e lavoratori autonomi hanno di poco superato i 140 mila (con 8,9 miliardi di maggiore imposta accertata), quelli che hanno interessato le medie imprese sono stati quasi 10 mila (3,6 miliardi di accertato), e quelli sulle grandi imprese oltre 2.200 (2,4 miliardi di accertato). Numeri che, se relazionati con il totale stimato dal Mise per ogni tipologia dimensionale, indicano che gli accertamenti delle Agenzie delle Entrate hanno interessato il 3% dei piccoli, il 14% dei medi e il 32% dei grandi imprenditori.

Quanto è stato recuperato.

Lo scorso anno l’Amministrazione finanziaria ha recuperato dalla lotta all’evasione 19,2 miliardi di euro, di cui 16,2 legati all’attività ordinaria (versamenti diretti 11,25 miliardi, compliance 1,85 miliardi e ruoli ordinari 3,1) e 3 miliardi riconducibili alle attività straordinarie (rottamazione 2,59 miliardi, voluntary disclosure 300 milioni e liti fiscali 100 milioni). Rispetto al 2017 il gettito delle attività ordinarie è aumentato dell’11% (+10% i versamenti diretti, +38% la compliance e +4% i ruoli). In calo del 46%, invece, le entrate dalle attività straordinarie (-87% dalle liti fiscali, -41% dalla rottamazione e -25% dalla voluntary disclosure). Di quei 19,2 miliardi recuperati, la metà è costituita da sanzioni e interessi di mora.

Il commento della Cgia.

«Questi dati ci dicono che la potenziale dimensione dell’infedeltà fiscale delle grandi aziende è enormemente superiore a quella delle piccole. Ovviamente, nessuno di noi auspica che il Paese si trasformi in uno Stato di polizia tributaria — ha detto Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre — tuttavia, una maggiore attenzione verso questi soggetti sarebbe auspicabile, visto che le modalità di evasione delle holding non è ascrivibile alla mancata emissione di scontrini o ricevute, bensì al ricorso alle frodi doganali, alle frodi carosello, alle operazioni estero su estero e alle compensazioni indebite. Reati, quest’ultimi, che non verranno nemmeno sfiorati dalle misure di contrasto all’utilizzo del contante che il Governo metterà a punto nelle prossime settimane».

 

Fonte: https://www.corriere.it/economia/aziende/19_ottobre_05/fisco-l-evasione-grandi-aziende-16-volte-piu-pmi-autonomi-13d1323c-e752-11e9-a50b-b68918ff7623.shtml?refresh_ce-cp

 

 

 

 


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