IL RESOCONTO DELLA SEDUTA, 15/1/2004, DELLA IV COMMISSIONE (DIFESA) DELLA CAMERA NELLA QUALE IL SOTTOSEGRETARIO ON/ LE CICU SPIEGA LE RAGIONI DELLA POSIZIONE DEL GOVERNO.

mercoledì 18 febbraio 2004

Dal resoconto della seduta del 15 gennaio scorso della Commissione Difesa della Camera si capisce chiaramente la posizione del Governo relativamente agli emendamenti che vi abbiamo presentato nel servizio di qualche giorno fà, predisposti dagli Stati Maggiori, ed accolti dal Governo.

Ogni commento risulta superfluo, ognuno potrà e dovrà trarre le conclusioni circa la disponibilità ad accogliere le aspettative dei militari circa una vera forma di tutela che possa contribuire ad un rinnovamento degli ambienti di lavoro, da un lato, ed una sicura conseguente efficienza delle organizzazioni, dall'altra.

 

ECCO IL RESOCONTO:

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IV Commissione - Resoconto di giovedì 15 gennaio 2004

 
 

SEDE REFERENTE

Giovedì 15 gennaio 2004. - Presidenza del presidente Luigi RAMPONI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Salvatore CICU.

Nuove norme sulla rappresentanza militare.
Ulteriore nuovo testo unificato C. 932 Molinari, C. 1718 Ramponi, C. 1822 Lavagnini, C. 1958 Deiana, C. 2063 Ascierto e C. 2193 Minniti.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato nella seduta del 13 gennaio 2004.

Luigi RAMPONI, presidente, invita il rappresentante del Governo a svolgere il proprio intervento in sede di replica.

Il sottosegretario Salvatore CICU, pur condividendo 1'impianto generale del provvedimento che, rispetto alla precedente versione, ha recepito in molti punti le istanze di modifica suggerite dal Governo ed ha definito in modo più dettagliato le materie di intervento e le modalità operative degli organi della rappresentanza, manifesta tuttavia alcune perplessità sulle quali invita a riflettere i componenti la Commissione.
In particolare, si sofferma sulla questione del ruolo e del compito della rappresentanza in sede di confronto con il Governo. Ritiene infatti che il termine «contrattazione» usato nel testo unificato in esame non possa essere riferito alla rappresentanza militare se non con uno stravolgimento della natura giuridica del termine stesso. A tale riguardo ricorda che il sistema della contrattazione non può essere esteso alla rappresentanza militare poiché esso prevede un confronto tra una delegazione di parte pubblica e le rappresentanze sindacali al fine di pervenire alla stipula di un apposito accordo.
In conformità alle disposizioni vigenti per il pubblico impiego in materia di accertamento della rappresentatività sindacale nell'ambito della contrattazione collettiva - di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195 per quanto attiene alle Forze di polizia ad ordinamento civile - tale accordo, recepisce il consenso espresso delle organizzazioni sindacali, quantificabile attraverso la misura del dato associativo (numero degli iscritti) e del dato elettorale (voti ottenuti nelle elezioni). In altre parole, la condizione necessaria affinché venga sottoscritto il contratto è che le organizzazioni sindacali aderenti all'ipotesi di accordo rappresentino nel loro complesso la maggioranza, in termini percentuali, del dato associativo e del dato elettorale dell'intero comparto o dell'area contrattuale di interesse. In tal modo, qualora non venga raggiunta l'intesa dall'unanimità delle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto, si fa riferimento al dato associativo, cioè al numero di iscritti alle organizzazioni sindacali aderenti alla bozza di accordo, per verificare l'esistenza di un adeguato consenso atto a legittimare l'accordo raggiunto. In sostanza, anche se non firmano tutte le organizzazioni sindacali è sufficiente che 1'accordo venga sottoscritto dalle organizzazioni sindacali che, in termini di iscritti, rappresentino complessivamente la maggioranza del comparto.
Il termine contrattazione non può quindi essere utilizzato in riferimento alla rappresentanza militare in quanto quest'ultima ha una valenza di organismo interno all'organizzazione militare, non propriamente sindacale.
Ritiene comunque che il relatore e la Commissione stiano facendo un buon lavoro per rafforzare il ruolo della rappresentanza militare, garantendo ad essa una maggiore partecipazione ed autonomia ed al riguardo manifesta il pieno appoggio ed apprezzamento del Governo. Ricorda che lo stesso ex Ministro della funzione pubblica, Franco Frattini, audito dalla Commissione sul provvedimento, aveva evidenziato tale opportunità. Occorre pertanto accrescere il ruolo del Cocer in sede di concertazione, garantendogli un'attività più incisiva e partecipativa, soprattutto tenuto conto del ruolo sempre più importante svolto dalle Forze armate.
Ci sono inoltre una serie di aspetti di minore rilievo, sui quali intende soffermarsi, che attengono, in particolare, al ruolo dei vertici militari (Stato maggiore difesa e Comandi generali) che, nell'ambito dei procedimenti previsti dal decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, verrebbero posti a latere - con funzioni non chiarite nel testo in esame - del processo decisionale intercorrente tra la rappresentanza militare e l'autorità politica; per di più con compiti di mero supporto tecnico ai Cocer nelle «attività di contrattazione». Tale innovazione condizionerebbe fortemente il Governo e la stessa attività negoziale del comparto difesa, atteso che qualsiasi trattativa difficilmente potrebbe essere conclusa qualora il Cocer, con piena capacità contrattuale, non intendesse sottoscrivere l'accordo.
Un'ulteriore questione riguarda le attribuzioni, agli organi della rappresentanza, di competenze di natura ispettiva in materia di vigilanza sulla corretta applicazione della normativa emanata a seguito della ipotizzata «contrattazione» e della legislazione concernente la sicurezza e la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro.
In merito alle problematiche segnalate, il Governo si riserva di presentare gli opportuni emendamenti, anche al fine di migliorare il testo in esame, onde pervenire ad una riforma della rappresentanza che possa conciliare gli interessi istituzionali con quelli degli organismi rappresentativi del personale militare.

Roberto LAVAGNINI (FI) ritiene che la Commissione stia svolgendo un lavoro molto approfondito sulla riforma della rappresentanza militare al fine di conferire al Cocer un ruolo più incisivo in sede di concertazione con il Governo. Ritiene inoltre che con tale riforma si aprirà una nuova fase per quanto attiene al ruolo della Funzione pubblica. Infatti, dopo l'equiparazione delle Forze di polizia ad ordinamento militare e ad ordinamento civile, si è creato un comparto unitario «difesa e sicurezza». Proprio per tale aspetto, la Funzione pubblica verrà ad assumere un ruolo ancora più incisivo rispetto all'attuale, in quanto si troverà a dover concertare con i vari dicasteri coinvolti - Interni - Difesa - Economia e Finanze - le questioni relative al personale di rispettiva competenza. È ovvio che permangono le differenziazioni relative ai compiti svolti dalle Forze di Polizia ad ordinamento civile, da un lato, e dalle Forze armate, dall'altro. In conclusione, ritiene necessario considerare il nuovo ruolo che andrà a svolgere la Funzione pubblica inserendolo opportunamente nel testo unificato in esame e coordinandolo con le proposte di legge, attualmente all'esame delle Commissioni I e IV, concernenti, rispettivamente, l'istituzione del comparto autonomo per le Forze di polizia e le Forze armate (C. 3372 ed abb.) e la completa armonizzazione del trattamento giuridico ed economico del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia (C. 3425 ed abb.).

Giuseppe LUMIA (DS-U) pur osservando che il rappresentante del Governo si è soffermato su taluni aspetti di grande rilievo in tema di riforma della rappresentanza militare, ha tuttavia colto una certa preclusione nei confronti dell'uso del termine «contrattazione».
Una rappresentanza che non concerta e non contratta non può essere considerata una vera rappresentanza. Infatti, da un lato, si attenua il principio della responsabilità dei rappresentanti nei confronti dei rappresentati e, dall'altro, vi è il rischio di una demotivazione da parte dello stesso personale. Ritiene quindi che l'attribuzione al Cocer di un ruolo più incisivo, nell'ottica di una maggiore democraticità, determinerebbe risultati migliori sia in termini di motivazione del personale, sia avendo riguardo all'efficienza e alla qualità dei risultati.
Occorre pertanto recepire sino in fondo tale aspetto, soprattutto tenuto conto del nuovo ruolo che la Funzione pubblica sarà chiamata a svolgere. Il ruolo del Cocer non potrà continuare ad essere ambiguo e poco incisivo, in quanto ciò potrebbe determinare un certo malessere tra il personale, che potrebbe sentirsi non adeguatamente tutelato. Invita pertanto il Governo ad una maggiore apertura in tal senso. Pur cogliendo il travaglio interno alla maggioranza ed al Governo volto a rendere più incisivo il ruolo della rappresentanza militare, ritiene necessaria una svolta intelligente e non avventuristica che, mantenendo la specificità propria del personale militare, aumenti la democraticità nell'assunzione delle decisioni. Utilizzare il termine «concertazione» in riferimento alla rappresentanza, significa che quest'ultima non può «contrattare» la politica di sicurezza e difesa, in riferimento ai temi di propria competenza.

Luigi RAMPONI, presidente, ricorda al deputato Lumia che la «contrattazione» e la «concertazione» sono metodi per addivenire al raggiungimento di risultati, e le competenze al riguardo sono specificamente definite.

Giuseppe LUMIA (DS-U) concorda con il presidente sul fatto che sia la concertazione, sia la contrattazione siano metodi per affrontare, rispettivamente, questioni generali, ovvero specifiche. Tuttavia, ritiene che entrambi i termini possano essere utilizzati nel testo unificato in esame. Preannuncia in tal senso la presentazione di specifiche proposte emendative da parte del suo gruppo. Infine, auspica una maggiore apertura del Governo in merito alla contrattazione decentrata, più facile da realizzare per il comparto sicurezza, e che rappresenta invece un obiettivo da raggiungere il prima possibile anche per il comparto difesa.

Filippo ASCIERTO (AN) ribadisce il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, sottolineando in particolare i due aspetti maggiormente innovativi contenuti nel testo unificato in esame. Il primo riguarda la possibilità di tutela del singolo delegato; l'altro attiene all'uso del termine «contrattazione», in merito al quale ricorda le considerazioni svolte dall'ex ministro della Funzione pubblica, Franco Frattini, nel corso dell'audizione in Commissione.
Ricorda che all'epoca in cui si decise la concertazione quest'ultima fu delineata su due livelli: da un lato, la Funzione pubblica, dall'altro, gli Stati Maggiori. La questione è che ai vertici militari è stato attribuito un ruolo ibrido, in quanto, in una prima fase, devono concertare le singole questioni con i delegati del Cocer; successivamente, sono collocati dalla stessa parte della Funzione pubblica. Ritiene pertanto fondamentale chiarire tale aspetto.
Evidenzia inoltre una diseguaglianza tra il ruolo svolto dai sindacati di Polizia rispetto a quello attribuito al Cocer. Mentre per i primi vige un sistema di contrattazione di secondo livello, i rappresentanti del Cocer non possono neanche discutere delle questioni concertate o da concertare, non essendo queste ultime contemplate dalla legge n. 382 del 1978.
Esprime poi apprezzamento per la posizione manifestata dall'opposizione, che ha escluso la sindacalizzazione delle Forze armate, pur nello sforzo di conferire una maggiore incisività all'attività del Cocer. Ritiene quindi che il ruolo del Cocer debba essere reso più penetrante, pur preservando la specificità del personale militare. In conclusione, auspica la rapida approvazione della riforma della rappresentanza militare, fortemente attesa da tutto il personale.

Luigi RAMPONI, presidente, pur ritenendo che gli aspetti della contrattazione e della concertazione costituiscano i punti più delicati della riforma, ricorda come l'attività della rappresentanza abbia una valenza molto più ampia, comprendendo temi quali la tutela della qualità della vita, le condizioni di impiego, di salute, di lavoro e di riposo del personale.
Ricorda poi che il testo approvato nella scorsa legislatura alla Camera non era assolutamente innovativo come quello in esame, per quanto concerne il ruolo del Cocer. Pertanto, ritiene che il lavoro fin qui svolto dalla Commissione vada sicuramente oltre rispetto a quanto fatto dall'allora maggioranza nella XIII legislatura. Nonostante ciò, auspica che si giunga ad un testo condiviso da tutte le parti politiche su un tema di grande rilievo per il personale quale è quello della rappresentanza.
Nessun altro chiedendo di intervenire, propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti al testo unificato in esame a mercoledì 21 gennaio 2004, alle ore 16.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

 

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