RIFORMA 382, COCER CC SCONFESSATO A PALERMO DA CINQUE COIR E COBAR. BERDOZZO: “LA RAPPRESENTANZA CANCRO METASTATIZZATO, CHIEDO UNA CONVENTION GENERALE A ROMA". COIR PALIDORO: “GRIDIAMO SINDACATO!”. TIMORE DI GIOCHI FATTI, APPELLO A DE GREGORIO E PINOTTI

domenica 11 novembre 2007

Maretta e parole forti nell’incontro che si è svolto a Palermo, venerdì scorso, tra una rappresentanza dei delegati del Cocer Carabinieri e i delegati del Coir Palidoro, del Coir dell’Italia sud occidentale e dei Cobar di Calabria, Sicilia e del XII Battaglione Sicilia.

 

L’appuntamento era stato organizzato dal Cocer dell'Ama per raccogliere le opinioni dei cinque organismi sui contenuti del testo unificato presentato in Commissione Difesa del Senato sul nuovo sistema di tutele dei lavoratori militari.

 

Il Consiglio centrale, come ricorderanno i nostri lettori, ha già chiesto a tutti gli organismi confluenti con la delibera 123 del 2 novembre scorso di far conoscere le loro opinioni. Ma quel provvedimento è stato oggetto di fortissime critiche per l’evidente posizione di favore al testo unificato manifestata dallo stesso Cocer nel preambolo e nel dispositivo della delibera. Dove, infatti, si afferma che “il disegno di legge recepisce in pieno le linee guida formulate nel documento approvato dal Cocer Carabinieri” e che il Comandante generale è invitato a farsi immediatamente promotore, "a livello politico, delle iniziative necessarie affinché la riforma possa avere un iter parlamentare veloce e definitivo”.

 

Un modo di procedere che a molti è sembrato, oltre che poco cortese, non rispettoso delle prerogative degli organismi confluenti.

 

Insomma, è come se il Cocer avesse detto: cari delegati degli organismi confluenti, se non potete farne a meno e volete proprio perdere il vostro tempo con queste richieste di sindacato e di associazionismo,  inviateci pure le vostre osservazioni, ma fate in fretta, ché non abbiamo tempo da perdere, e specialmente sappiate che noi abbiamo comunque già deciso e abbiamo dato al Comandante generale l’OK per spingere verso una rapida approvazione del testo unificato.

 

Le critiche giunte dal territorio nei giorni immediatamente successivi hanno probabilmente consigliato al Cocer un po' più di prudenza e un aggiustamento di rotta.

 

Così, per non essere accusati di autoritarismo e di mancanza di democraticità, i delegati avrebbero deciso di dare spazio alle opinioni di Coi e Cobar territoriali. Ma non a Roma. Vista l'esperienza di qualche mese fa, con tutti quei politici nel parterre e l'idea del caffè da prendere tutti insieme nei pressi di piazza Monte Citorio. Meglio pigliare il toro per le corna e andare a casa sua, in provincia.

 

L’incontro di Palermo, il primo della serie, si è rivelato tutt'altro che una passeggiata. Infatti, dopo una prima parte dedicata all’analisi del testo, il dibattito si acceso con l’intervento del tenente colonnello Amedeo BERDOZZO, vicepresidente del Coir Palidoro. Che sembra abbia criticato con la consueta determinazione e senza alcuna diplomazia sia i contenuti del testo unificato, sia le posizioni assunte dal Cocer.

 

“Basta con questa rappresentanza militare – avrebbe affermato l'ufficiale tra gli applausi della stragrande maggioranza dei presenti-, ormai è come un cancro maligno in metastasi”.

 

Criticata senza appello anche la scelta degli incontri periferici: si sta decidendo il futuro di centinaia di migliaia di militari e delle loro famiglie – avrebbe proseguito Berdozzo -, chiediamo che sia organizzata una convention generale a Roma di tutti i Cobar e Coir dell’Arma”.

 

L’intervento ha infuocato il dibattito e si sono susseguiti interventi anche concitati, alcune reciproche accuse di linguaggio offensivo, qualche microfono strappato di mano e perfino la richiesta di zittire il vicepresidente del Palidoro.

 

Lo scontro si è spostato alla fine sull’inserimento a verbale della richiesta di convention generale a Roma, che sembra non sia stata accolta alla presidenza.

 

Di qui le proteste e la decisione della maggior parte dei delegati di uscire in massa dall’aula.

 

Il giorno successivo, il Coir Palidoro ha emesso il durissimo comunicato che riportiamo in allegato.

 

Nel documento il Consiglio si dichiara SCONCERTATO per le affermazioni di totale sostegno al testo unificato date dal Cocer nella delibera del 2 novembre, prima di aver sentito gli organismi confluenti e ALLIBITO per l’incarico conferito dal Cocer al Comandante generale dell’Arma “come se il documento stesso fosse stato già approvato dall’intera rappresentanza”.

 

Il Palidoro afferma apertamente di temere che i giochi siano già stati fatti e osserva al riguardo come alcuni passaggi della delibera 123 facciano addirittura ritenere già redatto il regolamento di attuazione.

 

“GRIDIAMO A GRAN VOCE LA VOLONTÀ DEGLI UOMINI DA NOI RAPPRESENTATI DI VOLERE IL SINDACATO”, è la chiosa finale della delibera. Con un appello al comandante Siazzu di riferire “la VERA volontà dell’Arma dei Carabinieri” ai vertici politici. E in particolare ai presidenti delle Commissioni Difesa di Senato e Camera, De Gregorio e Pinotti.

 

Il prossimo incontro tra Cocer e organismi territoriali è previsto per il 26 novembre.

 


Tua email:   Invia a: