PRIMO REPORT STATI GENERALI GDF, PARTITA LA CONVENTION. GIARDULLO: SENZA RAPPRESENTANZE AUTONOME NON C’È LIBERTÀ E CONOSCENZA. DA D’ARRIGO UNA SFILZA DI NO A OGNI APERTURA SUL FRONTE DEI DIRITTI

martedì 22 gennaio 2008

Cominciamo a pubblicare dei sintetici e sommari resoconti sulla “convention” dei delegati di tutta Italia della rappresentanza militare della Guardia di finanza che si è aperta alle 9 di oggi a L’Aquila, scusandoci fin da ora per le eventuali imprecisioni.

 

Nella mattinata, si è proceduto con gli interventi previsti, con l’unico fuori programma del Comandante generale Cosimo D’ARRIGO che ha raggiunto i convenuti prendendo la parola intorno a mezzogiorno per circa quaranta minuti.

 

Dopo il saluto del comandante della Scuola ispettori e sovrintendenti, generale Luciano PEZZI, in qualità di padrone di casa, il presidente del Cocer MINERVINI ha sottolineato il motivo della tre giorni. Dobbiamo confrontare le idee con quelle di tutti i delegati – ha detto in sintesi il generale - in momento molto delicato nel quale la Guardia di finanza deve presentarsi unita e compatta, specialmente ora che alle porte una riforma della vecchia legge sulla rappresentanza militare.

 

Subito dopo ha parlato Claudio GIARDULLO, segretario generale del Sindacato Italiano Lavoratori Polizia, sottolineando, in sintesi, che come dimostrato dall’esperienza della Polizia di Stato non è vero che aprire al sindacato vuol dire perdere efficacia e coesione interna. Con il sindacato, infatti, cresce la conoscenza intorno a ciò che avviene davvero all’interno dell’organizzazione e aumenta il tasso di efficienza interna e di efficacia esterna. Ma si deve trattare di sindacato vero e specialmente DEL TUTTO AUTONOMO DAI VERTICI. Non c’è sindacato se non c’è libertà e autonomia. E inoltre sulle questioni di sua competenza (cioé in particolare su quelle giuridiche ed economiche) bisogna avere POTERI EFFETTIVI DI CONTRATTAZIONE, non di semplice concertazione.

 

È stata quindi la volta della professoressa Lidia SCOTTO CIABATTINI, titolare della cattedra di Diritto del lavoro presso l’Università “La Sapienza” di Roma. La docente, in breve, partendo dalla lettera dell’art. 39 della Costituzione, ha manifestato qualche perplessità sulla possibilità di coniugare forma militare e sindacato, ritenendo preferibile il riconoscimento ai lavoratori militari della libertà di associazione.

 

Ha infine preso la parola il comandante generale del Corpo che nel frattempo aveva raggiunto la sala. Sembra che D’Arrigo abbia detto molti no. Al sindacato, alla contrattazione, a una rappresentanza esterna e autonoma dai comandi, sottolineanda anche come il Cocer si sarebbe esposto un po’ troppo su questi punti. Poi, un forte e accorato richiamo all’unità e alla coesione per difendere la Guardia di finanza in un momento davvero delicato e difficile. Non rassegniamoci – sembra sia stato il segnale principale – perché uniti possiamo controbattere e perchè la Guardia di finanza è nostra e tocca a noi difenderla. Insomma, tutti uniti intorno alla gerarchia, senza troppe pretese in punto di diritti.

 

Questo pomeriggio, il punto di situazione analitico a cura del colonnello BARTOLONI, vicepresidente del Cocer, e quindi il via agli interventi del delegati.


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