TRATTATIVA STATO-MAFIA, G8 DI GENOVA, CASERMA LEVANTE DI PIACENZA, CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE ED IN MEZZO CUCCHI, ALDOVRANDI E CERCIELLO REGA. MILITARI, POLIZIOTTI, DIRITTI NEGATI, OSCURANTISMO E SINDACALIZZAZIONE DEI CORPI MILITARI .

domenica 11 luglio 2021

La lettera che abbiamo ricevuto e che pubblichiamo a seguire individua un “filo di collegamento” tra diversi e sconvolgenti casi di cronaca giudiziaria che hanno avuto come protagonisti negativi, in questi ultimi trent'anni, reparti e uomini delle forze dell’ordine.

Lo scritto apre un focus sulla necessità, da sempre sollecitata dalla nostra Associazione, di riuscire a realizzare al più presto un collegamento strettissimo e reale tra queste fondamentali istituzioni e la società civile in ogni territorio del nostro paese.

Unico modo per prevenire ed impedire derive autoreferenziali pericolose per la Democrazia.

LA REDAZIONE DEL SITO

 

LETTERA  A LL'ASSOCIAZIONE FICIESSE

Non sembra esserci nessun nesso logico tra tutte le sciagure messe in fila nel titolo. Nessuno tranne le gravissime responsabilità dello Stato, delle sue Istituzioni e della politica.

Partiamo con ordine. Dalla lettura della sentenza di assoluzione n. 514/06 del 20 febbraio 2020, emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti di Mario Mori e Sergio De Caprio, emerge un quadro desolante che evidenzia le spregiudicate circostanze emerse dal giorno dopo la cattura di Riina. Dalla mancata prosecuzione dell’osservazione dei luoghi dell’arresto, compreso l’appartamento dove il mafioso si rifugiava, che addirittura è stato svuotato, ritinteggiato e ripulito, alla mancata esecuzione delle più elementari attività di polizia giudiziaria che un caso così delicato avrebbe dovuto comportare. Tutto ciò all’insaputa della magistratura.

Gli eventi del G8 di Genova, sono un’altra bruttissima pagina della storia italiana. Basti qui ricordare che la Cassazione, nella motivazione della sua decisione del 2013, a proposito dei fatti di Bolzaneto, parla di un "clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto", mentre la Corte di Strasburgo il 26 ottobre 2017 per le vittime dei pestaggi nella caserma di Bolzaneto ha imputato allo Stato italiano una responsabilità per le violenze delle forze dell'ordine e per non aver condotto indagini efficaci. Nella sentenza è stato anche evidenziato che nessuno dei responsabili delle atrocità ha fatto un solo giorno di carcere.

I recenti eventi del carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel rispetto del principio di non colpevolezza degli indagati, sembrano far virare la scrittura delle pagine della storia della Repubblica verso un abbacinante buio, a tal punto che la Ministra Cartabia ha parlato di un tradimento della Costituzione[1].

La vicenda della caserma Levante di Piacenza, invece, viene alla luce nel 2020 e di qualche giorno fa la condanna di primo grado per i responsabili chiamati a giudizio. Il Procuratore Capo che ha coordinato le indagini ha definito gli imputati “traditori dello Stato” e l’Arma dei Carabinieri ha affermato che i comportamenti dei militari coinvolti sono inaccettabili e di gravità inaudita. Per dovere di cronaca non si può sottacere che la vicenda riguarda un’intera caserma e che risulta poco plausibile che nessuno sapesse ciò che stava accadendo in una struttura incardinata in una organizzazione di tipo gerarchico.

Non meno gravi gli episodi che riguardano Cucchi, Aldovrandi e Cerciello Rega. Fatti tutti diversi tra loro che però richiamano la responsabilità delle forze di polizia e la loro organizzazione.

Cucchi è morto nel 2009. Ad oggi, per accertare la causa della morte ci sono stati un processo di primo grado, appello e la Cassazione, un appello bis, una cassazione bis e un appello ter, tutt’ora pendente, contro medici e agenti penitenziari intervenuti (per omicidio colposo). Una inchiesta bis per omicidio preterintenzionale, falso e calunnia nei confronti di alcuni carabinieri che la Corte di assise di appello di Roma ha condannato a vario titolo. Una inchiesta ter, per depistaggio, a carico di alcuni carabinieri, ancora in corso.

Aldovrandi è morto nel 2005. Ci sono voluti un primo processo, per omicidio colposo, con i tre gradi di giudizio e un Aldovrandi bis, per depistaggio, per accertare le responsabilità dei poliziotti coinvolti.

Per entrambi i casi, inutile sottolineare le clamorose e vergognose coincidenze che accomunano le vicende, compresa la quasi completa mancanza di responsabilità dell’organizzazione gerarchico-funzionale che sovrastava i responsabili condannati.

Diverso il caso di Mario Cerciello Rega, il Carabiniere ucciso nel corso di una operazione di servizio per mano di due cittadini americani condannati, in primo grado, all’ergastolo. Anche in questo caso, quel che è sintomatico segnalare è la stupefacente circostanza che alcuni Carabinieri coinvolti, a latere nella vicenda, sono chiamati a rispondere davanti al Giudice di eccesso di misure di rigore, abuso d’ufficio e rivelazione del segreto, violazione dei doveri inerenti alle funzioni o al servizio e abuso delle sue qualità, oltre che a falso.

Possiamo allora dire che le forze di polizia civili o militari siano inaffidabili e pericolose? Assolutamente no!

La differenza tra le organizzazioni civili e militari sta nella considerazione che nelle polizie ad ordinamento civile i "problemi” vengono alla luce anche grazie alla maggiore difficoltà incontrata ad occultare le nefandezze che le porte chiuse garantiscono. La presenza di un “corpo sociale estraneo”, ovvero i sindacati, rende più complicato porre sottovuoto il marcio che c’è nel sistema. In merito noi crediamo che non si tratti solo di poche mele marce, così come non si tratta di un meleto interamente marcescente. Ma c’è tanto che non garantisce salubrità all’intero sistema-sicurezza del Paese.

In questo senso crediamo che la completa, reale e concreta sindacalizzazione delle polizie ad ordinamento civile debba essere compiuta con urgenza e analogamente debba essere garantita la presenza dei sindacati nelle organizzazioni militari, con competenze trasversali a quelle degli stati maggiori, senza distinguo alcuno.

Tra l’altro l’intero sistema dei corpi sociali che interessano i lavoratori, devono essere di prossimità ai sindacati militari con una sorta di osmosi continua e permanente.

Allora, con ogni probabilità, abbiamo la necessità di un maggiore coinvolgimento delle parti sociali e di ogni forma di trasparenza per fare in modo che le caserme siano palazzi di vetro, in cui i Princìpi Costituzionali siano le chiavi che aprano le loro porte.

Ed invece, in presenza di una sentenza della Corte Costituzionale (la 120/2018), ed un parere del CEDS che segnala la necessità di aprire ai sindacati, assistiamo a proposte di legge che definire scandalose è un eufemismo. A tali proposte si affiancano altre proposte visionarie/anacronistiche di ampliamento dei poteri e delle competenze dei Tribunali Militari. Proposte avanzate da soggetti politici (speriamo ancora per poco) di cui sarebbe interessante analizzarne le specifiche competenze in materia.

In questo i partiti ed i movimenti politici hanno delle grosse e imperdonabili responsabilità. Soggetti politici privi di proattività e brillanti per neghittosità intellettuale; in definitiva il peggio che ci si possa aspettare da una classe politica degna di questo nome.

Se quanto fino ad oggi accaduto può considerarsi accettabile dalla società in cui viviamo, se il cittadino nel vedere un’uniforme non ha la certezza che essa rappresenti effettivamente quei Princìpi Costituzionali su cui l’agente ha giurato e debba associare tale divisa allo squadrismo di stampo fascista, allora possiamo proseguire a vivere nel solco della vergogna e unirci al coro del compianto Franco Battiato in “Povera Patria”.

I politici sappiano che “nel fango affonda lo stivale dei maiali” e anche noi ce ne vergogniamo un pò e ci fa male.

Povera Patria.

 

O.P. e N.N.

 


[1] Fonte huffingtonpost.it e repubblica.it


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