ITALIA OGGI: “SICUREZZA, SERVONO MENO UOMINI. TROPPI ADDETTI, MEZZI E RISORSE CHE NON SERVONO A TUTELARE I CITTADINI, PERCHÉ GESTITI MALE. IN ITALIA CIRCA 485 MILA POLIZIOTTI, UNO OGNI 120 ABITANTI"
Italia Oggi, 6 maggio 2008
di Piero Laporta
I candidati dell’una e dell’altra sponda alle ultime elezioni hanno promesso più sicurezza ai cittadini, additando il medesimo rimedio: più soldi, più mezzi, più uomini. Andando indietro con la memoria sin dagli anni del terrorismo, non c’è mai stata un’emergenza di ordine pubblico per la quale tanto i politici responsabili, come le organizzazioni sindacali di polizia non abbiano invocato sempre più mezzi, più soldi, più uomini sembrando sempre insufficienti le risorse portate dall’emergenza precedente. Così si è registrato un costante aumento del personale delle tre polizie principali, cioè Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, le quali d’ora in avanti chiameremo semplicemente polizia. Oggi ammontano secondo il ministero dell’Economia a 334245 unità. Secondo l’Istat, gli italiani sono 58462375. da queste due cifre sappiamo di avere un poliziotto ogni 175 abitanti. Siamo quindi il paese che in assoluto più polizia rispetto al numero di cittadini, sia rispetto all’estensione territoriale. In Germania, per fare un esempio, ad ogni poliziotto sono affidati poco meno di 400 cittadini. La situazione è tuttavia ancora peggiore. Trascuriamo, per ora, la polizia penitenziaria e il corpo forestale dello Stato, i cui organici sono praticamente raddoppiati negli ultimi anni. Meritano più attenzione due ulteriori polizie i cui costi ricadono sui cittadini in maniera diretta e indiretta. La prima di queste categorie è rappresentata dalle polizie locali, cioè comunali e provinciali. Per brevità omettiamo di parlare delle polizie a carattere regionale.
Lo Stato non sa quanto si spende per le polizie locali poiché non sa quanti siano i poliziotti degli enti locali. Si ipotizza che siano non meno di 80000 e forse non più di 100000, tenendo conto che il limite inferiore è certamente superato quello superiore è invece solo una stima. A questa polizia si affianca spesso la figura dell’ausiliare. Questi hanno solo il compito di rilevare specifiche infrazioni e dunque non è assimilabile a un vigile vero e proprio. Non di meno il suo costo grava sull’assetto complessivo di sicurezza, specie quando la polizia locale è utilizzata male.
Un ulteriore gravame deriva dalle polizie private. Le varie emergenze, come la violenza negli stadi o gli assalti alle abitazioni isolate, hanno irradiato la privatizzazione della sicurezza. Il cittadino, pressato da situazioni che lo Stato non sa fronteggiare, adotta rimedi che vanno dalle “ronde”, il fai da te della sicurezza, alla sorveglianza privata. Tali costi non gravano sullo Stato, ma sui cittadini che offrono tempo e denaro per la sicurezza alla quale avrebbero diritto grazie alle tasse. Nel meridione la vigilanza privata assume spesso forme inquietanti di ambiguità. Al calar della sera vasti territori sono affidati alla vigilanza privata, mentre le polizie statali arretrano. Se avete una casa isolata, sarete bersagliati da furti e danneggiamenti, finché non ricorrete alla polizia locale privata. Pagato il canone dei vigilantes, i furti e i danneggiamenti cessano. Sono almeno 50000 i poliziotti privati; sommati alle polizie locali abbiamo 150000 uomini. Ricapitolando 334245 uomini delle polizie più 15000 fra locali e privati portano a 484245 le persone che badano alla nostra sicurezza; ogni 120 italiani (compresi 60 fra lattanti e vegliardi) c’è un addetto alla sicurezza. Non basta. Nelle tre principali polizie imperversano ridondanze e sovrapposizioni. Almeno due polizie scientifiche, tre reparti a cavallo e una quantità interminabile di bande musicali e gruppi sportivi. Migliaia di elicotteri, aerei battelli, oltre che navi vere e proprie, necessari per la sorveglianza in mare, dicono.
Peccato che ci sia un’altra specifica polizia per questo,