LE COSE IMPORTANTI DETTE FINORA: 1) IL GRAVISSIMO ERRORE DELL’ART.18/165; 2) OBIETTIVI SEMPRE ESPRESSI IN NUMERI FINITI E TEMPI CERTI; 3) MISURATI SUGLI ANDAMENTI NUMERICI ANNUALI DI IMPIEGHI-OTPUT-OUTCOME; 4) CHI È IL DIRIGENTE

sabato 13 giugno 2020

CORSO DI FORMAZIONE   2020   PER “ATTIVISTI ETPL” 


RIEPILOGO DI  QUANTO DETTO FINORA

 

Piccolo ripasso di quanto detto finora.

 

 

 

[09:45] GIUSEPPE FORTUNA

Prima di passare al cosa fare, al come farlo e al come farlo in fretta del "Progetto Etpl Italia trasparente", evidenziamo in sintesi le quattro cose che abbiamo.

 

[09:45] GIUSEPPE FORTUNA

La prima riguarda la mancanza in Italia di criteri legali uniformi su cosa debba intendersi e su come vadano misurati i costi e i risultati della gestione delle pubbliche amministrazioni. Di fatto non esiste alcun vero “sistema di contabilità economica pubblica” giacché ogni dirigente generale è di fatto libero di rappresentare QUELLO CHE CREDE (e quindi tenderà inevitabilmente a evidenziare ciò che lo mette meno in difficoltà). Quanto sopra sta scritto a chiare lettere in una legge dello Stato, L’ARTICOLO 18 DEL DECRETO LEGISLATIVO 165 DEL 2001, il cosidetto Testo unico delle pubbliche amministrazioni: "i dirigenti preposti ad uffici dirigenziali di livello generale adottano misure organizzative idonee a consentire la rilevazione e l'analisi dei costi e dei rendimenti dell’attività amministrativa, della gestione e delle decisioni organizzative”. Quindi, cosa misurare, come misurarlo e addirittura SE misurarlo lo decide ogni dirigente generale in completa e di fatto TOTALE discrezionalità.

 

[09:45] GIUSEPPE FORTUNA

La seconda "cosa" è la regola di base proveniente dalla teoria della Gestione per obiettivi: qualunque organizzazione, sia privata che pubblica, che non sia di piccolissime dimensioni può essere gestita secondo efficienza, efficacia e produttività soltanto se le vengono fissati OBIETTIVI ESPRESSI IN NUMERI “FINITI” da raggiungere entro TERMINI TEMPORALI “CERTI” rappresentati normalmente dall’anno.

La terza è che per far funzionare le pp.aa. secondo criteri reali (e non apparenti) di efficienza, efficacia e produttività,la dimensione numerica certa dei ricavi (assente nel pubblico visto che i suoi servizi non si vendono sul mercato) deve essere sostituita con la misurazione delle cosidette “DIMENSIONI MINIME ESSENZIALI”, chiamate così perché devono presentare le caratteristiche della fisicità, della misurabilità in numeri certi, della semplicità e della presenza in tutte le organizzazioni pubbliche, nessuna esclusa. Dimensioni minime essenziali: 1) degli IMPIEGHI EFFETTIVI, rappresentati dalle esatte quantità di ore/persona impiegate, quanto meno, nelle “macrotipologie” di processi di lavoro in cui risulta impiegato il personale dipendente; 2) degli OUTPUT, rappresentati dai “prodotti” versati ai clienti esterni; 3) degli OUTCOME, consistenti negli andamenti dei fenomeni socio-economici di competenza della p.a. considerata.

 

[09:45] GIUSEPPE FORTUNA

La quarta “cosa” è che per DIRIGENTE va inteso non chi indossa un grado formale (ad esempio, per la Gdf, le spalline di generale, colonnello o maggiore) ma chi svolge FUNZIONI DI ORGANIZZAZIONE delle risorse umane, materiali e finanziarie. DI INDIRIZZO di tali risorse verso il conseguimento degli obiettivi numerici assegnati dai livelli superiori e che ha la RESPONSABILITÀ DEL LORO EFFETTIVO CONSEGUIMENTO. Quindi, ad esempio, nella Guardia di finanza il Luogotenente che comanda una Tenenza del Corpo svolge certamente (anche se non formalmente) funzioni dirigenziali.

 

(continua)


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