LA REPUBBLICA DEL 24 FEBBRAIO 2004 - PAG. 18 - DI PIETRO: “ALLE ELEZIONI CI AIUTERA’ UNA ASSOCIAZIONE DI CARABINIERI”
LA REPUBBLICA – martedì 24 febbraio 2004 - Politica interna – Il caso
DI PIETRO: “ALLE ELEZIONI CI AIUTERA’ UNA ASSOCIAZIONE DI CARABINIERI”
“Sostegno a Italia dei valori”. Il comando generale: non rappresentano l’Arma.
ROMA (Claudia Fusani). Di Piero, Occhetto, pezzi della società civile e anche quella fetta dell’Arma dei carabinieri che da anni, dal 1993, lotta “per un mondo militare più democratico e trasparente”. Sono gli uomini in divisa che in questi anni hanno denunciato i rischi delle munizioni all’uranio impoverito (l’ultimo morto, il 24esimo, è di pochi giorni fa). E quelli che hanno presentato l’esposto alla procura militare ipotizzando un’omissione nei sistemi di difesa e sicurezza per i nostri militari a Nassiriya.
L’annuncio ufficiale l’ha dato ieri Antonio Di Pietro: “L’associazione dei Carabinieri che ha promosso il progetto di democrazia militare attraverso il “Giornale dei Carabinieri” sostiene la nostra lista”. Una cinquantina tra ufficiali e sottufficiali in servizio saranno candidati per le Europee, le amministrative e le prossime politiche. Più che sufficiente per provocare mugugni e distinguo da parte del comando generale dell’Arma: “Quelli non rappresentano i carabinieri”. Così stamani fra l’ex pm di Mani Pulite e l’uomo della svolta della Bolognina, sotto la dicitura lista Di Pietro-Occhetto-società civile e il simbolo dell’Italia di Valori-Nuovo Ulivo, ci saranno anche marescialli e ufficiali. “Abbiamo preso un giorno di ferie” spiegano. Per la campagna elettorale “usufruiremo dell’aspettativa di 30 giorni per motivi elettorali”.
L’associazione dei carabinieri “ribelli” era nata nel ’93 reclamando il diritto, anche negli ambienti militari, all’associazionismo e al sindacato, “alla tutela – ricorda Ernesto Pallotta, 43 anni, maresciallo in servizio alla compagnia Montesacro a Roma – dei diritti individuali”. Si chiamavano Un arma e nel 1997, “nonostante censure e provvedimenti disciplinari”, sono arrivati fino a 3.700 iscritti. Poi, nel 1999, una sentenza della Corte costituzionale ribadisce il divieto al sindacato militare. Sono partiti i ricorsi alla Corte di giustizia europea ma ancora oggi Un arma è “congelata” perché “illegale”. La sua eredità è stata raccolta da “Il giornale del carabiniere”, un mensile distribuito in tutte le caserma che conta 20mila abbonati. Pallotta, che non può più essere il segretario di Un arma, è il fondatore della rivista. Quella che comincia oggi è la prima campagna elettorale. Due gli obiettivi: “Aumentare la sfera dei diritti individuali all’interno delle forze armate ed evitare un processo di militarizzazione del paese”. E un motto: “Cittadini con le stellette”