LIBERAZIONE: "LA CGIL, UN SINDACATO ANCHE PER I MILITARI"

lunedì 17 dicembre 2007

Liberazione del 14 dicembre 2007

 

Chi partecipa ad una missione di peace-keeping e contribuisce a ripristinare i diritti democratici, in patria non gode di buona parte di quei diritti. E’ in caso dei militari italiani ai quali è preclusa la possibilità di associarsi in sindacato. Eppure i poliziotti ce l’hanno, il corpo forestale pure. E in Europa 22 membri su 27 accettano la presenza di sindacati o associazioni con poteri sindacali senza  si sia mai registrato un solo caso di intolleranza alle norme di disciplina o di interferenze sulle capacità operative.

Solo i militari britannici, spagnoli, francesi e greci vivono il medesimo deficit di democrazia dei colleghi italiani. Solo che Londra e Madrid lo stanno per colmare. E’ per questo che i vertici di Euromil, la confederazione di 35 tra associazioni e sindacati dei lavoratori con le stellette, sono a Roma in questi giorni per incontrare i parlamentari.

Nella maggioranza dei Cocer è matura la delusione per la mancanza di potei di trattativa e per la rigida gerarchia interna.

La Cgil ha promosso con le cinque  associazioni italiane di Euromil una petizione popolare a sostegno della proposta di legge sul sindacato dei militari presentata dai senatori della Sinistra Menapace, Pisa, Giannini e Palermi.

E ieri in Corso d’Italia ha ospitato una conferenza stampa del presidente e del segretario generale di Euromil che hanno riferito, tra l’altro, sulla presenza, in Afghanistan, di sindacalisti che controllano le condizioni di lavoro dei militari e contrattano con i comandi gli eventuali miglioramenti. Ma in Italia gli Stati maggiori bloccano  tutto: nel progetto di riforma delle rappresentanze in discussione alla Commissione difesa sono stati inseriti emendamenti voluti dallo Stato maggiore senza ascoltare i Cocer.


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