DOCUMENTI CONSEGNATI ALL'ASSISE DE L'AQUILA, LA POSIZIONE DEL COBAR LIGURIA: "IN ATTESA DEL SINDACATO, QUESTE LE COSE DA FARE SUBITO”

lunedì 28 gennaio 2008

Pubblichiamo in allegato il documento del Cobar Liguria letto il 22 gennaio 2008 dal delegato, b.c. Domenico BELCASTRO.

ASSISE DE L’AQUILA, 22 GENNAIO 2008

DOCUMENTO DEL COBAR GDF LIGURIA

 

Relazione sui diritti sindacali e rappresentanza militare.

 

Sono il Bc. Belcastro Domenico.

 

“Prima di dare lettura al documento, permettetemi una premessa, una riflessione maturata solamente poco fa. Un paradosso.

 

Anch’io, se fossi il Comandante Generale, sarei contrario ai diritti sindacali nel caso in cui mi trovassi di fronte ad una rappresentanza che funziona così come sappiamo.

Avrei qualche difficoltà a mantenere tale posizione, nel caso in cui mi trovassi invece di fronte ad una rappresentanza che intende lavorare molto di più e meglio, oltretutto sovvenzionata dalla stessa Amministrazione.

 

La premessa la ritengo utile perché introduce i due concetti principali del documento che mi accingo a leggere. I concetti poggiano su due pilastri che necessariamente debbono essere sostenuti unitamente.”

 

TESTO

 

Siamo sinceramente contenti di trovarci in questa assemblea, è sempre bello sentirsi tra persone che intendono lavorare per un comune obiettivo.

 

Grazie al Cocer che questo incontro lo ha voluto e al Comandante Generale che ha autorizzato.

 

Dobbiamo però dirci, che non sempre si riesce a creare un clima sereno e unità d’intenti, sempre più spesso siamo costretti ad assistere a contrapposizioni esasperanti, sia sui luoghi di lavoro che all’interno di vari consigli della rappresentanza.

 

Il problema meriterebbe una maggiore attenzione da parte di tutti, e andrebbe affrontato con la stesso impegno e la stessa intelligenza che la medicina impiega nella lotta contro il cancro.

 

Ma oggi siamo chiamati a discutere sui diritti sindacali, e a questo ci atteniamo.

 

In qualità di lavoratori con le stellette soffriamo da troppo tempo il mancato riconoscimento dei diritti fondamentali, garantiti dalla nostra Carta Fondamentale da oltre sessant’anni.

 

Com’è già accaduto nei mandati precedenti, la storia si ripete, sono molti i Cobar che hanno deliberato a favore del superamento della 382.

 

Oggi la richiesta è particolarmente netta ed inequivocabile: libero sindacato, eletto democraticamente, distinto dalla gerarchia, abilitato a trattare e contrattare  su tutte le materie di interesse economici e morali del personale rappresentato.

 

Il Cobar Liguria, che rappresentiamo, è tra questi. Ed è convinto sostenitore di tutte le iniziative intraprese dal Cocer dirette al raggiungimento dell’ambito comune obiettivo.

 

La riforma tanto agognata è già prevista dalle norme internazionali e dai principi fondanti la nostra Repubblica, infatti:

·        gode del formale  riconoscimento del Consiglio d’Europa, più volte, lo stesso, si è rivolto agli Stati membri a favore del diritto di associazione professionale e della libertà di espressione per i cittadini con le stellette;

·        La Corte Costituzionale ha avuto modo di esprimere esplicito invito al Parlamento di legiferare a riguardo;

·        La Carta Costituzionale prevede esplicitamente il riconoscimento agli artt. 2, 3, 21, 39, 52.

 

Possiamo quindi guardare con ottimismo al futuro della nostra vita lavorativa, l’arretratezza che in tutti questi anni ha dimostrato il nostro legislatore è destinata a sicura sconfitta.

 

Sarà costretta a cedere il passo alla modernizzazione proveniente dai Paesi Occidentali, di cui, l’Italia è parte integrante.

 

Ma questo riguarda, appunto, il futuro, il nostro agire può influire in minima parte.

Dobbiamo saper essere realisti. L’evento potrà essere realizzato solo quando l’intero Paese deciderà di investire tutte le energie per un nuovo rinascimento. Allora sarà interessato tutto il contesto sociale, economico e politico.

 

La nostra irrinunciabile riforma non è l’unico problema di questo Paese e neppure il più grave. Insistere senza tenere conto della grave crisi politico-economica che stiamo attraversando, potrebbe portarci ad assistere ad una entusiasmante fioritura, ma ancora una volta priva di frutti.

 

A seguito di questa riflessione riteniamo utile lanciare una proposta, tesa a migliorare il presente del personale che ci siamo assunti l’onere di rappresentare. In attesa che le nostre giuste rivendicazioni vengano accolte dal Parlamento, riteniamo di non poter permetterci il lusso di lasciar passare invano altri trent’anni. Andiamo a consultare, con occhio nuovo, la 382 e relativi regolamenti; verifichiamo, se davvero, queste norme non sono in grado di offrirci alcuni strumenti che ci permettono di lavorare proficuamente a vantaggio del personale. Solo nel caso in cui la risposta, come noi pensiamo, risulterà negativa, daremo inizio  ad un nuovo corso, avviando il nostro lavoro con nuova lena e con rinnovato entusiasmo.

 

L’art. 1 del RARM -scopo e natura del sistema rappresentanza- viene in nostro soccorso, infatti possiamo leggere: “… Tale sistema favorisce, nell’ambito interforze e all’interno di ciascuna forza armata e corpo armato, lo spirito di partecipazione e di collaborazione e contribuisce a mantenere elevate le condizioni morali e materiali del personale militare nel superiore interesse dell’istituzione.  …..”

 

E’ un annuncio molto impegnativo, che va anche oltre il normale riconoscimento dei diritti sindacali, renderlo fruibile concretamente richiederebbe il lavoro quotidiano assiduo e continuativo di molte persone motivate, oltre che adeguate risorse economiche.

 

Ciò che fino ad oggi è mancato!

 

La nostra proposta è la seguente. Lavoriamo per individuare delle linee guida, all’interno delle attuali norme, che ci permettano di attuare in breve tempo quanto promesso all’art. 1.

 

Gli argomenti da affrontare non mancano di certo:

 

- disagio sul luogo di lavoro;

- equità di trattamento e concreta applicazione della circolare 288000 del 2001;

- attenta valutazione del fenomeno mobbing;

- corretta interpretazione ed applicazione del contratto di lavoro;

- informazione, formazione e qualificazione permanente riservata a tutti i gradi e ruoli;

- rafforzamento del Comparto Sicurezza e realizzazione di strutture capaci di rendere omogeneo il trattamento di tutti i lavoratori rappresentati;

- chiarimenti circa le sorti del Fondo Assistenza Finanzieri (FAF) e sui presunti vantaggi derivanti dal passaggio al Trattamento di Fine Servizio (TFS);

- adeguamento del trattamento retributivo agli standard europei;

- impiego del militare, riservato a funzioni proprie del Corpo;

- tutela del lavoratore in relazione agli incidenti in servizio e malattie professionali;

- riforma delle carriere calibrata sul rapporto tra gradi, funzioni e ruoli, che preveda tra l’altro l’eliminazione di un ruolo.

 

Non dobbiamo certo iniziare da zero, le norme sono già scritte, i problemi da affrontare attendono sul tavolo da troppo tempo e da troppo tempo sono sottovalutati.

A noi non rimane che mettere in gioco la nostra buona volontà e responsabilità.

Buon lavoro!

 

 

I DELEGATI

 

Domenico BELCASTRO

Gianluca PALMAS

Luigi GUALTIERI

 

 


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