SICUREZZA: INDAGINE; GRAVI VUOTI ORGANICO IN FORZE POLIZIA - PROCESSO PENALE E' CONFUSO E IMPOTENTE - BENE INDAGINI MA PROCESSI INEFFICACI
SICUREZZA: INDAGINE; GRAVI VUOTI ORGANICO IN FORZE POLIZIA
(ANSA) - ROMA, 22 APR - Le forze di polizia soffrono di gravi vuoti di organico. A denunciarlo e' l'indagine sulla sicurezza in Italia, svolta dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, presieduta da Luciano Violante.
Le cinque forze di Polizia, secondo la legge, dovrebbero poter contare su 355.126 unita'. In particolare Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri dovrebbero arrivare a 232.483 addetti. Invece, il reale organico di Arma e Ps e' di 220.000 unita', e solo 214.000 di questi hanno compiti operativi. Carenze si registrano anche nella Guardia di Finanza. La sua dotazione di organico sulla carta dovrebbe ammontare a 68.134 persone e invece dispone solo di 63.635 militari. Il discorso non cambia per la polizia penitenziaria. In teoria dovrebbe disporre di 45.109 persone e invece ne ha in realta' 41.867. Questa carenza, si legge ancora nell'indagine, si ha soprattutto al Nord.
Deficitario, infine, e' anche il corpo forestale dello Stato, che, secondo i dati forniti dalla commissione, dovrebbe avere 9.400 addetti in servizio, mentre nella pratica se ne contano 8.500.
''Sono necessarie risorse aggiuntive - si legge ancora nel dossier della commissione - da assicurare sia con misure 'una tantum', per ripianare i debiti accumulati, sia con finanziamenti pluriennali, per consentire di programmare investimenti testi a mantenere ed elevare gli standard del servizio''.
E' vero che, secondo la commissione, le forze di polizia, nonostante i deficit, sono riuscite a garantire una efficiente azione di contrasto alla criminalita', nonostante tutte le carenze, ma ''il protrarsi di queste, che potrebbero anche aggravarsi, potrebbero incidere profondamente sulla capacita' di garantire la sicurezza dei cittadini''.
Quindi sarebbe necessario ''valutare l'opportunita' che alcuni servizi di carattere logistico, come l'acquisto di automezzi, le officine per le riparazioni, i parcheggi e le attrezzature di uso comune, vengano acquistati e gestiti insieme dalle forze di polizia''.
''L'effetto - si sottolinea - sarebbe un notevole risparmio di risorse che potrebbe essere destinato al miglioramento dei mezzi e al benessere del personale''. (ANSA).
SICUREZZA: INDAGINE; PROCESSO PENALE E' CONFUSO E IMPOTENTE
(ANSA) - ROMA, 22 APR - Il quadro complessivo del processo penale in Italia ''e' allarmante''. A sostenerlo e' l'Indagine sulla Sicurezza in Italia condotta dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera presieduta da Luciano Violante.
Con il processo cosi' com'e', si legge nel documento, ''mancano la certezza della responsabilita' penale e della sanzione e si rischia la demotivazione professionale di una parte della magistratura''. ''Superare questo processo penale, flebile, confuso e impotente - dice la ricerca - e' un dovere per chiunque senta la responsabilita' di garantire la sicurezza dei cittadini''.
Secondo i commissari, infatti, sono molte le carenze e le cose che non vanno nell'attuale procedura. Prima di tutto all'aumento di impegno delle forze di polizia, si osserva, dovrebbe corrispondere un recupero di efficienza del sistema giudiziario perche' l'iniziativa di polizia vale 48 ore e poi deve intervenire la magistratura. ''E se all'incremento degli arresti e dei fermi - si scrive - non corrisponde una tempestiva attivita' giudiziaria di processualizzazione di tali notizie di reato, si crea un intasamento che produce le inevitabili scarcerazioni'' con vanificazione dell'impegno delle forze dell'ordine e sconcerto nei cittadini.
Poi c'e' il problema che esiste un regime 'tabellare' che stabilisce una sorta di giudice naturale precostituito, pertanto il gip piu' oberato di lavoro non puo' essere aiutato da nessun altro. E questo ''determina grossi ritardi nella concessione delle misure cautelari''.
Bisognerebbe anche agire sulle previsioni della pena perche' per molti reati la 'forchetta' per la condanna e' troppo ampia lasciando ''un'eccessiva discrezionalita''' nelle mani della magistratura.
Nell'Indagine sulla Sicurezza si punta il dito anche contro i continui rinvii ''spesso esasperanti'' che caratterizzano le udienze, senza contare ''il pessimo funzionamento del sistema delle notificazioni''.
Da criticare e' anche il patteggiamento previsto in grado di appello che costituisce, il piu' delle volte, ''un comodo varco aperto ai criminali per sottrarsi alla condanna di primo grado''.
C'e' poi un'''eccessiva sovrapposizione di benefici penitenziari''. Alle misure alternative, infatti, si affianca spesso al liberazione anticipata.
Bisogna tenere in considerazione anche ''la strumentalizzazione delle misure nate per i tossicodipendenti e gli alcoldipendenti. Spesso, per quanto riguarda questi ultimi, ci sono responsabilita' difficilissime da accertare consentendo cosi' di venire scarcerati in tempi rapidi e di eludere la condanna fino a sei anni di reclusione. Questo dipende, per lo piu', ''dall'atteggiamento di superficialita' di tutti i Sert che certificano uno stato di alcoldipendenza quasi come fosse un attestato di servizio''.
Sono molti, infine, gli esponenti della criminalita', organizzata che riescono ad utilizzare, per la loro difesa processuale, avvocati a spese dello Stato. Sarebbe da riformare, infatti, la legge sul gratuito patrocinio.(ANSA).
SICUREZZA: INDAGINE; BENE INDAGINI MA PROCESSI INEFFICACI
(ANSA) - ROMA, 22 APR - L'azione investigativa in Italia funziona. Dal 1992 al 2007 infatti sono stati arrestati 3.747 pericolosi latitanti, circa uno ogni 36 ore e sono ''quasi cessate le violenze negli stadi''. Diverso e' invece il discorso dell'efficacia del processo ''i cui risultati preoccupanti esigono la piu' severa delle riflessioni''. A denunciarlo e' l'indagine sulla sicurezza in Italia promossa dalla commissione Affari costituzionali della Camera presieduta da Luciano Violante e presentata oggi a Montecitorio.
I dati offerti alla comissione da ''tutte e cinque le forze di polizia - si legge nel documento - dimostrano un impegno crescente nel controllo del territorio, delle persone e dei veicoli da trasporto, negli arresti e nelle perquisizioni''.
In particolare, le ''persone denunciate sono passate dalle 435.751 del '90 alle 651.485 del 2006''. Negli ultimi cinque anni, si aggiunge, si e' passati dai 125.689 arresti del 2002 ai 153.936 del 2006 (+22,47%).
Per quanto riguarda poi il controllo del territorio, gli indici sui quali ci si basa sono quelli delle persone e delle auto identificate in occasione dei posti di blocco e nel 2006 le persone controllate sono state 10 milioni, mentre gli automezzi 5 milioni.
Quando si passa a valutare l'efficacia del processo, dice ancora la relazione, ''che vuol dire sconfitta dell'impunita' e certezza della sanzione, i risultati sono preoccupanti ed esigono la piu' severa delle riflessioni''.(ANSA).