ITALIA OGGI: “GDF, VISCO SFIDA ANCORA SPECIALE. IL VICEMINISTRO VUOLE LA REGIA DELLE NOMINE NELLE FIAMME GIALLE” (di Mauro Romano)

venerdì 30 marzo 2007

23 marzo 2007

 

Aperto un altro fronte di guerra dopo il blitz tentato mesi fa dal numero due di via XX Settembre

 

Il Vice ministro dell’Economia, Vincenzo Visco, ci riprova. E ancora una volta punta ad avere la regia esclusiva delle nomine e degli spostamenti  dei vertici della Guardia di finanza.

Dopo il blitz tentato senza successo a luglio 2006, quando le fiamme gialllestavano conducendo le indagini sulla Unipol di GiovanniConsorte, Anche in questi  giorni il viceministro di Via XX Settembre cerca di imporre la sua linea di spostamenti che riguardano posti di rilievo nella gdf. Secondo quanto risulta a Italia Oggi anche in questa occasione è scontro aperto con il comandante generale, Roberto Speciale. Il quale ha risposto picche all’esponente diessino opponendo addirittura un vecchio carteggio che era intercorso nel ’98 tra le Fiamme gialle e lo stesso Visco, allora ministro delle finanze del primo governo guidato da Prodi.

Nelle carte richiamate da Speciale, in sostanza, si fa riferimento ad alcuni passaggi in cui, già allora, il ministero riconosceva che sulla questione delle nomine e dei trasferimenti le Fiamme gialle sono del tutto autonome e impermeabili ai tentativi di ingerenza di Via XX Settembre.

Certo che a poco meno di un anno dall’ultimo grande attrito, si è aperto un altro fronte di battaglia tra Visco e Speciale che getta un’ombra piuttosto sinistra sui rapporti tra i due e le strutture che si trovano a dirigere.

Poco meno di un anno fa, dicevamo, Visco ci aveva provato un’altra volta. In quell’occasione nel mirino del viceministro erano finiti i vertici della   del primo gruppo di sezioni del nucleo provinciale di polizia tributaria. Secondo quanto rivelarono fonti interne della gdf, in sostanza, gli input per i trasferimenti derivavano proprio da ordini precisi del viceministro di Via XX Settembre.

Il quale, secondo le stesse fonti, si mostrò quantomai sensibile a venire incontro alle indicazioni che gli venivano da uomini del suo staff: il serenale Flavio Zanini, suo vicecapo di gabinetto; il colonnello Mario Ortello, suo aiutante di campo e i generali di corpo d’armata Italo Pappa e Sergio Favaro che di lì a poco avrebbe preso il posto del medesimo Pappa. Insomma il bliz tentato da Visco aveva , come si vede un raggio d’azione particolarmente ampio. Ma si è scontrato con le resistenze di Speciale e della stessa Procura di Milano che, preoccupata per le conseguenze che l’avvio della procedura di trasferimento avrebbe potuto produrre sulle inchieste del caso Unipol, decise di aprire un ulteriore fronte di indagine.

Sempre in quella circostanza, tra l’altro, si registrò uno scarsissimo coordinamento  all’interno del governo nella scelta di una strategia  difensiva da tenere rispetto alle accuse rivolte dal centro-destra.

Lo stesso Prodi, tanto per fare un esempio, rispondendo alla camera ad un’interrogazione parlamentare, disse che gli avvicendamenti che erano stati disposti non comportavano in nessun caso una diminuzio per i soggetti che erano stati spostati.

Il premier, in pratica si affrettò a dire che tutti avrebbero avuto un posto pari, se non superiore, a quello che avevano occupato in precedenza. Peccato che però, la procedura non sia mai andata in porto, proprio per la levata di scudi di Speciale e della Procura di Milano. Con grande imbarazzo di tutto il Governo.

Italia Oggi – 24.3.2007

 


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