LA POSIZIONE DI FICIESSE SULLA SMILITARIZZAZIONE E SUL FUTURO DELLA GDF, INCONTRO CON RIFONDAZIONE COMUNISTA SULLA PROPOSTA DI LEGGE 2846

giovedì 01 novembre 2007

Lunedì scorso, 28 ottobre 2007, ha avuto luogo a Roma, in via Uffici del Vicario, un incontro-dibattito con i promotori del progetto di legge per la smilitarizzazione della Guardia di finanza, presentato nel giugno scorso da tre deputati del Partito della Rifondazione Comunista (Elettra Deiana, Donatella Duranti e Salvatore Cannavò).

 

Scopo dell’incontro, la necessità di raccogliere opinioni e idee migliorative sui contenuti della proposta di legge n. 2846 presentata alla Camera dei Deputati il 268 giugno scorso e che ha il seguente testuale oggetto: “Scioglimento del Corpo della Guardia di Finanza, istituzione della Polizia economica e finanziaria e delega al Governo per l’organizzazione della medesima”.

 

Per la rappresentanza militare del Corpo erano presenti sei delegati del Cocer (il vicepresidente Bartoloni e i delegati Leotta, Trinx, De Matteis, Taverna e Tisci) e diversi componenti di Coir e Cobar di reparti dell’Italia centrale. Per Ficiesse, il presidente del direttivo nazionale Fortuna e gran parte del Comitato precongressuale della Sezione di Roma.

 

Il dibattito è stato aperto e interessante, sono emerse alcune diversità di vedute e gli organizzatori hanno avuto modo di recepire numerosi spunti critici e migliorativi.

 

Nel suo intervento, Fortuna ha inizialmente fatto notare come sull’argomento della smilitarizzazione della Guardia di finanza via sia una fortissima sensibilità negli ambienti vicini alla realtà e ai problemi del Corpo. Lo dimostra da ultimo anche l’elevato numero di contatti sul sito internet di Ficiesse registrati dalla notizia della presentazione del pdl 2846 (oltre duemila) e la discussione che ne è scaturita nel forum del medesimo sito (con oltre 400 messaggi e quasi 15 mila letture)

 

Sul merito della proposta di Rifondazione, il presidente del Direttivo nazionale ha fatto, in sintesi, le osservazioni che sono appresso sintetizzate.

 

1) La posizione di Ficiesse sulla smilitarizzazione

 

Ficiesse è favorevole alla smilitarizzazione della Guardia di finanza. L’Associazione ritiene, infatti, che la cultura e la filosofia organizzativa e gestionale proprie degli apparati militari tradizionali siano incompatibili con le funzioni delle forze di polizia di un moderno stato democratico.

 

D’altra parte, come rilevabile dalle posizioni assunte in merito alle ipotesi di riforma della legge 382 del 1978 sulla rappresentanza militare, sembra ancora prevalere negli Stati maggiori e nei Comandi generali la posizione di coloro che ritengono necessario OSTACOLARE OGNI FORMA DI CONTROLLO DEMOCRATICO INTERNO agli apparati, alo scopo di mantenere l'attuale situazione di ACCENTUATA SEPARATEZZA della società militare dalla società civile.

 

Ficiesse, all’opposto, è certa che le istituzioni militari non possano essere cosa culturalmente e funzionalmente estranea al resto del Paese e che debba essere garantita al loro interno, come avviene ovunque in Europa, la presenza di luoghi di incontro e confronto democratico.

 

Questa esigenza, peraltro, è ancora più viva e pressante in Italia, dove a forze militari sono affidate, oltre alle tipiche funzioni di difesa, anche delicatissime funzioni di polizia per la prevenzione e la repressione dei reati, per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica e addirittura per la prevenzione e la repressione degli illeciti economici e finanziari (con i Carabinieri e con la Guardia di finanza).

 

 

2) Riforma della rappresentanza militare e richiesta di smilitarizzazione

 

Ficiesse è consapevole che la struttura militare della Guardia di finanza, nonostante le segnalate carenze del modello tradizionale, abbia comunque favorito in passato l’acquisizione al Corpo di una molteplicità di funzioni e di competenze che costituiscono parte rilevante della sua identità e del suo valore aggiunto (si veda in merito i documenti di approfondimento prodotti nel tempo e in particolare il servizio dal titolo “GDF, LA STAGIONE DELLE RIFORME” pubblicato nella rivista Finanzieri e Cittadini n. 3-6 del 2002, che è stata consegnata ai parlamentari presenti all’incontro).

 

Per questi motivi e consapevole della delicatezza di tali equilibri, il Direttivo dell’Associazione ha deciso di legare la richiesta di smilitarizzazione della Guardia di finanza all’esito del dibattito parlamentare sulla riforma della legge del 1978.

 

Ficiesse ha ritenuto opportuno, quindi, mettere in cima alle sue priorità il massimo impegno per favorire il riconoscimento a tutti i lavoratori militari dei diritti di sindacato o quanto meno di associazione e di subordinare per il momento la richiesta di smilitarizzazione del Corpo a una riforma in senso democratico della legge 382, allo scopo di verificare successivamente la funzionalità del nuovo modello in termini di efficacia, efficienza e di piena affidabilità per i cittadini.

 

 

3) Sulla proposta di legge n. 2846

 

Tanto premesso sulla posizione di Ficiesse in tema di smilitarizzazione della Guardia di finanza e di sindacalizzazione delle istituzioni militari, il presidente del Direttivo nazionale è passato ai contenuti della proposta di legge presentata da Rifondazione Comunista il 28 giugno scorso.

 

Innanzitutto, è stato fatto presente che si ritiene importante MANTENERE LA DENOMINAZIONE “GUARDIA DI FINANZA”.

 

Ciò consentirebbe di collegare il patrimonio morale e ideale del nuovo Corpo civile e del suo personale alla storia, alla cultura e alle esperienze del precedente Corpo militare.

 

Si tratta di un aspetto rilevante, che conferirebbe fin dall’inizio al nuovo organismo e ai suoi agenti identità, coesione e orgoglio di appartenenza.

 

È stata poi sottolineata la necessità di indicare tra i principi e criteri direttivi della legge delega quegli elementi che costituiscono il valore più autentico della Guardia di finanza, da difendere a ogni costo.

 

Ci riferiamo allo stretto e inscindibile collegamento nel medesimo personale delle funzioni (e professionalità) proprie della polizia tributaria e delle funzioni (e professionalità) proprie della polizia giudiziaria.

 

È importante comprendere, infatti, che la preziosa coesistenza in un solo organismo di queste due diverse professionalità non viene certamente dagli insegnamenti negli istituti di formazione, ma dall’EFFETTIVO E CONTESTUALE ESERCIZIO SUL TERRITORIO: 1) dei poteri di verifica dell’amministrazione finanziaria civile; 2) dei poteri di ricerca del reato della polizia giudiziaria.

 

Bisogna aver chiaro che è esattamente questo il valore aggiunto degli agenti della Guardia di finanza: nell’essere verificatori fiscali capaci di “vedere” in contabilità fatture false e altri reati (cosa che non sanno fare ugualmente bene i verificatori delle Agenzie) e nell’essere poliziotti che non si spaventano a esaminare masse anche grandi di documentazioni contabili (cosa che non fanno ugualmente bene poliziotti e carabinieri).

 

Se si rompe questo delicato equilibrio, il finanziere NON HA SEMPLICEMENTE PIÙ RAGIONE DI ESISTERE e il prezioso patrimonio costituito dalla Guardia di finanza andrebbe certamente disperso.

 

In questo senso, è stato fatto osservare come sia necessario che il pdl in argomento preveda che il legislatore delegato:

 

·  obblighi la nuova GDF, com’è già per Polizia di Stato e per le Agenzie, A STRUTTURARSI IN NON PIÙ DI TRE LIVELLI IN LUOGO DEGLI ATTUALI 6, e precisamente: livello nazionale, livello regionale (meglio sarebbe il provinciale) e livello direttamente operativo;

 

·  obblighi la nuova GDF a fissare al livello nazionale che ai livelli provinciali quali obiettivi prioritari ed essenziali la diminuzione del sommerso, quindi OBIETTIVI MISURATI IN TERMINI DI GETTITO EFFETTIVO DELLE IMPOSTE DELL’ANNO SUCCESSIVO e non soltanto in termini di contestazioni formali (sono stati richiamati in merito i contenuti del documento di Ficiesse “Contribuenti per scelta – Parte prima”);

 

·  obblighi la nuova GDF a impiegare le risorse umane non soltanto nelle pur necessarie attività di repressione, ma ANCHE IN ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E ATTIVITÀ DI SUPPORTO INFORMATIVO AI CITTADINI CONTRIBUENTI (in sinergia con le Agenzie e costituendo uffici relazioni con il pubblico in ogni reparto territoriale);

 

·  obblighi la nuova GDF a RENDERE PUBBLICI OGNI ANNO, come dovrebbe essere per tutte le pubbliche amministrazioni, la tabella degli obiettivi strategici e operativi (I PROGRAMMI) assegnati a livello nazionale e a livello provinciale e dei risultati effettivamente conseguiti (I CONSUNTIVI);

 

·  indichi PRECISI CRITERI DI RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE tra nuova GDF e Agenzie fiscali, riservando alle Fiamme Gialle la competenza esclusiva per le funzioni di prevenzione del sommerso e di ricerca dell’evasione (obbligando le Agenzie a dedicarsi all’accertamento, al contenzioso e alla riscossione).

 

 

4) Sulla dispersione e riassegnazione ad altre amministrazioni dell’attuale personale GDF

 

Quanto appena detto spiega anche i motivi per i quali Ficiesse non condivide la scelta della dispersione di parte rilevante dell’attuale personale del Corpo e della sua rassegnazione ad altre amministrazioni (Dogane, Polizia di Stato e Capitanerie di Porto). La forza della Guardia di finanza, infatti, sta proprio, come detto, nel saper coniugare in un contesto diverso e unitario i poteri e le professionalità di altre amministrazioni.

 

Certamente, in caso di smilitarizzazione, i problemi più rilevanti andrebbero risolti per il COMPARTO AERONAVALE, per il quale molteplici funzioni sono legate alla qualificazione militare dei mezzi impiegati e degli agenti che li impiegano. Ma senza dubbio, se tali problemi dovessero rivelarsi non superabili, la legge dovrebbe consentire ai finanzieri di mare e a quelli del servizio aereo di poter transitare nel nuovo Corpo della Guardia di finanza civile.


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