DEL VECCHIO (PD) A FICIESSE: "RAMPONI E' DETERMINATO MA, SE VINCEREMO, UN ALTRO BERSAGLIERE LO CONVINCERA' SUI DIRITTI AI MILITARI” - di Giuseppe Fortuna
"Il mio impegno per elezione diretta dei Cocer, libertà di informazione per tutti i delegati e un serio approfondimento fatto con voi sull’associazionismo militare. Ramponi è determinato, ma se vinceremo noi si faranno le riforme giuste”
Ieri, sabato 5 aprile 2008, si è svolto a Viterbo l’incontro con il candidato del Partito Democratico per il Senato nel Lazio, generale Mauro DEL VECCHIO.
Il generale Del Vecchio, nel suo intervento, ha voluto innanzitutto smentire le notizie stampa secondo le quali egli avrebbe espresso opinioni negative sulla presenza di cittadini omosessuali nell’esercito e positive sull’apertura di case di piacere per i militari italiani all’estero. “Non ho assolutamente espresso quel genere di dichiarazioni – ha precisato visibilmente seccato l’alto ufficiale - e chiunque lo può verificare su Youtube dove i video dell’intervista sono disponibili”.
Al termine, Del Vecchio ha risposto ad una articolata domanda sul tema della riforma della rappresentanza militare formulata dal presidente del Direttivo nazionale di Ficiesse, Giuseppe Fortuna, i cui testi integrali riportiamo di seguito.
INTERVISTA DI FICIESSE AL GENERALE MAURO DEL VECCHIO, CANDIDATO DEL PARTITO DEMOCRATICO PER IL LAZIO
FORTUNA. Vorrei fare due domande sulla riforma della rappresentanza militare, tema sul quale c’è un grande interesse negli ambienti che si interessano dei lavoratori militari. Pubblicheremo la sua risposta sul sito internet della nostra associazione, che ha un certo rilievo visto che sta per raggiungere i 2 milioni di contatti. Abbiamo letto alcune sue recenti dichiarazioni all’Adn Kronos e a un altro sito che si interessa del mondo dei militari. Vi abbiamo trovato una cosa che riteniamo molto positiva e condivisibile per la crescita di un respiro democratico all’interno delle forze armate. Lei ha detto che bisogna dare alla base la possibilità di eleggere direttamente i delegati del Cocer. Noi ci auguriamo che quando andrà al Senato vorrà portare avanti con grande determinazione questa idea. La prima domanda è questa: l’elezione diretta del Cocer è un’idea di tutto il Partito Democratico o soltanto del candidato Del Vecchio?
Lo chiedo anche perché al Senato lei troverà un suo vecchio comandante, il generale RAMPONI, che è stato un bersagliere come lei e che è una persona davvero molto abile. La logica che segue RAMPONI è: più soldi, ma niente diritti ai militari. Poi ovviamente i soldi non ci sono e rimane soltanto il “niente diritti”. RAMPONI è riuscito nella precedente legislatura a far cambiare ai colleghi parlamentari alcune cose davvero importanti sulle quali noi contavamo molto.
Un paio di esempi.
Il senatore NIEDDU, un D.S. che è stato niente meno che segretario generale della Cgil della Sardegna, ha eliminato dal suo originario progetto di legge alcune parti fondamentali per il processo di democratizzazione delle rappresentanze militari. Tra queste, la facoltà dei delegati di tutti gli organismi (e non solo a quelli del Cocer) di poter informare liberamente la base su ciò che avviene nei consigli e sulle posizioni personali assunte. Quella parte, nonostante sia evidentemente fondamentale per il funzionamento democratico dei nuovi organismi, è stata “ceduta” dal senatore NIEDDU ed è scomparsa dal testo unificato. Testo nel quale, infatti, è stato scritto che l’unica modalità di informazione consentita a tutti i consigli (quindi anche al Cocer, con un evidente arretramento rispetto alle conquiste di questi anni) sarà la mera AFFISSIONE NELLE BACHECHE DI REPARTO delle sole delibere emesse dai consigli. Decisione davvero sorprendente nell’era di internet ed emblematica di quanto respiro democratico si volesse concedere agli uomini e alle donne delle Forze armate con quel testo. Disposizione che con la democrazia davvero non ha niente a che vedere, perché impedisce qualunque forma di controllo democratico dei rappresentati sull’attività dei delegati e dei consigli.
Un’altra cessione (cedimento sarebbe forse il termine più appropriato) al testo unificato dovuta all’abilità del senatore RAMPONI è stata quella operata dal senatore MARINI, di Forza Italia, eletto proprio qui nel Viterbese. Il disegno di legge originario di MARINI prevedeva il riconoscimento per i militari di costituire e aderire a associazioni socio-culturali. Attenzione, non professionali, ma meramente socio-culturali. Ma anche quella previsione è caduta. Insomma, nel testo unificato il D.S. NIEDDU ha fatto cadere la norma (democratica) sull’informazione, ma in cambio ha ottenuto dal forzista MARINI la soppressione della norma (democratica) della libertà di associazione socio-culturale. Davvero un en-plein strategico sopraffino per il generale RAMPONI.
Veniamo alla seconda domanda. Nella XIV legislatura l’allora maggioranza di centrodestra provò a far passare una riforma inaccettabile della vecchia legge sulla rappresentanza militare, di vera regressione. Il Cocer interforze si oppose con grandissima efficacia, come un sol uomo, e anche il centrosinistra fece un lavoro davvero eccellente, con il risultato che quel tentativo regressivo fu bloccato. Nella quindicesima, incredibilmente, le quattro principali forze politiche (D.S., Margherita, Forza Italia e Alleanza Nazionale), le stesse che compongono ora PD e PDL, si sono trovate d’accordo su un testo unificato analogamente regressivo, che reca alcuni miglioramenti di carattere non sostanziale. Quel testo unificato ha spazzato la rappresentanza militare. I Cocer sono divisi in due. Da una parte Cocer Finanza, Cocer Aeronautica e la maggioranza del Cocer Marina, che l’hanno decisamente rifiutato. Dall’altra Cocer Esercito e Cocer Carabinieri a favore, nonostante quest’ultimo sia fortemente contestato da molti organismi confluenti. Quel testo quindi va ripensato perché non possono passare soluzioni che sono così largamente invise a una parte probabilmente maggioritaria del personale militare.
Ed ecco la domanda: nella prossima legislatura, ci sarà un ripensamento del Partito Democratico sui contenuti di quel testo unificato?
Ce lo domandiamo anche perché nel 2001 Walter VELTRONI, il leader del P.D., pochi giorni prima del ballottaggio che lo elesse sindaco di Roma, mandò una lettera alle associazioni che guardano con attenzione il mondo militare. In quella lettera, che noi pubblicammo sui nostri siti, si leggono queste parole:
“Voglio infine essere chiaro con Voi sul tema dei diritti e delle tutele all’interno dell’istituzione militare. E’ oggettivamente necessario aprire una nuova stagione di diritti per i “cittadini in divisa”. Sono passati più di vent’anni dalla “legge dei principi”, e due decenni giusti dalla legge di riforma della Polizia, e possiamo fare serenamente un bilancio. Del resto forse che il riconoscimento delle libertà sindacali nella Polizia di Stato ha compromesso la sua capacità operativa al servizio dei cittadini? Nessuna persona in buona fede potrebbe sostenerlo! Così come è evidente che il processo di integrazione europea nei settori della difesa e delle politiche di sicurezza impone standard comuni di diritti e di tutele in tutte le forze armate dell’Unione.”
Il Partito Democratico, quindi, intende svolgere una nuova riflessione per aprire il mondo militare almeno all’associazionismo professionale, in modo che possa garantirsi maggiore democrazia all’interno delle rappresentanze e un efficace collegamento con il resto della società civile?
DEL VECCHIO. La ringrazio perché questo argomento direi che è basilare per noi militari. Ho già detto e lo ripeto in maniera lineare e tranquilla che la rappresentanza militare non può più rimanere così com’è. Quelle che sono state le indicazioni circa l’elezione diretta del Cocer è quello che io personalmente sento e cercherò di operare in questo senso. Per quanto riguarda l’informazione dei delegati, mi sembra veramente assurdo il non consentire quanto è stato chiesto nella prima stesura del testo del senatore Nieddu. Io ritengo che sotto questi aspetti e sotto l’aspetto anche delle associazioni bisognerà discutere. Non sono in grado di dirle adesso quale sarà la posizione del Parlamento e la posizione che uscirà fuori dal Partito Democratico. Posso dirle che io mi impegnerò personalmente perché questo risultato dell’elezione diretta possa andare in porto. E mi impegnerò personalmente perché anche gli altri aspetti siano oggetto di un approfondimento serio insieme a voi – insieme a voi! – nell’ambito delle attività che precederanno l’approvazione. Su questo posso assicurarvi. Il risultato naturalmente dovremo vederlo insieme. Ma posso dirvi per certo che io opererò insieme a voi per esaminare questi problemi.
FORTUNA. Quindi ci vorrà un bersagliere per riuscire a tenere a bada un altro bersagliere.
DEL VECCHIO. Io conosco perfettamente il generale Ramponi perché è stato mio comandante di brigata, è stato comandante della Guardia di finanza, ha avuto tanti incarichi di grande rilievo. So perfettamente la sua determinazione, che poi è una cosa positiva del suo carattere. Dovremo cercare di portarlo sul discorso. E poiché lui ha stima di me, come io ho stima di lui, credo di poter ottenere qualche risultato. Naturalmente, sarà molto importante il risultato che uscirà dalle urne. Lo sottolineo e vi prego di sottolinearlo a tutti i vostri amici, lettori e colleghi.
GIUSEPPE FORTUNA