IL DUBBIO DEL GOVERNO: DETASSARE L’INDENNITÀ PER I SERVIZI ESTERNI DI CARABINIERI E POLIZIA (da Il Messaggero)

martedì 20 maggio 2008

IL MESSAGGERO

Martedì 20 Maggio 2008

 

Statali esclusi dal beneficio sugli straordinari

 

IL DUBBIO DEL GOVERNO: DETASSARE L’INDENNITÀ  PER I SERVIZI ESTERNI DI CARABINIERI E POLIZIA

 

 

di PIETRO PIOVANI


ROMA Stabilito che lo sconto fiscale sulle ore di straordinario non riguarderà i dipendenti pubblici, il governo vorrebbe però riservare un trattamento speciale a militari e polizia. «Un segnale d’attenzione», come stanno dicendo in questi giorni i ministri e i loro collaboratori nelle loro discussioni. Così è saltata fuori l’idea di detassare, anziché gli straordinari, un’altra voce della busta paga: l’indennità per i servizi esterni.


Si tratta del compenso che le forze dell’ordine ricevono quando lavorano fuori sede. Anzi, come recita la legge, quando lavorano «esclusivamente in ambiente esterno» e «al di fuori di immobili». Rientrano fra i servizi esterni: le scorte ai politici e alle altre persone da proteggere, il trasporto dei detenuti, le pattuglie, le azioni contro la criminalità, i controlli stradali, insomma tutto quello che si fa fuori dalle stanze del proprio comando.


Riducendo le tasse su questa indennità, il governo dimostrerebbe la volontà di premiare chi lavora davvero per la sicurezza dei cittadini, e non tutti quelli che stanno negli uffici, compreso magari qualche scansafatiche. Oltretutto la misura avrebbe un costo abbastanza contenuto: una cinquantina di milioni al massimo, pare. Molto meno di quanto ci vorrebbe per ridurre l’aliquota Irpef sugli straordinari portandola al 10% (oltre 200 milioni di euro solo per militari e polizia).


Ma sull’ipotesi di premiare le sole missioni esterne sono già sorte le prime perplessità. Siamo sicuri è l’interrogativo che la soluzione farebbe davvero contenti i militari e la polizia? Quella per i servizi esterni in realtà è un’indennità piuttosto selettiva: molti la prendono, ma molti di più sono quelli che non la prendono. C’è il rischio che gli esclusi si arrabbino.


Già all’interno di polizia, carabinieri e guardia di finanza si è sempre avuta un po’ di tensione fra chi fa i servizi esterni e chi no. Ma soprattutto a preoccupare il governo è un’eventuale dissenso delle forze armate. Per ssercito, marina, aeronautica (in tutto 140 mila persone) l’indennità di lavoro esterno non esiste, quindi non ci sarebbe alcun beneficio fiscale. Deludere i militari è sempre spiacevole per il Pdl, soprattutto per An, che si considera il partito di riferimento delle forze armate.


Per quanto riguarda invece gli altri 3 milioni di dipendenti pubblici, è assodato che a loro il decreto non porterà nessuna detassazione. Nel provvedimento si lascerà comunque una porta aperta per il futuro. Visto che la misura sugli straordinari sarà sperimentale e che fra sei mesi ci sarà una verifica, il testo del decreto prevederà esplicitamente la partecipazione alla verifica del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Insomma, l’anno prossimo si vedrà se è il caso di estendere la riduzione delle tasse sugli straordinari anche a ministeriali, parastatali, vigili del fuoco, infermieri e medici, dipendenti comunali, provinciali, regionali.
Certo, se anche il premio sugli straordinari venisse esteso a tutti, resterebbe il problema della scuola. Nella busta paga di insegnanti e non docenti lo straordinario non è previsto, quindi in ogni caso non ci potrebbe essere una detassazione né oggi né l’anno prossimo né mai.


Inoltre si sta profilando sin da ora un’altra situazione imbarazzante: quella della sanità. Escludere i lavoratori pubblici dal decreto di domani, significa fare una strana distinzione: a un infermiere della asl lo sconto fiscale non spetta, mentre a un infermiere di una clinica privata sì.


Tua email:   Invia a: