TESTO UNICO SULLA MOBILITÀ, LE DEBOLEZZE DELLA RAPPRESENTANZA ED I PERCHÉ DELLE SCELTE DEL COMANDO GENERALE GDF

mercoledì 12 dicembre 2007

In un articolo apparso sul sito di Ficiesse sulla nuova circolare 255300 del 1° agosto 2007, intitolata Testo Unico sulla mobilità del personale, è stato posta l’attenzione sui alcuni possibili effetti distorsivi che si potrebbero produrre in tema di: 

 

·  requisiti di permanenza minimi per l’accesso alla procedura di mobilità a domanda del personale licenziato dai corsi di formazione AA.MM. e AA.SS. c.d. “interni” ovvero riservati agli appartenenti al Corpo;

 

·  disciplina dei punteggi attribuiti al personale richiedente, in relazione alla distanza chilometrica intercorrente tra la provincia in cui al momento della presentazione della domanda presta servizio e la provincia richiesta.

 

Nei giorni scorsi il Cocer ha portato a conoscenza il Comandante generale di quegli stessi effetti distorsivi chiedendo l’abrogazione delle novità introdotte dal nuovo testo unico. Richiesta supportata dai numerosi ricorsi amministrativi, già depositati o in fase di preparazione, che il personale aveva inteso o intendeva avanzare relativamente alle problematiche in argomento.

 

In data 6 novembre 2007 con il radiomessaggio 364455, il I Reparto del Comando generale, Ufficio Peisaf, ha modificato il testo unico eliminando la retroattività della norma che stabiliva l’azzeramento della permanenza pregressa (ai fini dell’accesso alla procedura di mobilità a domanda) per i militari licenziati dai corsi “interni” Allievi marescialli e Allievi sovrintendenti e successivamente riassegnati ai comandi di corpo di provenienza prima del 31 luglio 2007.

 

Nulla invece è mutato per i militari dei corsi “interni” in fase di svolgimento o licenziati dopo lo scorso 31 luglio e per il punteggio della distanza chilometrica.

 

Anche a seguito dell’intervento del Cocer, dunque, il Comando generale ha inteso continuare sulla propria linea, confermando di fatto l’impostazione del testo unico.

 

Ma perché si è giunti a questa conclusione? Quali sono state le circostanze e le ragioni che hanno portato il vertice del Corpo a mantenere le proprie posizioni in relazione alla distanza chilometrica ed all’azzeramento della permanenza minima per i corsi interni in itinere?  Perché le richieste e le motivazioni addotte dal Cocer non hanno portato a modifiche sostanziali?

 

Queste sono le domande che ci siamo posti e alle quali cercheremo di rispondere, al fine di avere un quadro trasparente ed esaustivo della situazione.

 

Preliminarmente, va osservato che come evidenziato nel precedente articolo, il nuovo metodo di attribuzione del punteggio relativo alla distanza è sembrato subito poco ragionevole, in dipendenza di due fatti: 1) per l’assoluto squilibrio tra il punteggio in argomento ed il punteggio relativo all’anzianità di servizio; 2) per il mancato riconoscimento dello stesso punteggio per il medesimo sacrificio (la lontananza) sopportato dal personale nel corso di tutta la carriera.

 

Nello stesso precedente elaborato ci si era fermati a queste considerazioni, senza proporre meccanismi di attribuzione del punteggio relativo alla distanza più equi, soluzioni che sono state poi elaborate e proposte anche nel forum internet di Ficiesse, per esempio, dai componenti della comunità del forum con nickname “MenInBlack” e “Harkhorus”. 

 

Nel corso degli incontri con il Cocer, il Comando generale avrebbe riconosciuto la non equità del metodo di attribuzione introdotto e, pare, promesso modifiche a partire dal prossimo piano di impieghi, anche perchè non avrebbe potuto cambiare l’attuale metodo visto che il procedimento amministrativo relativo alla mobilità a domanda era già iniziato e si rischiava di incorrere nei ricorsi che avrebbero potuto essere presentati dal personale che ne è stato avvantaggiato.

 

Negli stessi incontri, sembra sia emerso che una delle ragioni sottostanti l’introduzione del nuovo metodo di attribuzione del punteggio relativo alla distanza sarebbe da ricercare nella necessità di avere personale più giovane nelle regioni più richieste, laddove (in virtù del sistema dei punteggi) da diversi anni viene assegnato solo personale con una certa anzianità. Questa circostanza appare avvalorata dal fatto (altrimenti inspiegabile) che il punteggio in argomento non è stato previsto per la carriera pregressa.

 

Come detto, il 6 novembre scorso il Comando generale è tornato parzialmente sui propri passi. Ha abrogato, infatti, la retroattività della norma che introduceva l’azzeramento dell’anzianità pregressa utile all’accesso alla mobilità volontaria per i militari licenziati dai corsi Allievi marescialli e Allievi sovrintendenti “interni”, con l’eliminazione della locuzione “la norma interessa anche il personale licenziato nelle precedenti annualità” dal quadro 2 del Capitolo 2 del nuovo testo unico.

 

Non si comprende (o meglio si comprende, come vedremo più avanti), invece, per quale motivo non si è prevista la stessa abrogazione per i corsi in fase di svolgimento, così come proposto dal Cocer e da noi nel precedente articolo.

 

L’analisi dei predetti avvenimenti e la risposta alle domande che ci siamo posti all’inizio di questo articolo ci porta ad elaborare una serie di considerazioni sull’inadeguatezza dello strumento della rappresentanza militare (al di là del pregevolissimo impegno di questo Cocer) e sulla gestione delle risorse umane dell’amministrazione.

 

Infatti, nella circostanza, il Cocer, purtroppo:

 

-  si è mosso con ritardo, facendo iniziare il procedimento amministrativo relativo alla mobilità a domanda e rendendo difficoltosa un’eventuale (e ancorché improbabile) retromarcia del Comando;

 

- si è limitato alla richiesta di tornare al metodo precedente, senza elaborare una proposta alternativa all’attuale sistema dei punteggi relativi alla distanza che potesse in qualche modo essere condivisa dal Comando e “digerita” senza proteste e ricorsi dal personale avvantaggiato dalla attuale meccanismo;

 

Ma, d’altra parte, come si può pretendere che un manipolo di undici, seppur bravissimi colleghi, possa controbattere efficacemente e nei tempi giusti a uno stato maggiore con centinaia di tecnici a disposizione?

 

Nella stessa circostanza, il Comando generale:

 

- sulla spinta del Cocer e, soprattutto, dei ricorsi amministrativi presentati dal personale, ha modificato la circolare solo per la parte che l’avrebbe visto con elevata probabilità soccombere in giudizio (retroattività della norma che azzerava la permanenza pregressa per l’accesso al piano di impieghi per i militari licenziati dai corsi interni e rassegnati nel comando di corpo di provenienza in data antecedente all’entrata in vigore del nuovo testo unico), lasciando inalterate le parti nelle quali le probabilità di soccombere in giudizio sembrano inferiori.

 

- avrebbe modificato il metodo di attribuzione e quindi l’incidenza del punteggio relativo alla distanza chilometrica principalmente al fine di ottenere un ringiovanimento dei reparti più ambiti, distorcendo il significato stesso del piano di impieghi a domanda ed evitando di utilizzare, al contrario, le più costose e trasparenti procedure istituzionali previste quali, ad esempio, le assegnazioni di fine corso o la mobilità d’autorità. Si sarebbe quindi configurata (e si configurerà, stante la conferma dell’attuale metodo di punteggio) una mobilità a domanda di personale più giovane rispetto agli anni precedenti, con un effetto, all’apparenza del tutto contingente, ma che in realtà rappresenterebbe l’obiettivo primario previsto sin dall’origine. Una sorta di provvedimento d’autorità “occulto” a costo zero, fatto passare come riconoscimento dei sacrifici sopportati dal personale a seguito della lontananza da casa;

 

- ha confermato l’atteggiamento che lo porta spesso a ribaltare sul personale i danni provocati da una gestione delle risorse umane poco attenta, come già accaduto, ad esempio, per la questione delle ore di straordinario “tagliate”, tema oggetto di altro elaborato pubblicato sul sito di Ficiesse.


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