CASO T.COL. SALCE, DUE ANNI DI INDAGINI RISERVATE SULLA VITA PRIVATA DELL’UFFICIALE NONOSTANTE LE ARCHIVIAZIONI DELL'A.G. - INTERROGAZIONE DEL SEN. RUSSO SPENA: “LEGITTIMO IL COMPORTAMENTO DEI SUPERIORI? COME LAVORANO LE SEZIONI I? ARCHIVI SEGRETI IN GDF?
Il caso del tenente colonnello della Gdf Massimiliano SALCE si arricchisce di un clamoroso tassello. La vicenda, come ricorderanno i nostri lettori, è venuta all’attenzione dell’opinione pubblica con una prima interrogazione parlamentare presentata nel novembre 2005 dall’onorevole Franco GIORDANO (PRC) e una seconda, più dettagliata, dell’onorevole Amedeo CICCANTI (UDC) depositata nel gennaio del 2006.
In particolare, nei due atti di sindacato ispettivo si ipotizzava che l’ufficiale potesse essere stato oggetto di comportamenti discriminatori e mobbizzanti (con abbassamento delle note caratteristiche, trasferimento in sede non gradita e apertura di un procedimento disciplinare con modalità illegittime) da parte di un livello di vertice dell’organizzazione per una informativa inviata all’Autorità giudiziaria su un appartenente al Corpo.
Ora il senatore Giovanni RUSSO SPENA rivela in una terza interrogazione presentata pochi giorni fa che il colonnello Salce è stato oggetto di lunghe attività indagine a causa di una lettera anonima diffamatoria che lo aveva falsamente accusato di illeciti commerci di autovetture. Indagini che, nonostante due archiviazioni della competente magistratura intervenute a breve distanza l'una dall'altra, sono andate avanti per ben due anni all'insaputa dell'interessato. Con rilevamenti presso privati, indagini sulla sulla vita privata e coinvolgimento di un elevato numero di Comandi del Corpo, che si concludevano tutti con l'archiviazione, ma pregiudicavano irrimediabilmente la reputazione e l'onore dell'ufficiale, con moltitudini di carte riguardanti ipotesi diffamatorie passate per le mani di molte decine di persone appartenenti e non all'amministrazione.
RUSSO SPENA chiede ora di conoscere:
- chi abbia ordinato quelle lunghe attività;
- quali siano le norme di legge o di regolamento che hanno legittimato l'emissione dell'ordine;
- quali le norme che consentirebbero l'esecuzione di indagini riservate DI TIPO NON PENALE SUL PERSONALE DEL CORPO (considerato che nel caso di specie gli esposti erano stati archiviati dalla magistratura);
- quali siano i compiti istituzionali dei servizi informazioni (le cosidette sezioni “I”) che impiegano risorse doviziose per indagare su appartenenti al Corpo sottraendole al contrasto all'evasione fiscale ;
- a quanto ammontino i fondi per le suddette articolazioni, come vengano spesi e chi controlli la spesa, specialmente in un periodo di forte deficit finanziario come l'attuale;
- dove finiscano i dati così raccolti e se esistano all'interno del Corpo archivi e banche dati palesi od occulti sulle abitudini di vita degli schedati;
- se tali eventuali archivi siano destinati a rimanere segreti e ad essere esclusi da accessi agli atti e se siano conformi alle disposizioni di legge in materia di privacy.
Interrogativi delicatissimi su questioni per le quali, al di là della specifica vicenda oggetto dell'odierno atto di sindacato ispettivo come di altre che l'avevano preceduta, sembra opportuno che la Guardia di finanza svolga una ATTENTA RIFLESSIONE.
La domanda è la seguente: fino a che punto una pubblica amministrazione è legittimata a sapere della vita privata dei suoi dipendenti? Può effettuare ricerche? E con quali limiti?
È noto come, ad esempio, ancora oggi nelle note caratteristiche del personale GDF di ogni ordine e grado sia presente la voce “COMPORTAMENTO NELLA VITA PRIVATA”. Un elemento che l'Esercito ha eliminato da anni. È legittima la previsione di tale elemento?
Nel frattempo, ci auguriamo che questa ulteriore interrogazione incontri una risposta e possa dare chiarezza al caso del tenente colonnello SALCE. Anche per allontanare il dubbio che le vicissitudini dell'ufficiale possano essere in qualche modo collegate a quella denuncia nei confronti di un appartenente al Corpo.
SENATO DELLA REPUBBLICA Legislatura XV
ATTO DI SINDACATO ISPETTIVO N° 4-02933
Pubblicato il 24 ottobre 2007
Seduta n. 236
RUSSO SPENA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
il tenente colonnello della Guardia di finanza M. Salce, nel periodo in cui era in servizio a L’Aquila, veniva fatto oggetto di una diffamante lettera anonima, che tra le varie falsità (rilevatesi tali per stessa ammissione dei Reparti che hanno operato in tempo successivo investigazioni sul Salce) riportava che l’ufficiale in questione era solito commerciare in automobili pagandole apparentemente ai concessionari salvo poi farsi restituire sotto banco denaro contante;
la magistratura archiviava per ben due volte il caso nel giro di brevissimo tempo mentre alla sede dei Comandi della Guardia di finanza de L’Aquila e di Ancona venivano svolte, post archiviazione della magistratura, comprovate da lettere interne al Corpo, ulteriori investigazioni riservate all’insaputa dell’ufficiale, consistenti in rilevamenti sulla vita privata, che portavano all’accusa di avere il Salce in uso un'auto appartenente ad una concessionaria, circostanza che si è rivelata falsa e ciò per un errore di rilevamento dati presso la stessa concessionaria cui risultava intestato l’automezzo;
il Comando generale del Corpo, a seguito delle iniziative intraprese dal Comando de L’Aquila, apriva un procedimento di richiesta chiarimenti verso l’ufficiale in questione, che durava parecchi mesi e si concludeva con l’archiviazione, esponendo però la reputazione e l’onore del Salce al giudizio negativo dei vari intervenuti nella trattazione della pratica;
nella trattazione della pratica durata più di due anni, intervenivano: il Comando generale, due Comandi interregionali, tre Comandi regionali, due Comandi provinciali, tre o quattro (non è dato di sapere per una mancata esibizione di alcuni atti richiesti in visione dallo stesso Salce) Comandi di polizia tributaria, tre “servizi i” (e forse anche quello di Ascoli Piceno), varie sezioni interne ai Comandi regionali che hanno trattato la pratica dal punto di vista amministrativo e di redazione delle lettere;
tutto terminava alla fine con l’archiviazione,
si chiede di sapere:
da parte di chi e sulla base di quale legge o norma venivano disposte investigazioni riservate (eseguite a mezzo del “servizio i” cioè servizio informazioni interno al Corpo del Comando provinciale de L’Aquila e a mezzo del servizio informazioni del Comando regionale Abruzzo) sulla vita fuori dal servizio del ten. col. M. Salce;
quali siano i compiti di detti servizi informativi deputati al contrasto all’evasione fiscale e cosa sia specificatamente previsto e analiticamente possibile in ordine al controllo da esperire eventualmente sul personale dipendente;
quale normativa permetta tali investigazioni non riconducibili né a norme di procedura penale, né di amministrazione, da cui sono derivate intromissioni nella vita privata dei cittadini, sebbene pubblici dipendenti, senza alcun potere di legge;
se esistano archivi (palesi o occulti) che conservino i dati e se non contrastino con le norme in materia di trattamento dati personali creazione banche dati e abitudini di vita degli schedati;
se il Ministro in indirizzo non ritenga di intervenire per verificare se nel Corpo della Guardia di finanza l’uso di dette articolazioni denominate “servizi i”, i poteri utilizzati dagli appartenenti ad esse, l’esistenza di archivi, oltre quelli ufficiali in dotazione ai Reparti, in uso a detti servizi e il tipo di dati in essi contenuti siano attività destinate a rimanere segrete, se non fosse stato per l’esperito accesso agli atti;
se non ritenga intervenire per appurare le eventuali responsabilità degli intervenuti e, laddove eseguite in abuso di potere, procedere con appositi interventi sanzionatori che evitino il ripetersi, in danno di chiunque, di comportamenti fuori da ogni schema e controllo democratico;
a quanto ammontino i fondi destinati alle suddette articolazioni del Corpo e come vengano spesi e chi controlli detta spesa, in un particolare periodo nel quale il Corpo della Guardia di finanza dichiara di essere in forte deficit finanziario.