RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE, ARGOMENTATA DELIBERA DEL COIR GDF REPARTI D’ISTRUZIONE: “SIAMO COL COCER, CI RICONOSCIAMO NEI CONTENUTI DEL DDL PER LA SINDACALIZZAZIONE E LA PETIZIONE POPOLARE MERITA LA MASSIMA ATTENZIONE DI TUTTI I FINANZIERI”
Il Coir dei Reparti d’istruzione della Guardia di finanza si schiera in modo chiaro aperto e ampiamente argomentato sulle iniziative a favore della sindacalizzazione delle Forze Armate e delle Forze di polizia a struttura militare con la delibera che pubblichiamo di seguito e in allegato. Che ha il pregio di chiarire perché non sono più possibili ritardi e tentennamenti e perché il testo unificato licenziato dalla Commissione Difesa del Senato non può assolutamente essere considerato soddisfacente.
Guardia di Finanza
Ispettorato per i Reparti di istruzione
CONSIGLIO INTERMEDIO DI RAPPRESENTANZA
D E L I B E R A N. 48/12/X
Oggetto: Istituzione delle associazioni sindacali per il personale delle forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare.
Il Consiglio Intermedio di Rappresentanza
VISTO l’art. 39 della Costituzione;
CONSIDERATO che il legislatore, con la Legge 121/81, ha di fatto riconosciuto la proficuità di una svolta in chiave sindacale di una Forza dell’Ordine quale la Polizia di Stato, e che, attraverso tale riforma, ha conferito ad essa un ruolo effettivo di parte sociale e sancito il divieto di sciopero e di affiliazione ad altre organizzazioni sindacali;
CONSIDERATO che dopo pochi anni la medesima riforma ha interessato anche il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Penitenziaria, con analoghi benefici e con la possibilità addirittura di affiliarsi - in questo caso - anche alle altre organizzazioni sindacali nazionali;
PRESO ATTO che analoghe tutele sono state da anni concesse anche al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai quali è peraltro riconosciuta - in caso di agitazione sindacale - finanche la facoltà di astenersi dal servizio (seppur in quei ruoli non strettamente operativi);
VISTA la sentenza n. 449/99, con la quale la Corte Costituzionale aveva inspiegabilmente stravolto l’orientamento del Consiglio di Stato in ordine alla possibilità di costituire associazioni sindacali nell’ambito militare, nonostante tali soluzioni fossero invece già state promosse in altri paesi europei;
CONSIDERATO che il testo attuale della riforma della Rappresentanza Militare, elaborato dal comitato ristretto costituito in seno alla Commissione Difesa del Senato, continua a riproporre degli organismi interni di rappresentanza di tipo involutivo rispetto a quelli attuali, e che tale scelta non va minimamente incontro alle esigenze della maggior parte dei Cocer che si erano invece espressi, nello specifico, per un organismo autonomo esterno all’amministrazione al quale riconoscere, tra le altre prerogative, anche il pieno ruolo di parte sociale;
PRESO ATTO degli emendamenti presentati in questi giorni presso il comitato ristretto della Commissione Difesa del Senato da parte degli Stati Maggiori / Comandi Generali delle varie Forze Armate, i cui contenuti sono inopinatamente ed oltremisura restrittivi finanche rispetto al testo originario (già peraltro, come sopra evidenziato, non condiviso affatto dal Consiglio Centrale di Rappresentanza di diverse forze armate) nonché rispetto all’orientamento del Governo e del Ministro della Funzione Pubblica, i quali, in più occasioni, avevano invece chiaramente manifestano la netta volontà di riconoscere quanto meno un concreto ruolo di parte sociale alle varie rappresentanze militari;
CONSIDERATO che, allo stato attuale, gli organismi della rappresentanza non riescono ad avere alcun peso su tematiche di vitale importanza per il personale militare quali riforma del welfare (nella quale si prevede tra l’altro di elevare i limiti di accesso alle pensioni di anzianità), separazione dei reparti “Difesa” e “Sicurezza”, riordino dei ruoli e delle carriere, rinnovo dei contratti di lavoro etc.;
TENUTO CONTO che gli attuali organismi della rappresentanza militare, privi di qualsivoglia diritto di contrattazione di secondo livello e del potere di vigilanza sull’applicazione delle norme contrattuali, si trovano ogni giorno ad operare e a confrontarsi in una società altamente strutturata e con un elevato tasso di “sindacalizzazione”; e poiché tale quadro d’assieme li vede pertanto soccombenti e schiacciati - da un lato - dalle esigenze di queste categorie di ottenere salari superiori e migliori condizioni lavorative per i propri associati e - dall’altro - dalle esigenze di uno Stato che cerca sempre più di contenere il debito pubblico per il risanamento del proprio bilancio;
PRESO ATTO del disegno di legge n. 1821 presentato al Senato della Repubblica il 30/10/2007 (all. 1), attraverso il quale alcuni parlamentari hanno dato vita alla proposta di sindacalizzazione delle forze armate;
TENUTO CONTO che già in molti paesi dell’Unione Europea le legislazioni vigenti riconoscono ai militari la possibilità di associarsi in organizzazioni sindacali (o professionali di categoria) parimenti a quanto avviene per qualsiasi lavoratore, e che tale disarmonia, squisitamente attinente allo status giuridico, si riflette in maniera negativa anche riguardo ad un’omogenea ed uniforme gestione del personale impegnato promiscuamente nelle sempre più ricorrenti missioni umanitarie all’estero;
ATTESO altresì che, alla luce di tutto quanto predetto, uno dei maggiori sindacati italiani ha promosso una petizione popolare nazionale (all. 2) con la quale conferire effettività autentica all’approvazione della legge per il tramite dell’istituto di democrazia diretta (artt. 48 e 49 della Legge Costituzionale 25 maggio 1970 n. 352);
LETTA la delibera n. 01/62/10° (all. 3), datata 21 novembre 2007, del Consiglio Centrale di Rappresentanza;
RITENUTO che non si possa ulteriormente differire la costituzione, in associazione sindacale, di organi rappresentativi che possano finalmente perseguire, in maniera incisiva e concreta, un’efficace tutela dei diritti dei militari in quanto “lavoratori”;
CONSIDERATO che tutte le iniziative intraprese in tal senso nel corso degli anni, da parte degli organi centrali di rappresentanza delle varie forze armate, non sono state mai recepite dall’autorità politica,
D E L I B E R A
a) di approvare e condividere in pieno la strada intrapresa dal Consiglio Centrale di Rappresentanza;
b) di riconoscersi appieno nei contenuti del Disegno di Legge;
c) di esprimere condivisione e apprezzamento per l’iniziativa di petizione popolare, confidando nella massima attenzione da parte di tutti gli appartenenti al Corpo;
d) di confidare nell’ipotesi che analoghe iniziative possano essere intraprese anche da altre organizzazioni sindacali e/o politiche.
La presente delibera, approvata a maggioranza (4 votanti: favorevoli 3, astenuto il Cap. Andrea Rizzo) in data 29 novembre 2007, viene inviata a stralcio verbale.