DIFESA: COCER A LA RUSSA, FASCE MILITARI AL LIMITE POVERTA' - DIFESA: IL LIBANO IN TESTA ALL'AGENDA DI LA RUSSA
DIFESA: COCER A LA RUSSA, FASCE MILITARI AL LIMITE POVERTA'
(ANSA) - ROMA, 10 MAG - I militari con reddito piu' basso vivono ''ai limiti della poverta'''. E' la denuncia del presidente del Cocer interforze, Domenico Rossi, che, all'indomani dell'insediamento del nuovo ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiega quali sono le priorita' che il personale delle Forze armate indica al nuovo Governo.
La prima richiesta, spiega all'ANSA il generale Rossi, riguarda ''il riconoscimento per legge della specificita' del comparto Difesa e Sicurezza rispetto al pubblico impiego''. Una peculiarita', secondo il presidente del Cocer, che deve avere riscontri di tipo ''previdenziale, normativo e economico''.
L'aspetto economico, appunto. Il generale Rossi, presidente dell'organismo che rappresenta i militari di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza, sottolinea che oggi ''una larga parte del personale delle categorie con reddito inferiore vive ai limiti della poverta', in condizioni aggravate dal dovere di conservare la necessaria dignita' e dai limiti connessi col fatto di indossare una divisa'': su questo fronte, occorre pertanto ''dare una risposta immediata'', adottando ''politiche di sostegno alla qualita' della vita delle famiglie di questa fascia di militari''.
Che tipo di sostegno? ''Di ogni tipo, dall'apertura di punti vendita privilegiati sotto il profilo fiscale, ai buoni benzina, dai centri di assistenza agli alloggi'', risponde Rossi. ''Ferma restando - continua - l'assoluta necessita' di avviare la previdenza complementare, da 12 anni prevista ma non avviata, e di sanare il pregresso''.
Ma c'e' un'altra emergenza con cui dovra' presto fare i conti il neo ministro La Russa: i tumori per presunta contaminazione da uranio impoverito, e non solo. ''C'e' la necessita' morale - afferma il presidente del 'sindacato' con le stellette - di adottare politiche volte a consentire la massima assistenza normativa, economica e sanitaria al personale con neoplasie derivanti dalla specifica esposizione in ambienti con amianto o dall'avere svolto missioni nei vari teatri operativi, in particolari condizioni ambientali''.
Altre questioni aperte: ''il riordino delle carriere e la lotta al precariato, una piaga che affligge ormai da anni anche le Forze armate. Al nuovo governo chiediamo - aggiunge il presidente del Cocer - di sostenere quei volontari che, con piu' anni di ferma alle spalle, rischiano la disoccupazione: bisogna adottare politiche per immetterli nel servizio permanente delle Forze armate o nelle varie amministrazioni''. C'e' poi un altro aspetto giudicato dal Cocer di ''assoluto rilievo'' e cioe', conclude Rossi, ''la gestione del personale ritenuto in esubero, la cui dignita' e' stata calpestata dal Governo di centrosinistra nel momento in cui ne e' stato previsto, con la Finanziaria 2008, il transito obbligatorio in altre amministrazioni''. (ANSA).
DIFESA: IL LIBANO IN TESTA ALL'AGENDA DI LA RUSSA
SU REGOLE INGAGGIO PRIMI CONTATTI CON MILITARI. E SULLA NAJA...
(Di Vincenzo Sinapi)
(ANSA) - ROMA, 8 MAG - Regole d'ingaggio inadeguate per i militari italiani in Libano? E' il primo problema con cui il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dovra' confrontarsi. Anzi, ha gia' cominciato a farlo.
Con chi, oggi, gli ha chiesto del Libano, il neo ministro non si e' sbilanciato: ''Sui temi specifici - ha detto - penso che sia corretto parlare quando avro' avuto le consegne dal mio predecessore, il professor Parisi, che e' uno dei ministri che si e' meglio comportato nel governo Prodi, e quando avro' fatto i briefing con i capi delle forze armate. Per il resto le posizioni mie, di An e del Pdl rispecchiano la continuita' con l'esecutivo Berlusconi di due legislature fa''.
Ma e' stato proprio Berlusconi, oltre ad altri autorevoli esponenti del centrodestra, come l'ex ministro della Difesa Martino, a sollecitare regole d'ingaggio piu' adeguate per i militari italiani in Libano. Una richiesta alla quale Parisi ha sempre risposto che la decisione spetta all'Onu, e non al singolo Paese; e che, comunque, dai militari sul campo non sono finora arrivate richieste di cambiamenti.
Con il capo di Stato maggiore della Difesa e gli altri vertici militari, secondo quanto si e' appreso, La Russa avra' un incontro nelle prossime ore, e
Sulla questione e' imminente anche un confronto tra La Russa e il ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale ha gia' dichiarato di voler ''ascoltare la voce dei nostri militari e valutare se a loro avviso occorre ridiscutere, almeno in parte, le regole di ingaggio''.
Libano a parte, il neoministro della Difesa da domani sara' alle prese con diverse altre questioni: dall'Afghanistan, dove qualcuno chiede un impegno piu' 'combat' dei soldati italiani, all'ormai annoso problema delle (scarse) risorse.
Risorse, ha detto La Russa, che ''non e' che vadano aumentate cosi' tout court. Va recuperata l'efficienza delle nostre forze armate e vanno date risposte alle esigenze degli uomini e delle donne che compongono le forze armate, perche' sono un baluardo della liberta' e della democrazia nel nostro Paese e sono un punto fermo per la ricerca della pace del mondo''.
Ma non sara', La Russa, un nostalgico della naja? No, stando a quanto ha risposto ad Affaritaliani.it che gli chiedeva se tornera' la leva obbligatoria: ''penso proprio di no'', ha detto. ''Anche se non e' stata abolita - ha precisato - e' stata solo sospesa. E se fosse necessaria una mobilitazione ritornerebbe in vigore, ma mi auguro che non sara mai necessario''. (ANSA).