REPUBBLICA: ADDIO AI VISCO-BOYS, PER IL FISCO CAMBIA TUTTO, ECCO LO SPOILS SYSTEM TARGATO TREMONTI (di Carlo Bonini)
Repubblica, venerdì 18 aprile 2008, pag. 4
ROMA - Ai piani nobili di via XX Settembre e Piazza Mastai, dove l’attesa delle burocrazie si è fatta immota come una foresta pietrificata, scommettono che la nuova stagione comincerà qui. Dove si è giocata la sfida mortale di Tommaso Padoa Schioppa e Vincenzo Visco e vedrà un nuovo inizio quella di Giulio Tremonti. E che dunque da qui comincerà la partita della spoliazione, o spoil system se si preferisce, del centro-destra. Nel laboratorio tecnico e politico dove saranno ridefinite le politiche di bilancio e fiscali del Paese.
Nel 2001 lo spargimento di sangue fu copioso. Oggi, non si sa se per esorcismo o per convinzione, o per la rapidità con cui gli apparati si dichiarano pronti ad assumere l’agenda dei vincitori, si racconta di un copione diverso. Di una transizione che si annuncia morbida. Selettiva negli avvicendamenti di vertice, “inclusiva” nei gradi intermedi, con recupero di buona parte dei tecnici chiamati dal centro-sinistra.
Gli uomini che accompagneranno Tremonti nel suo ritorno al Ministero dell’Economia sono già decisi. Marco Milanese, ex ufficiale della Guardia di Finanza, capo della sua segreteria politica e neoeletto deputato con il Pdl; Vincenzo Fortunato, uomo potente e temuto, magistrato amministrativo, già al suo fianco nel Berlusconi II, quindi capo di gabinetto del Ministero delle Infrastrutture con Antonio di Pietro. Il nome di Milanese balla per una delle poltrone di sottosegretario. A Fortunato toccherà il lavoro di capo di gabinetto.
Con loro, Tremonti non dovrà occuparsi della macchina dell’Amministrazione (Fortunato è un conoscitore profondo e meticoloso), ma soltanto decidere come e quando intervenire sulle tre agenzie da cui dipenderà l’efficienza delle nuove politiche fiscali e di cassa: Agenzia delle Entrate; Agenzia del Demanio; Agenzia del Territorio.
Tremonti avrebbe confidato di non voler dare ascolto a chi gli suggerisce un azzeramento della struttura che Visco ha dato alle Entrate. Per almeno due buoni motivi, impronunciabili in campagna elettorale, ma decisivi a urne chiuse. Perché funziona, perché Berlusconi III avrà e continuerà ad aver bisogno come aria dell’extragettito fiscale che l’Agenzia ha dimostrato di riuscire a produrre nei due anni di governo Prodi. Dunque, la spoliazione dovrebbe riguardare due soli nomi di vertice, che di Visco, in questi due anni, sono stati l’interfaccia tecnica. Massimo Romano, che delle Entrate è il direttore generale e William Rossi, responsabile dell’accertamento. Al primo restano 13 mesi di contratto con lo Stato. Il destino del secondo, che ne è considerato il delfino, è legato a quello del primo. A Romano verrà offerta un’uscita dignitosa che eviti chiacchiere ed eccessivo rumore. Come anche a Rossi. Riconfermando, al contrario, un tecnico eccellente come Fabrizio Carotti, direttore del Dipartimento delle politiche fiscali, ex Fieg, ex Confindustria, fortemente voluto all’Agenzia proprio da Romano.
Meno problemi sembra presentino l’Agenzia del Territorio (responsabile per il catasto e gli estimi), il cui direttore, Mario Picardi, è in uscita per limiti di età e l’Agenzia del demanio che controllerà i beni per circa 450 miliardi di euro: 50 di proprietà dello Stato, circa 400 di proprietà di Regioni e Comuni. Il piano di dismissioni annunciato nel programma del centro-destra come una delle principali voci di entrata del bilancio rendono l’Agenzia strategica , ma il destino di chi oggi la dirige, Elisabetta Spitz, sembra meno segnato di quanto non abbiano lasciato intendere negli ultimi giorni indiscrezioni raccolte da Italia Oggi. La circostanza di essere l’ex moglie del transfuga Marco Follini se è stata sufficiente, a quanto pare, a guadagnarle qualche nemico rancoroso del centro-destra, non appare decisiva a segnarne la fine dell’incarico. Anche qui per motivi che hanno a che fare sia con le sue capacità tecniche, che con il legame di stima che la lega a Gianni Letta.
Naturalmente con via XX Settembre e Piazza Mastai resta un terzo del lato del triangolo della spoliazione. Viale XXI Aprile, Comando generale della Guardia di Finanza. E qui il discorso si fa assai più scivoloso, per ragioni che la cronaca di questi ultimi dodici mesi hanno reso evidenti. Quel che oggi sembra di capire è che al Comandante generale Cosimo D’Arrigo, a meno di intemperanze di Alleanza Nazionale, dovrebbe essere dato il tempo di chiudere, di qui a due anni, il suo mandato, soprattutto se dovesse dimostrarsi sollecito nel raccogliere le priorità che verranno indicate dall’Autorità politica. A cominciare, soltanto per fare un esempio, di cui significativamente già si sente parlare tra i quadri del Corpo, da un tema che a Tremonti sta a cuore e che da tempo è al centro della riflessione geo-politica del centro-destra sui temi della globalizzazione. La difesa dei mercati finanziari dal ruolo opaco dei Fondi Sovrani. Vale a dire i fondi di investimento di proprietà statale con cui soprattutto