DA L'UNITÀ: UN SINDACATO PER I MILITARI, LA CGIL LI APPOGGIA. COL. GERMI:”SE NON CI PERMETTONO DI FARE IL SINDACATO, CHIEDIAMO LA SMILITARIZZAZIONE”

venerdì 14 dicembre 2007

 

di Massimo Franchi

 

I poliziotti li hanno, il Corpo forestale pure. Solo i militari in Italia non hanno un sindacato. Ci sono i Cocer: Consigli centrali della rappresentanza, ma non ci assomigliano lontanamente: nessun potere di trattativa, nessun elemento democratico al loro interno.

Una lunga battaglia di democrazia che da oggi ha un alleato in più: la Cgil. La più grande confederazione italiana ha promosso una raccolta di firme su una petizione popolare a sostegno del sindacato dei militari. «Contiamo di raccogliere almeno 200 mila firme», afferma Marcello Tocco, responsabile dell'ufficio Sicurezza della Cgil. La petizione potrà essere sottoscritta da tutti i cittadini, ma sono le firme dei militari quelle che peseranno di più e che, secondo i promotori, saranno tantissime.

Per dar forza a questa richiesta la Cgil ha chiamato a testimonianza l'Euromil, l'ente europeo che riunisce 35 fra sindacati e associazioni di militari di 24 paesi europei. In 22 paesi sui 27 dell'Unione infatti esistono già e rappresentano gli interessi dei militari ai tavoli delle trattative con i rispettivi governi.

«In questi paesi non esiste un solo caso in cui la presenza dei sindacati ha creato problemi ai governi o all'interno delle forze armate», sottolinea il belga Emmanuel Jacob, presidente dell'Euromil. «I vostri militari sono in Afghanistan a portare pace e diritti, senza che loro in patria abbiano quello di associarsi». «L'esercito danese - gli fa eco il finlandese Mikko Harjulehto, segretario generale - in Afghanistan ha vari sindacalisti che controllano le condizioni di lavoro dei militari e contrattano con i comandi gli eventuali miglioramenti».

E allora perché in Italia (pecora nera assieme a Inghilterra e Francia) non si riesce a far passare questa idea che anche i militari possano avere un sindacato?

La risposta la danno all'unisono le cinque associazioni italiane (i nomi sono alquanto fantasiosi: Associazione solidarietà diritto e progresso, Finanzieri cittadini e solidarietà, Associazione per i militari democratici) che aderiscono all'Euromil pur senza avere i poteri delle loro colleghe estere. «Sono gli Stati maggiori che bloccano tutto perché vogliono potere assoluto e la politica non riesce a vincere la loro resistenza», attacca Vincenzo Frallicciardi, presidente di Amil.

Un esempio? «Nel progetto di Riforma delle rappresentanze militari in discussione alla Commissione Difesa del Senato - fa notare Tocco - sono stati inseriti emendamenti voluti dallo Stato maggiore senza ascoltare i Cocer». «In più - denuncia Emilio Ammiraglia di Asso.di. pro. - si prevede, unico caso al mondo, un finanziamento che istituzionalizza la rappresentanza: una specie di "sindacato giallo" che fa quello che gli dice lo Stato maggiore».

Pur di non rimanere nel limbo, la Guardia di Finanza è pronta a smilitarizzarsi. «Nel nostro caso le stellette che portiamo - spiega il colonnello Carlo Germi - diventano una scusa per non riconoscerci tutele e diritti. Allora noi disconosciamo le stellette e chiediamo di diventare Polizia economica e finanziaria, un corpo civile come accade in tutta Europa. Il disegno di legge c'è già e se non ci permettono di fare il sindacato, chiediamo che si acceleri».

Negli scorsi mesi la stragrande maggioranza dei consigli di rappresentanza dell'Aeronautica ha votato a favore della sindacalizzazione. Anche molti consigli dei Carabinieri hanno votato allo stesso modo. Insomma, il malcontento cresce.

 

Pubblicato il 13.12.07


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