REPUBBLICA: NELLE FIAMME GIALLE RIALZANO LA TESTA I FEDELISSIMI DEL GENERALE DESTITUITO. LA RISPOSTA DI D'ARRIGO: "LEALI ALLE ISTITUZIONI"

venerdì 11 aprile 2008

 


IL RETROSCENA. Lombardo Cretella, vicino a Pollari oltre che a Speciale, nominato comandante delle Unità speciali


di CARLO BONINI


ROMA - La partita sulla Guardia di Finanza è ricominciata. Perché, in realtà, non è mai finita. Roberto Speciale, l'uomo che ne è stato sino a giugno dell'anno scorso il padrone per conto terzi (l'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari, l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il vertice di An), candidato "già eletto" per il Pdl in Umbria (è il numero tre di lista alla Camera dopo Berlusconi e Fini), si è fatto minaccioso. Dice ora: "Nella Guardia di Finanza molti appoggiano la mia candidatura, mentre chi mi ha tradito la teme" (Perugia, 1 aprile). Aggiunge: "Il nostro obiettivo strategico è dare un segnale inequivoco. Il sistema rosso può essere conquistato. Combatterò questa battaglia al vostro fianco e insieme lo distruggeremo!" (Bastardo, frazione di Giano dell'Umbria, 6 aprile).


L'annuncio di vendetta, per quel che si raccoglie persino da fonti vicine al suo entourage, non sembra agitato dall'uomo né per rumorosa vanagloria, né per semplice astio personale nei confronti di chi accusa di tradimento (l'attuale capo di stato maggiore Paolo Poletti), ma dal senso di sicurezza di chi sente di aver conservato il pallino del gioco. Perché la sua presa sul Corpo non si è mai allentata. Perché, con l'avvicendamento del nuovo comandante Cosimo D'Arrigo, gli alti ufficiali di cui, senza mistero, ha rivendicato in questi mesi, privatamente e pubblicamente, la "fedeltà personale", occupano o addirittura sono tornati ad occupare nodi significativi della catena di comando. L'ultimo, il generale di divisione Walter Lombardo Cretella, appena venerdì scorso.


A Roma, nella piazza d'armi della caserma Montenegro, l'ex comandante dell'intelligence della Guardia di Finanza (il II Reparto), calabrese religiosissimo e temutissimo, delfino di Pollari negli anni in cui Sismi e Guardia di Finanza sono state la stessa cosa, è stato sottratto al purgatorio cui lo avevano condannato le indagini per malversazione della Procura di Catanzaro e l'uscita da Viale XXI Aprile di Speciale, che ne aveva lastricato la carriera di encomi solenni.


A Cretella è stato affidato il comando delle Unità speciali della Guardia di Finanza. Vale a dire la direzione del Nucleo speciale commissioni parlamentari di inchiesta, del Nucleo frodi telematiche (la specialità che lavora tutti i dati di origine informatica, sia autonomamente, sia in supporto della polizia giudiziaria), del Nucleo speciale di tutela della pubblica amministrazione (braccio operativo dell'Alto commissario per la lotta alla corruzione). Insomma, un gran bel rientro nel giro che conta e in posizione politicamente tutt'altro che defilata, anche grazie alla sponda che Cretella, dal 2005, ha trovato in Franco Frattini, vicepresidente della Commissione europea, di cui è stato sino a marzo consulente speciale.


Soprattutto, un rientro di grande impatto simbolico. Perché se c'è un ufficiale di Viale XXI Aprile che, anche fisicamente, non ha mai separato il suo destino da quello degli uomini cui deve tutto (Speciale e Pollari), questo è proprio Cretella. Fino all'ultimo ostinato persino nel mostrarsi sotto braccio al "comandante" nei suoi pomeriggi da "ex", in piazza del Campidano, dove gli erano stati messi a disposizione i nuovi uffici dopo la destituzione.


Se Walter Cretella Lombardo risorge, è tuttavia altrettanto vero che non si tratta di esempio isolato nel segnalare che esistono le condizioni per riconsegnare il Corpo al pieno controllo del centro-destra, ad antiche e doppie fedeltà. Almeno quattro degli ufficiali più vicini a Speciale hanno conservato posizioni di assoluto riguardo. Daniele Caprino, ex comandante regionale del Lazio, è diventato comandante interregionale dell'Italia nord-occidentale, quadrante politicamente decisivo per il Pdl. Michele Adinolfi, già al personale ufficiali, è comandante regionale del Lazio.


Per non parlare di due dei protagonisti della vicenda Visco. Michele Carbone, già capo della segreteria di Speciale e teste di accusa nei confronti del viceministro dell'Economia, è stato confermato nell'incarico dal nuovo comandante Cosimo D'Arrigo. Riccardo Rapanotti è il nuovo comandante del nucleo di polizia tributaria di Milano e ha lasciato il suo incarico al Comando di capo ufficio personale ufficiali a Giuseppe Zafarana.


Il Risiko, del resto, appare tutt'altro che privo di metodo o di orizzonte. Abbandonato in ragione dell'arrivo a Palazzo Chigi del governo Prodi nel 2006, il vecchio progetto coltivato da Pollari e Speciale negli ultimi mesi dell'esecutivo Berlusconi, è pronto per essere rianimato. Una legge che consenta la nomina al vertice della Guardia di Finanza di un ufficiale proveniente dai suoi ranghi, che consegni dunque a un controllo definitivo dell'autorità politica il suo quadro comando di vertice, cementandone l'appartenenza.


L'uomo per la nuova stagione sarebbe già pronto: Emilio Spaziante, oggi vicesegretario generale del Cesis, organo di controllo e coordinamento dei Servizi e prossimo alla promozione di generale di corpo d'armata. Da capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza, Spaziante fu protagonista, con Speciale, della trappola tesa a Visco, per poi scomparire dalla scena pubblica. Raccontano che, come Speciale e Pollari (di cui è amico personale), attenda soltanto il cambio di stagione politica per riprendere il lavoro in Viale XXI aprile.


(8 aprile 2008)


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