IL MISTERO DI VOLPE 132, L’ELICOTTERO DELLA GUARDIA DI FINANZA SPARITO NEL NULLA. (da ilriformista.it)

giovedì 02 marzo 2023

Un video di Marcel Aregoni andato in virale su TikTok che riprende il docufilm “Il Grano e la Volpe” di Vincenzo Guerrizio, Raffaele Manco, Francesco Deplano e Raquel Garcia Alvarez, racconta uno dei più grandi misteri dell’aviazione italiana. Si tratta della sparizione dell’elicottero della Guardia di Finanza Volpe 132 e dei due piloti che erano a bordo: il maresciallo Gianfranco Deriu e il brigadiere Fabrizio Sedda. Uno dei cold case italiani mai risolti. Cosa successe quando la sera del 2 marzo 1994 dell’elicottero si persero completamente le tracce? Ventotto anni dopo quel drammatico evento non ci sono ancora risposte certe. L’episodio fu ribattezzato dalle cronache dell’epoca l’”Ustica sarda”.

Volpe 132 era il nome in codice dell’elicottero Agusta A-109A Mk.II Hirundo, in forza presso la Sezione aerea di manovra Elmas della Guardia di Finanza. La notte del 2 marzo 1994 si schiantò al largo di Capo Ferrato, presso la rada di Feraxi, a Muravera. Secondo quanto riportato in una vecchia inchiesta di Repubblica sul caso, quattro testimoni videro o sentirono l’esplosione di un elicottero che stava sorvolando una nave mercantile a poca distanza dalla costa. Il brigadiere Sedda, 28 anni, era ai comandi, al suo fianco c’era il maresciallo Deriu, 41 anni. I loro corpi non sono mai stati trovati. Qualche giorno dopo furono rinvenuti solo alcuni pezzi dell’elicottero, nessuna traccia del relitto.

I testimoni dichiararono che l’elicottero era caduto in prossimità di una nave portacontainer ancorata in quel tratto di mare da alcuni giorni. Secondo alcuni abitanti della zona, l’imbarcazione, in seguito identificata con il mercantile Lucina, avrebbe preso rapidamente il largo dopo l’abbattimento dell’elicottero. La nave fu successivamente coinvolta nella strage di Djen-Djen, avvenuta nel luglio dello stesso anno a Taher, in Algeria. Proprio in quel porto fu teatro dell’eccidio di sette marinai italiani ad opera di un gruppo di estremisti islamici il 6 luglio 1994. Tutti i membri dell’equipaggio furono sgozzati. Il sospetto è che trasportasse un carico di armi invece della semola che era stata dichiarata.

Non è questa l’unica coincidenza di questo incredibile mistero. Il Volpe 132 fu abbattuto circa tre settimane prima dell’omicidio di Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin che stavano indagando su traffici di armi o di scorie radioattive. Una delle ipotesi che circolò è che l’elicottero, decollato dall’Aeroporto Militare A.M. di Cagliari-Elmas “Mario Mameli”, sarebbe stato abbattuto in volo per ragioni afferenti al traffico internazionale di armi e di rifiuti tossici. La Procura di Cagliari aprì un’inchiesta e da subito saltarono fuori incredibili difficoltà e qualche sospetto di depistaggio. Nei primi anni si pensò che si fosse trattato di un incidente. Ma nel 2011, dopo una serie di appelli da parte dei familiari delle vittime e dei testimoni, la Procura di Cagliari ha abbandonato la pista del disastro aviatorio per quella dell’omicidio plurimo volontario.

Furono sentiti 4 testimoni: il giardiniere di Feraxi Giovanni Utzeri, Gigi Marini operaio di Villacidro in pensione, Antonio Cuccu, il presidente della cooperativa pescatori di Feraxi, e Giuseppe Zuncheddu, un capraro originario di Burcei che dichiararono di aver sentito il forte boato. Ma della nave non si trovò mai traccia. E da qui il sospetto che qualcuno lo avesse spostato da quella rada profonda pochi metri. Qualcuno che avesse avuto i mezzi per trascinarlo dove le acque sono profondissime tanto da non essere mai più trovato.

A un certo punto, sulla relazione interna della Gdf venne persino opposto il segreto di Stato che i magistrati, insistendo riuscirono a far togliere. Le conclusioni del documento erano che, forse, si era trattato di un incidente ma che, senza relitto, era impossibile dire di più. Insomma nulla che potesse giustificare il segreto di stato. A questi misteri si aggiungeva anche un altro dettaglio che non quadrava nella ricostruzione: l’assenza di comunicazioni tra l’elicottero Volpe 132 e la motovedetta G.63 della Guardia di Finanza, una zona d’ombra in cui si sarebbe trovato l’elicottero, i 40 minuti di silenzio nelle comunicazioni.

Sempre un’inchiesta di Repubblica riporta che un elicottero gemello del Volpe 132, fu sottratto dal deposito della Guardia di Finanza di Oristano e, in seguito ad una telefonata anonima, fu ritrovato smontato presso un immobile del patrimonio dello Stato, adibito ad uso governativo, sito a Quartu Sant’Elena: il sospetto è che si volesse orchestrare con i pezzi del velivolo un ritrovamento fasullo del Volpe 132, asseritamente abbattuto. In una relazione datata 16 marzo 2000, redatta dalla sezione della Polizia giudiziaria si afferma che il giorno della scomparsa dell’elicottero erano in corso esercitazioni militari con lancio di missili. Una nuova ipotesi si fece strada: l’elicottero possa essere stato abbattuto da un missile. Incidente, errore o omicidio? A 28 anni di distanza, quello del Volpe 132 resta un mistero.

 

 

Fonte: https://www.ilriformista.it/il-mistero-di-volpe-132-lelicottero-della-guardia-di-finanza-sparito-nel-nulla-336519/

 

 

 

 


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