IL CONTRATTO DI LAVORO E LE ORE DI STRAORDINARIO RICORDANO L’ALBERO DEI PENI (O DELL’ABBONDANZA) DI MASSA MARITTIMA: A POCHI LA “GRANA” A TUTTI GLI ALTRI I “CARNOSI FRUTTI” - di Basilio Barreca, Giuseppe Cerchio, Rosario Leonardo, Felice Nardiello

lunedì 27 dicembre 2021

 

L’albero della fecondità[1] o dei peni è un affresco realizzato tra il 1265 ed il 1335 la cui interpretazione è controversa. Due le tesi maggioritarie: secondo la prima l'affresco sarebbe simbolo di fertilità. Doveva avere una funzione “apotropaica”, ovvero di buon augurio per i raccolti affinché fossero sempre abbondanti. Gli organi maschili simboleggerebbero la fertilità e l’abbondanza mentre i corvi neri insidierebbero i preziosi frutti; nel mentre figure femminili tentano di cogliere i "frutti" e si accapigliano per strapparli una all'altra.

In alternativa l'affresco rappresenterebbe il primo "manifesto politico" della storia. Risulterebbe essere un messaggio dei guelfi sostenitori del Papa, contro i ghibellini sostenitori dell'imperatore. I Guelfi avvertivano i frequentatori della fonte, che nel caso in cui i Ghibellini fossero tornati al potere, questi ultimi avrebbero diffuso idee eretiche.

L’arte fa scoprire cose straordinarie, fa riflettere e permette la crescita dell’uomo.

Parliamo quindi di straordinario, soprattutto guardando il rinnovo contrattuale appena concluso.

Leggendo il conto annuale della Guardia di Finanza dell’anno 2019[2], si può trovare la prova oggettiva che quello che per taluni è un residuale compenso per lavoro straordinario, per altri, oltre a diventare una vera e propria prebenda mensile, diventa quasi una “voce stipendiale” garantita e protetta.

Nel dettaglio, ordinando i dati pubblicati sul conto annuale, si può osservare la seguente situazione (scaricabile anche DA QUI)

In definitiva la categoria degli ufficiali, indipendentemente dall’incarico ricoperto e dalla posizione gerarchica occupata, porta a casa, mediamente, 48 ore al mese di straordinario (per 12 mesi, conteggiando anche il mese di licenza), assorbendo circa il 18% delle intere risorse (nonostante siano solo il 5,3% della forza del Corpo).

Tale calcolo non tiene ovviamente conto delle ore di straordinario che ogni anno vengono conguagliate. Per quest’ultimo aspetto c’è da osservare che:

  • gli ufficiali sono deputati ad autorizzare le ore di straordinario del resto del personale. Per poter eseguire lo straordinario è infatti necessario essere autorizzati preventivamente: regola che vale per tutti tranne che per gli stessi ufficiali che, di fatto, non sono sottoposti ad alcuna autorizzazione preventiva;
  • la tendenza è quella di calmierare le ore di straordinario del Pe.I.S.A.F., onde evitare di giungere al taglio delle ore che non possono essere retribuite con il monte ore assegnato nel mese. Ebbene qui si giunge al paradosso: gli ufficiali hanno un monte ore mensile assegnato che coincide quasi sempre con il massimo delle ore che possono essere retribuite (le famose 49/55 ore). Il resto, quello prodotto in eccedenza, comunque viene garantito con il conguaglio previsto a fine anno, con l’unica differenza che al restante personale (I.S.A.F) non viene permesso di eseguire ore di straordinario in eccedenza al monte ore mensile assegnato per poi giungere ad  “invitare”, fermamente, quel personale che sfora il monte ore mensile,  a presentare istanza di recupero per tempo, così che il famoso conguaglio, quindi, risulti residuale per il personale I.S.A.F. mentre abbondante per gli ufficiali;
  • producono ore di straordinario anche i cappellani militari (solo ufficiali) che evidentemente hanno travisato la regola benedettina dell’ora et labora, conferendo alla seconda parte della locuzione latina priorità rispetto alla prima;
  • ogni anno il valore dell’ora di straordinario degli ufficiali dirigenti subisce un aumento che invece non si registra per le altre categorie di militari.

Su tali ultimi presupposti e guardando le cifre degli annunciati aumenti provenienti dal rinnovo contrattuale, si può placidamente osservare che esse siano ininfluenti per una categoria di personale, atteso che lo straordinario garantito compensa abbondantemente (forse per una cinquantina di contratti a venire) gli aumenti dei quali oggi si è pervenuti.

Qualcuno obietta che questa possa essere una lotta di classe: così non è. E se pure così fosse in astratto, se c’è un possibile rimedio: basta evitare di porsi quale classe privilegiata, così il problema si risolve alla radice.

Altrimenti ci tocca tornare alla fonte dell’abbondanza: pochi usufruiscono e godono del frutto desiderato, altri litigano per averlo, corvi malefici si gustano la scena ed a tutti gli altri, nella realtà, gli tocca un nerboruto e carnoso eretto membro, uno dei 25 che penzola dall’albero.

 

BASILIO BARRECA

GIUSEPPE CERCHIO

ROSARIO LEONARDO

FELICE NARDIELLO

 

[1] Fonte: https://www.tuttomaremma.com/fontedellabbondanza.htm

[2] Fonte: https://www.gdf.gov.it/amministrazione-trasparente/personale/dotazione-organica/conto-annuale-del-personale

 

 


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